Udienza Finale TPP

logo TPP manifesto TPP Udienza fin ale UDIENZA FINALE DEL TPP
Bogotà, Universitá Nazionale
21, 22, 23 giugno 2008

Al termine di un lungo processo durato due anni e mezzo, che  ha preso in esame migliaia di denunce nei confronti delle multinazionali presenti in colombia e contro il governo di questo paese, la giuria internazionale, presieduta dal premio nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel, al termine dell’udienza finale, ha emesso un sentenza di condanna per le 34 trasnazionali giudicate (Coca-Cola, Chiquita Brands, Repsol; Union fenosa, Oxxy, BP,Kedhada,Drummond, Ecopetrol, tra le altre), per il Governo Colombiano e per i governi degli stati a cui appartengono le imprese.
All’interno delle giornate di lavoro del Tribunale si é svolta una manifestazione in Bogotá contro la presenza invasiva delle imprese trasnazionali e contro il governo di Uribe che la facilita.
Alcuni studenti dichiaratisi ‘in clandestinitá’, a volto coperto, hanno voluto portare la loro solidarietá al TPP, alle organizzazioni sociali presenti, agli indigeni, agli afrodiscendenti ed ai campesinos.
Gli atti del Tribunale Permanente dei Popoli, Sessione Colombia, sono stati trasmessi in maniera formale a tutte le istanze politiche inazionali e nternazionali che hanno competenza per assumere la sentenza (Nazioni Unite, OEA Commissione, Cortre e Tribunale Interamericano per i Diritti Umani, Parlamento Europeo, in tutti i paesi sedi delle impresie , al Governo, alla Procura  e alla Corte Suprema Colombiana)

Appello [Versione IT]  [Version ES]
Dossier TPP [Versione IT]  [Version ES]


fallo esquivelSENTENZA FINALE TPP
Bogotá, 23 luglio 2008
Visti i fatti provati, il tribunale condanna:

Il Governo Colombiano…… le case madri delle imprese Coca Cola, Nestlé, Chiquita Brands, Drummond, Cemex, Holcim, Muriel mining corporation, Glencore-Xtrata, Anglo American, Bhp Billington, Anglo Gold Ashanti, Kedhada, Smurfit Kapa – Cartón de Colombia, Pizano S.A. y su filial Maderas del Darién, Urapalma S.A., Monsanto, Dyncorp, Multifruit S.A. filial de la transnaciona Del Monte, Occidental Petroleum Corporation, British Petroleum, Repsol YPF, Unión Fenosa, Endesa, Aguas de Barcelona, Telefónica, Canal Isabel II, Canal de Suez, Ecopetrol, Petrominerales, Gran Tierra Energy, Brisa S.A., Empresas Públicas de Medellín, B2 Gold – rame e oro di Colombia S.A….. Gli stati di cui abbiano la nazionalitá le case madri delle imprese trasnazionali…. Il Governo degli Stati Uniti di America

[versione IT – sintesi]    [version ES -integral]
  audio Audio completo della Sentenza Finale [23′ – 11 mgb] [Version ES]


libardoINTERVENTO DI LIBARDO SARMIENTO
Economista, filosofo e professore di teoria economica. Scrittore e ricercatore sociale indipendente

audio Prima parte     [24′ – 11 mgb]    [Version ES]
audio Seconda parte [22′ – 10 mgb]    [Version ES]

Proiezione Power Point dell’esposizione [Version ES]


IMMAGINI dal TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI
Bogotá 21, 22, 23 luglio 2008
di Óscar Paciencia

universita nazionale L’ Universitá Nazionale di Bogotá – Nacho – ha ospitato le attivitá del Tribunale.

Udienza L’udienza del Tribunale si é svolta principalmente nell’auditorio Leon de Greiff. All’incirca 2000 persone hanno presenziato provenienti da tutto il mondo.

