Da El Tiempo.com

LE FARC SI RIUNIRANNO CON IL PRESIDENTE CHAVEZ IL PROSSIMO 8 OTTOBRE

chavez e uribe a bogota17 settembre 2007
Questo è quello che afferma il portavoce di questa guerriglia, Raúl Reyes, in un video che consegnò alla senatrice Piedad Córdoba, con cui si riunì da qualche parte nella selva tra giovedì e venerdì scorso.
Seppur nel messaggio non era specificato, El Tempo ha saputo che sarebbe proprio Reyes l’inviato speciale delle FARC e che il luogo dell’incontro sarebbe probabilmente Palazzo Miraflores (presidenziale) di Caracas.
Nel video Reyes, seduto ad un tavolo del suo accampamento con cordoba, ringrazia Chavez. “Voglio felicitarmi con lui per l’impegno che ci ha messo, per il suo ammirevole lavoro”, le dice. Inoltre sottolinea la determinazione delle FARC per continuare ad andare avanti verso un accordo che permetta la liberazione di politici, membri della forza pubblica e i tre statunitensi, in cambio di circa 500 guerriglieri incarcerati, tra cui Reyes include Sonia e Simon Trtinidad, oggi prigionieri negli Stati Uniti.

Selva Colombiana – 16 settembre 2007
da YouTube – [7′]


Incontro a Bogotà tra i due presidenti
URIBE "INCONTRA" CHAVEZ

chavez e uribe a bogotaA cura di Oscar Paciencia
Ci sono movimenti in atto che fanno pensare vicino l’accordo umanitario (scambio di prigionieri) tra il governo colombiano e le FARC? Da quello che è successo negli ultimi sette giorni sembrerebbe di si. Dopo l’incontro a Caracas tra il presidente venezuelano e una folta delegazione di parenti dei prigionieri delle FARC, questi ultimi e la determinazione del bolivariano sono riusciti ad ottenere l’incontro, duranbte il quale sono stati affrontati anche temi economici riguardanti un gasdotto tra i due paesi.
Chavez si è detto disposto a incontrare personalmente Marulanda, comandante in capo delle FARC, mentre Uribe ha affermato che permetterà l’incontro in territorio venezuelano tra un comandante fariano e il presidente. Nello stesso momento, nella selva sud di Colombia La Jornada messicana intervistava Reyes il quale pareva favorevole alla possibilità che Marulanda possa incontrare Chavez in Venezuela.


URIBE CHAVEZ parte 1 [60′]
videovideo conferenza stampa
URIBE CHAVEZ parte 1 [30′]


Marulanda e chavez
FARC: fattibile l’incontro tra Chavez e Marulanda
da la Jornada 

2 settembre 2007



Da Il Manifesto – 2 settembre 2007
Il «mediatore» Chavez riceverà i leader FARC
Accordo con il colombiano Uribe. Presto i leader del gruppo guerrigliero a Caracas. Si punta alla liberazione di 45 ostaggi eccellenti in cambio di decine di prigionieri politici
di Giuseppe De Marzo
Bogotà

[versione IT]


CHAVEZ   PROPONE IL VENEZUELA PER NEGOZIARE UN ACCORDO UMANITARIO TRA BOGOTA’ E LE FARC

Cordoba e Chavez Venezuelada TeleSUR
16/08/07 ore 21:25

Chávez, ha ricevuto la senatrice colombiana Piedad Cordoba, a cui manifestò la volontà che esiste da parte del suo Governo per aiutare a propiziare un accordo tra Bogotà e le Forze armate Rivoluzionarie della Colombia, FARC, che permetta di ottenere la liberazione delle persone che si trovano in potere del gruppo armato.
[Versione IT]   [Version ES]

  16 agosto 2007 – da YouTube

Dopo molteplici incontri con i parenti delle persone in potere delle FARC,
tra cui Clara de Rojas, Piedad Cordoba e il Professor Moncayo,
Chavez si rende disponibile ad aiutare per l’accordo umanitario
che vede lo scambio tra prigionieri

21 agosto 2007 – da El Tiempo


indigenas

LA NOSTRA SOLITUDINE:
FINO A CHE NON SAREMO UN
SOLO POPOLO
NON SAREMO NESSUNO

ACIN, Associazione di Calbidos Indigeni del Nord del Cauca

17 luglio 2007

Siamo da 515 anni condannati alla solitudine.