Manifestazione Il 22 luglio, dichiarata Giornata Mondiale contro le Trasnazionali, una grande manifestazione ha attraversato Bogotá, ritornando all’universitá.

Cultura Durante le attivitá del Tribunale si sono svolte attivitá culturali proposte dalle comunitá indigene e contadine che partecipavano.


ingrid betancourtCon una operazione (‘Jaque‘, scacco) apparentemente spettacolare, venduta dal governo colombiano a tutto il mondo come frutto di lunghi mesi di esclusivo lavoro dell’intelligence del ministero della Difesa, Ingrid Betancourt, figlia dell’alta borghesia colombiana, ex-candidata presidenziale, dopo sei anni di prigionia nelle manidelle FARC-EP torna in libertá. E solo una settimana dopo il rilascio le crepe, giá presenti nelle iniziali dichiarazioni sulla liberazione del ministro Santos, diventano voragini: l’elicottero militare dipinto di bianco per farlo apparire della Croce Rossa, insegne di TeleSur (emittente venezuelana),  un militare che indossa un giubbotto con il simbolo della Croce Rossa, l’evidente partecipazione dei servizi segreti Israeliani e nordamericani. E una ricompensa da 20 milioni di dollari.


manifestoLIBERA INGRID BETANCOURT

3 luglio 2008  –  di Guido Piccoli
Tornano a casa la franco-colombiana, tre americani e altri 11 ostaggi delle Farc. Falsa operazione umanitaria inganna le Farc nella jungla del Guaviare
Ingrid Betancourt libera. Pochi mesi fa non ci credeva più nessuno. Sembrava che stesse morendo, che avesse finito la riserva di speranza. Ed era anche prigioniera di un destino che sembrava fatale. Era stata condannata a stare ancora nella selva a pagare colpe non sue, per un conflitto diventato senza regole. Intanto nel mondo era diventata famosa, compatita, ammirata, trasformata in icona. Ma anche assurta ad una fama che avrebbe potuto ammazzarla. Ingrid era infatti il vero jolly nelle mani delle Farc, mentre gli altri sequestrati e i prigionieri di guerra erano importanti soltanto per i loro familiari.


manifestoI BUONI VINCONO, I CATTIVI PERDONO. E’ ANDATA COSÍ?

4 luglio 2008  –  di Guido Piccoli
Ingrid dei miracoli. Meeting fantasma, elicottero di soldati travestiti da guerriglieri, comandante che ci casca: degna di Hollywood la liberazione di Betancourt e degli altri 14 ostaggi. Ma le versioni si moltiplicano. In ogni caso è un successo di Uribe, che ora può perpetuarsi al potere e deve temere un solo avversario: proprio lei
«Un’operativo da film» ha dichiarato raggiante il ministro della difesa colombiano, Juan Manuel Santos. La storia della liberazione di Ingrid Betancourt, dei tre agenti statunitensi e di undici militari colombiani sembra effettivamente scritta a Hollywood.
Da una parte, i buoni: quindici Rambo incaricati di una missione «audace, pericolosa e senza ritorno», secondo il racconto del comandante dell’esercito, Mario Montoya. Due in particolare, capaci d’infiltrarsi nel territorio nemico e di guadagnarsi la fiducia dei guerriglieri. «Devi concentrare i prigionieri da mandare a colloquio col segretario Alfonso Cano» dicono al quarantanovenne Gerardo Antonio Aguilar, alias Cesár (messo a loro guardia direttamente dal Mono Jojoy, il capo militare delle Farc).

[Versione IT]


Comunicato del Comitato Carlos Fonseca
INGRID BETANCOURT E’ STATA LIBERATA; IL PRESIDENTE PARAMILITARE ALVARO URIBE VELEZ SARA’ NUOVAMENTE E ILLEGALMENTE RIELETTO IN COLOMBIA

2 luglio 2007
Con una operazione militare, lungamente, scientificamente, politicamente e mediaticamente preparata, è stata liberata Ingrid Betancur, ex-candidata presidenziale, da sei anni sequestrata dalle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC).
Il governo Narco-Paramilitare di Alvaro Uribe Velez ha in questo modo fatto fallire e definitivamente bloccato la tanto osteggiata trattativa diplomatica ad alto livello che per l’ennesima volta si era attivata tra una delegazione franco-svizzera e le stesse FARC, dopo la fucilazione, assieme ad altri 15 combattenti, del negoziatore e comandante delle FARC, Raul Reyes in territorio ecuatoriano, solo alcuni mesi fa.


pascual serranoIL TRADIMENTO DI INGRID
da Rebelión – 5 luglio 2008
di Pascual Serrano


Leggo un clamore di indignazione tra i settori progressisti venezuelani per la reazione di disprezzo di Ingrid Betancourt e della sua famiglia verso persone che tanto interesse hanno avuto nella sua liberazione, specialmente il presidente del Venezuela Hugo Chávez e la senatrice Piedad Cordoba. Parlano di tradimento indignati per quello che, a tutti gli effetti, è una prova di ingratitudine.
Betancourt e famiglia non hanno tradito nessuno, sono ritornati alla classe sociale, politica ed economica alla quale appartengono da sempre: la borghesia neoliberale ricca della Colombia. Ingrid è figlia di Gabriel Betancourt, ministro di Educazione durante il governo del dittatore Gustavo Rajas Pinilla, e di Yolanda Pulecio che fu regina di bellezza arrivando ad essere Miss Colombia e Rappresentante alla Camera per Bogotà. Betancourt, come buona figlia dell’oligarchia, per gli studi secondari ha frequentato il Liceo Francese di Bogotá e più tardi scienze politiche in Francia nell’Istituto di Studi Politici di Parigi; si é specializzata in commercio estero e relazioni internazionali. Ha vissuto vari anni a Parigi, dove suo padre lavora come ambasciatore per l’Unesco; lì ha conosciuto il suo primo marito, il diplomatico francese Fabrice Delloye, con cui si é sposata nel 1981.


manifestoVENTI MILIONI PER BETANCOURT

5 luglio 2008  –  di Guido Piccoli
Esperti di Usa e Israele, una donna arrestata… Traballa quel «blitz perfetto» L’altra verità: carceriere delle Farc corrotto tramite la fidanzata
Le bugie hanno le gambe corte anche in Colombia. Nonostante la disponibilità dei media internazionali ad accettarla a scatola chiusa, la favola raccontata dal governo di Alvaro Uribe sulla liberazione di Ingrid Betancourt comincia a far acqua da tutte le parti. Ad essere smontata per intero è l’attribuzione d’ogni merito all’esercito colombiano, fatta dal ministro della difesa Juan Manuel Santos. Che vi avessero partecipato agenti statunitensi era quasi certo, visto che si trattava di liberare dei connazionali fatti prigionieri dalle Farc cinque anni fa. Come già fatto in altre occasioni (ad esempio quando, nel dicembre 1993, fu ammazzato il capo dei narcos Pablo Escobar), Washington fa filtrare mezze ammissioni per non urtare la suscettibilità del fidato alleato colombiano. All’operazione «Scacco» hanno dato il loro contributo anche decine di esperti israeliani.

[Versione IT]


FARC – EP
COMUNICATO
5 luglio 2007 – da Rebelión
1. La fuga dei 15 prigionieri di guerra, lo scorso mercoledì 2 Luglio, é conseguenza diretta della spregevole condotta di Cesar ed Enrique i quali hanno tradito il loro compromesso rivoluzionario e la fiducia che in essi era stata riposta.
2. Indipendente da un episodio come questo, possibile in qualunque scontro politico e militare dove ci sono vittorie e sconfitte, manteniamo vigente la nostra politica per concretare accordi umanitari che permettano lo scambio ed inoltre proteggano la popolazione civile dagli effetti del conflitto. Se continuerá a persistere nella ricerca del riscatto, il governo dovrá assumersi tutta la responsabilitá delle conseguenze di questa temeraria ed avventurosa decisione.
3. La lotta per liberare i nostri e altri combattenti politici carcerati sará sempre all’ordine del giorno in tutte le unità fariane, specialmente nella sua direzione. Tutti loro sono nelle nostre menti e nel cuore.