Ci siamo abituati a privatizzare tutto; lo sfollamento è un problema degli sfollati, il problema della terra è degli indigeni e dei contadini, il problema dei contadini non è il problema dei neri, il problema di neri non è il problema degli indigeni, le violazioni ai Diritti umani sono un problema delle ONG´s che rappresentano le vittime e delle vittime che cercano di essere rappresentate, il problema del salario è dei lavoratori e dei loro padroni, il problema dell’educazione è dei maestri e degli studenti, il problema della salute è dei malati e dei lavoratori del settore, il TLC è un problema di coloro i quali protestano contro di esso e coloro i quali protestano lo fanno esclusivamente contro ciò che colpisce il loro ambito, la parapolítica e i paramilitari sono un problema del governo, la guerra e il terrore sono questioni dello Stato.
Come indigeni siamo nella tristezza le vittime più antiche di questi 515 anni di persecuzione ed è per il dolore delle vittime che ci mobilitiamo ora, per la dignità nazionale, perché un giorno ci sveglieremo per abbattere il muro che non ci permette di sentire che tutti siamo neri, indigeni, contadini, rapiti, scomparsi, sfollati, esiliati, minacciati..

La multinazionale spagnola del petrolio e il suo finanziatore sotto accusa
PROTESTE CONTRO REPSOL IN SPAGNA
Spagna. Maggio , giugno, luglio 2007

caixa policialCariche poliziesche, bastonate e detenuti in una protesta pacifica di fronte alla sede centrale di La Caixa, Madrid

da Madrid Digital  – 04/07/2007
Un teatrino posto di fronte alla sede centrale di La Caixa realizzata dal collettivo "Rompiamo il Silenzio" per denunciare la sua partecipazione finanziaria nella  Repsol YPF, è stato fortemente soffocato dalla polizia,  che ha arrestato per lo meno due persone, dopo aver fermato una trentina di manifestanti nella stazione di Gregorio Marañón.
I partecipanti all’atto hanno denunciato che la Caixa "è il secondo maggiore  azionista della Repsol YPF, 12,5%, ed è la promotrice dell’espansione della multinazionale in America Latina, cos’ come della sua alleanza strategica con Gas Naturale. "L’attività di  Repsol YPF produce un forte impatto, tanto sociale come ambientale", accusano gli attivisti.
Circa 60 persone si sono mosse verso la piazza di Gregorio Marañón, dove è situata la sede centrale di La Caixa a Madrid. Lì, nel giardino, hanno realizzato una simulazione degli impatti che provocano le prospezioni petrolifere, dove la polizia li ha duramente repressi.

articolo da QuiendebeaQuien? [ES]

video da YOUTUBE [ES]