Selvas ColombiaSpeciale BETANCOURT / COLOMBIA 2008


Nukaksluogo nukaksPOSSIAMO ANCORA SALVARE I NUKAKS?
di Oscar Bustos B.
traduzione dal francese di Nichim

Colombia – “I Nukaks, uno degli ultimi popoli nomadi del bacino amazzonico, sono stati scoperti soltanto nel 1988. Oggi, scacciati dal loro territorio ancestrale, soccombono alle malattie.
Bogotà – Una fitta pioggia bagna il porticciolo sul fiume Guaviare. Siamo venuti da lontano per incontrare i Nukaks. E’ l’ultima tribù nomade colombiana, scoperta nel 1988 è oggi a rischio di scomparire. Secondo un censimento realizzato nel 1992 dal Ministero dell’interno colombiano, l’etnia Nukaks contava 1663 membri. Undici anni più tardi il Ministero della salute ne conta meno di 500. L’influenza e altre malattie trasmesse dai Bianchi stanno semplicemente sterminando i Nukaks.
A causa della guerra in corso tra guerriglieri, milizie paramilitari e forze governative, 46 Nukaks sono stati costretti a forza ad abbandonare le loro terre verso Barrancón Bajo, a 45 minuti di canoa a motore a est di San José del Guaviare. E’ li che vogliamo arrivare., Manuel García, un giovane Nukaks, piuttosto basso, in jeans e maglietta, sarà la nostra guida e il nostro traduttore. Prima di arrivare all’accampamento, situato a un chilometro dalla costa, veniamo fermati da un gruppo di soldati. Ci chiedono verso dove siamo diretti e registrano la nostra identità.
Con l’acqua alle ginocchia un’indigena piuttosto anziana di etnia Desana, sciacqua il bucato nel fiume, ci conferma in uno spagnolo un po’ stentato che i Nukaks si trovano un poco più avanti. L’anziana indigena è molto fiera di averli come ospiti. I Desana che dispongono di una riserva di 20 ettari a Barrancón Bajo, hanno prestato ai Nukaks un terreno perché potessero stabilirvi il loro accampamento. L’anziana aggiunge che se decidiamo di restare per la notte, ci offre la sua casa che si trova proprio in riva al fiume. Ma aggiunge anche che i paramilitari [di estrema destra] fanno la ronda a partire dalle 6 del pomeriggio “Loro, vedono tutto – dice la vecchia – infatti può essere che ci sitano osservando anche in questo momento…”
.

elnPER UNA ECONOMIA ALTERNATIVA PER ARAUCA

Comunicato del Fronte di Guerra Orientale
29 maggio 2008
traduzione di Aiki

In un recente comunicato, il Fronte 10 delle FARC afferma che il Fronte Domingo Laín dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) è un nuovo battaglione antinarcotici. Queste gravi accuse ci portano ad esprimere al paese e al mondo la nostra posizione.
Molte comunità contadine del dipartimento di Arauca, di propria volontà dallo scorso anno hanno ricominciato a seminare gli alimenti, come via per eliminare la dipendenza dalle coltivazioni di coca ed procurare la propria sicurezza alimentare.
È necessario ricordare che queste comunità, nella scorsa decade anticiparono questi stessi piani di semina di alimenti, per tentare di evitare che il campo araucano fosse piagato dalle piantagioni di coca.

marulandaFARC-EP
MANUEL MARULANDA E’ MORTO
Lo dice il Ministro della difesa. Piú tardi lo confermano le FARC
26 maggio 2008