Fotografie della manifestazione
da OMAL


protesta XixonXixon, Asturia – 14 giugno 2007

Una ventina di attivisti di diverse organizzazione – coordinamento di ONGS, Soldepaz-pachakuti, Corrente Sindacale di Sinistra, negozio di commercio equo Picu Rabicu, Cambalache, Espacio alternativo ed autogestito Escanda, Collettivo contro la repressione Calecer, Cosal-Xixon e vari rifugiati colombiani e persone a titolo personale e all’interno della Campagna Asturiana contro la spoliazione compiuta dall’industria petrolifera Repsol in Colombia, hanno partecipato davanti ad un distributore di benzina di REPSOL del centro di Xixon in un atto di protesta e denunicia contro la politica della multinazionale in Colombia, America Latina, nel mondo e nello Stato Spagnolo; sono stati distribuiti trittici informativi, volantini, esposti striscioni, ed il gruppo di Escanda hanno sceneggiato l’effetto mortale che la compagnia esercita sulle comunità indigene, contadine,organizzazioni sociali ed in generale in tutta la colombia.
Fotografie della manifestazione
per COSAL-XIXON
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protesta CEDSALA MAdrid e BarcellonaMadrid, Barcellona – 9 maggio 2007
Oggi ha avuto luogo al riunione annuale della Giunta Generale degli Azionisti della impresa Repsol YPF. Differenti associazioni e organizzazioni sociali, raggruppate nella Campagna dei Colpiti dalla Repsol e nella Campagna Chi deve a CHI?, hanno approfittato della celebrazione di questa riunione per denunciare le conseguenze sociali, ambientali, economiche e culturali che hanno le attività di questa corporaizone sulle popolazioni del pianeta.

Fotografie della manifestazione
da OMAL – CEDSALA


Argentina… ANCHE IN ARGERNTINA……

Il Tribunale Supremo argentino investiga Repsol e altre imprese petrolifere per danno ecologico
 El Pays – 2 luglio 2007
di Jorge Marirrodriga

Il Difensore del Popolo (Defensor del Pueblo) argentino, Eduardo Mondino, ha denunciato davanti alla Corte suprema del paese, (Corte Suprema), 17 compagnie industrie petrolifere – tra cui la spagnola Repsol, la brasiliana Petrobras e la statunitense Total – per il danno ecologico che stanno causando in un’ampia zona vicina ai circa 10.000 pozzi di petrolio. Mondino esige che le imprese versino i 550 milioni di dollari (406 milioni di euro) stimati che costerà riparare i danni causati dalle installazioni che in molti casi sono abbandonate e in cattivo stato di conservazione.

repsolCOLOMBIA SI DISSANGUA
REPSOL SI ARRICCHISCE

Una camionetta lascia le orme sulla sabbia del deserto di Erfoud, Marocco.Sulla porta del conducente si nota il logotipo dell’ Impresa REPSOL YPF e, di seguito, un gruppo di persone della zona si appresta ad aiutare gli occupanti del veicolo a proseguire la loro strada. Sul fondo suona il classico di Vincent Clarke, Only you,  e una vuoce fuori campo sentenzia: "Noi della Repsol YPF sappiamo che ci sono persone che mettono tutta la loro energia in ognuna delle cose che fanno. E questa energia è la nostra fonte di ispirazione.La tua energia ci muove".
Nella sua ultima campagna pubblicitaria di marketing, la multinazionale petrolifera spagnola spiega in questo modo come la sua attività si fonda nella fiducia della gente, che mette tutte le sue energie nel far le cose. Di fronte a ciò, quello che abbiamo tentato di fare con questo quaderno è dare voce a queste persone, per lasciare la loro testimonianza sugli effetti reali che la presenza della compagnia spagnola lascia sul terreno. 
(da Colombia nel Pozzo. Gli impatti della Repsol in Arauca. A cura dell’Osservatorio sulle  Multinazionali in America Latina (OMAL), Associazione Paz con Dignidad e Istituto Nazionale Sindacale (CED-INS)                                     [version ES]

Colombia Limpia!

Un video di Amnesty International USA

colombialimpiada ENFOCATE
13 marzo 2007

Il governo colombiano é furioso con AmnistY Internactional per ciò che, nelle parole del Ministro degli Esteri Fernando Araújo, considera “infame, inutile e irrespettuoso verso le sofferenze delle vittime di violenza, il popolo e il Governo”.
"Ha macchie che non si puliscono? Vestiti sporchi? Coscienza sporca? Storia sanguinosa?… Sembra che lei abbia bisogno di Colombia Clean, smobilitazione facile", dice la storiella animata ed ideata per dal caricaturista politico Mark Fiore.

Un uomo, in apparenza un paramilitare di destra, appare con un barattolo di sapone: la "Colombia pulita."Quindi l’animazione prosegue dicendo che quel sapone pulisce le coscienze dei paramilitari che possono continuare ad ammazzare, dei funzionari colombiani e dei politici di Washington che danno milioni di dollari in aiuto militare a questo paese.
"Serve ai generali, narcotrafficanti e politici complici", continua la storiella.
Alla fine, appare un guerrigliero delle FARC ed afferma che quel sapone servirà anche per cancellare gli abusi sui diritti umani commessi da quella guerriglia di sinistra.

BrandAssassinato dai paramilitari al servizio del governatore di Oaxaca, Messico.

Uno di noi.
Un’altro assassinato.

di Oscar Paciencia

Non è un fuori tema. Questo blog si occupa di Colombia, della resistenza della popolzione civile alle ingiurie che l’economia del libero mercato distribuisce a piene mani. Si occupa di far conoscere quella parte di Colombia che non apparirà mai sulle copertine patinate delle riviste e nelle pagine dei quotidiani a larga tiratura, delle lotte degli indigeni, dei neri delle donne e degli studenti. Dei campesinos e dei minatori. Si occupa di comunicare l’altra Colombia che già esiste, informando.


E Bradley Roland Will, videoreporter di Indymedia – New York era quello che stava facendo a Oaxaca, Messico, nel quartiere di Santa Lucía del Camino, quando due pallottole di un fucile automatico d’assalto, sparate da un paramilitare, di mestiere poliziotto, in borghese, gli hanno trapassato il petto.


Poteva essere in una città qualsiasi della Colombia. Per comunicare la resistenza popolare, lui aveva scelto il Messico.

Mentre moriva, continuava a riprendere: immagini di resistenza e rumori di spari sono divenuti la sua ultima testimonianza.

da The Narco News Bulletin    [versione IT]    [version ES]
da El Universal gallerie fotografiche sugli eventi di Oaxaca
da Indymedia Chiapas [versione ES]


torturaQuasi 50 difensori dei diritti umani sono stati assassinati o aggrediti nel 2005. Secondo gli organismi umanitari, l’anno scorso in Colombia, almeno 47 attivisti e difensori dei diritti umani sono stati assassinati o vittime d’attentati attribuiti ai paramilitari e agli agenti statali.
La cifra è stata comunicata a Bogotà dall’Organizzazione Mondiale contro la Tortura e dalla Federazione Internazionale dei diritti umani, con sede rispettivamente a Ginevra e Parigi, e dal colletivo di avvocati colombiani “José Alvea Restrepo”.
Gli organismi sottolineano il fatto che più della metà di questi attacchi contro i difensori dei diritti umani avvenuti nel continente americano si sono svolti in Colombia.
Il rappresentante della Organizzazione Mondiale contro la Tortura, Alberto Leongòmez, ha dichiarato che la situazione relativa ai difensori dei diritti umani in Colombia è piuttosto “critica”.
Il rapporto presentato contiene dati relativi a 90 paesi e avverte che “i difensori dei diritti umani si scontrano con un contesto nazionale in cui domina una moltiplicazione delle strategie eccezionali in nome della lotta al terrorismo, con il fallimento di processi di transizione alla democrazia in molti paesi, con la persistenza di conflitti e gravi violazioni dei diritti”.
Nel capitolo sulla situazione colombiana, si precisa che nel 2005 si verificarono inoltre sette scomparse forzate (“desaparecidos”), otto casi di maltrattamento, quattro aggressioni fisiche, 77 minacce, 78 detenzioni arbitrarie, 36 ostaggi e sette registri illegali di immobili relativi ad attivisti umanitari.
Secondo Leongòmez i difensori dei diritti umani “continuano ad essere vittima di omicidi, minacce e persecuzioni giudiziarie”. Personalmente, il presidente di detto collettivo di avvocati, Alirio Uribe, ha sottolineato il fatto che quello che loro chiedono non è ottenere l’immunità, bensì porre fine alle accuse che “sottraggono legittimità al lavoro svolto dai difensori”.

[guarda lo spot / ver el spot]