A due mesi dalla morte avvenuta per infarto il 26 marzo di quest’anno e due giorni dopo l’annuncio dato da Manuel Santos, ministro della difesa Colombiano, ‘Timochenko’, Timoleon Jimenez conferma la morte del comandante in capo, ‘Tirofijo’, per infarto. Pedro Antonio Marín, questo il suo nome di battesimo, era da tempo malato.

dal Manifesto 25 maggio 2008 [IT]
Video di Timochenko conferma morte di Tirofijo [ES]
Comunicato FARC [Version es]


estradizione paras“TUTTI NEGLI USA”, URIBE ESTRADA I CAPI NARCO-PARAS

manifesto14 maggio 2008
di Guido Piccoli

Colombia, mossa a sorpresa (e disperata) del presidente che impacchetta e spedisce negli Stati Uniti 14 capi paramilitari. Tra cui il boss Salvatore Mancuso, le cui rivelazioni gli avevano fatto il vuoto intorno. L’urlo dall’aereo: figli di puttana!
  
Figli di puttana ci hanno tradito!” L’urlo soffocato di Rodrigo Tovar Pupo, alias Jorge 40, sulla pista dell’aeroporto militare di Bogotà, qualche secondo prima di essere spinto sull’aereo della Dea, è il miglior commento dell’estradizione del gotha del narco-paramilitarismo negli Stati Uniti. Tutti i grandi criminali colombiani, nessuno escluso, sono stati svegliati nel cuore della notte tra lunedì e martedì nelle loro celle dorate (a Itaguí, Barranquilla e nel carcere “La Picota” a Bogotà), prelevati da centinaia di militari e consegnati agli agenti statunitensi: oltre a Jorge 40 sono stati estradati, l’italo-colombiano Salvatore Mancuso, Diego Fernando Murillo detto don Berna (erede di Escobar a Medellín), il boss della Costa Atlantica Hernán e altri dieci boss.

Uribe e Paramilitari

URIBE PERDE PEZZI

manifesto27 aprile 2008
di Guido Piccoli

In Colombia ultimi incarcerati il cugino Mario, la presidente del Congresso e il capo del partito “U” accusati con altri “padri della patria”, di essere collusi con i paramilitari in affari omicidi
Il cerchio si stringe intorno ad Alvaro Uribe. Giorno dopo giorno, il suo regime perde pezzi. Gli ultimi a cadere sono stati il cugini Mario, senatore e grande regista della maggioranza governativa che, cercando di sfuggire alla cattura, si è rifugiato nell’ambasciata del Costarica (dichiarandosi umoristicamente un “perseguitato politico”), il presidente del congresso Nancy Gutiérrez, e Carlos García, il presidente del partito della “U” (che sta per Uribe). Ad oggi, oltre a decine di sindaci, funzionari statali ,alti ufficiali, sono rinchiusi nel carcere della “Picota” più di una trentina di “padri della patria”, mentre altrettanti sono accusati di aver fatto affari con i paramilitari e aver loro indicato gli oppositori politici e sociali e la gente comune da ammazzare a pistolettate o a fendenti di motosega.


Comunicato SINALTRAINAL
A BUCARAMANGA I PARAMILITARI CHIAMATI LE AQUILE NERE MINACCIANO DI MORTE I DIRIGENTI SINDACALI E SOCIALI
sinaltrainalTraduzione di Aiki
Il 22 Aprile 2008, di pomeriggio, al terzo piano della sede della Centrale Unitaria dei Lavoratori CUT di Bucaramanga, Sottodirezione di Santander, è stata trovata una busta contenente la seguente minaccia di morte:

"I fronti delle Aquile Nere che controllano l’area metropolitana di Bucaramanga e dei municipi vicini dichiarano:
che i guerriglieri delle FARC e dell’ELN mascherati da sindacati della CUT e da ONG terroriste che vanno contro il TLC e le politiche del nostro presidente Álvaro Uribe Velez saranno uccisi se continuano con questa politica, non vogliamo marce che piangono i morti, né proteste per il 1 maggio, non vogliamo vederli nelle nostre regioni le politiche del nostro presidente si realizzeranno anche se scorrerà sangue, è già pronto un distaccamento di uomini che eseguiranno i nostri ordini e faranno pulizia di tutti voi servi della guerriglia sono stati dichiarati obiettivo militare:
Davis Florez, Javier Correa, Alfredo Valdivieso, Juan Jaimes, Rafael Ovalle, Martha Diaz, Miguel Conde, Mauricio Martinez, Norma, Alias Il Profe, José Bautista (detto Churco), Carolina Biondo, Maria Cardona, Nicanor Arciniegas, Pablo Vargas, Gabriel Príncipe, Fernando Porras, Teresa Baez…….

NUOVA GENERAZIONE AQUILE NERE DI SANTANDER
18 Aprile 2008."

elnCOMUNICATO COMANDO CENTRALE ELN
sulla sospensione di Francisco Galán
da  TeleSur
6 aprile 2008

Il Comando Centrale dell’ELN tenendo conto del contenuto della lettera inviata da Francisco Galán, alla presidenza del Congresso di Colombia lo scorso 25 marzo e il suo successivo incontro col presidente Uribe, afferma:Che i punti di vista espressi da Francisco Galán, non compromettono l’ELN perché non corrispondono al suo pensiero.
Che a causa di queste attività e dei punti di vista da lui espressi, abbiamo deciso di sospenderne la condizione di portavoce e membro della delegazione dell’ELN per i dialoghi col Governo del presidente Uribe
.

Colombia / FARC

‘INGRID LIBERA SOLO CON UNO SCAMBIO’

manifesto
  5 aprile 2008

In una lettera inviata all’Aop, l’Agenzia bolivariana del Venezuela, considerando il presidente Chavez l’unico interlocutore attendibile, due componenti di spicco delle Farc, hanno tolto molte illusioni sull’imminente liberazione di Ingrid Betancourt, la franco-colombiana catturata nel 2002 e in gravi condizioni di salute. Ingrid e l’altra quarantina di sequestrati eccellenti (tra cui tre contractors Usa della Cia) torneranno liberi “solo come effetto di uno scambio di prigionieri” e alle condizioni poste e sempre respinte da Uribe: il ritiro dell’esercito da due municipi del sud della Colombia.
A firmare la lettera sono Rodrigo Granda, liberato “senza condizioni”, da Uribe nel 2007 dietro pressioni del presidente francese Sarkozy e considerato una sorta di “ministro degli esteri” delle Farc, e Jesus Santrich, capo del Blocco Caribe. “Non è ammissibile che ci si chieda altri gesti di pace”, scrivono dopo la liberazione “unilaterale” di 6 sequestrati – fra cui la segretaria di Ingrid – Clara Rojas – grazie alle iniziative di Chavez e della senatrice colombiana anti-uribista Piedad Cordoba. Ricordano che se Uribe ha fatto un gran colpo, con il raid in Ecuador del 1 marzo in cui è stato ucciso tra gli altri anche il nr. 2 delle Farc Raul Reyes, i contraccolpo è stato il blocco dei negoziati per la liberazione della Betancourt a cui proprio Reyes stava lavorando con il presidente venezuelano e gli emissari francesi. Ora quei contatti si sono perduti e quei canali chiusi. Le Farc non si fidano di Uribe né dei suoi vaghi impegni, e con buoni motivi. Sarkozy, hanno detto le Farc, è stato “ingenuo” a mandare l’aereo per la “missione umanitaria” che da due giorni staziona in una base militare vicino a Bogotà, senza aver prima concordato il da farsi con le Farc. Anche Chavez ieri ha definito la missione francese “complicata”. Molto complicata.