19 LUGLIO. ROVINATA LA FESTA ALL’AMBASCIATORE COLOMBIANO A ROMA

a cura del Comitato Carlos Fonseca
Roma, 19 luglio 2007

In occasione della Festa per l’indipendenza, l’ambasciatore colombiano a Roma, PRETELT de la VEGA, aveva organizzato presso la sua residenza un brindisi con inviti al personale diplomatico a Roma. Decine di persone in contemporanea hanno realizzato una manifestazione di protesta per ricordare che la classe politica colombiana è da mesi sotto accusa per aver sostenuto, finanziato, coperto, promosso le attività dei gruppi paramilitari che si sono macchiati in questi anni di atroci delitti con lo scopo di tutelare gli interessi delle multinazionali e di sterminare l’opposizione politica e sociale. Iniziative simili si sono svolte a Parigi e a Berna 4000 sindacalisti uccisi dagli anni ’80 ad oggi, popolazioni indigene in via di estinzione, 3,5 milioni di profughi interni sono alcune delle cifre di questa barbarie.

manifestazionoe romaImmagini del Sit-In
all’Ambasciata Colombiana in Roma


19 luglio 2007

a cura del Comitato Carlos Fonseca

[foto]


indigenas

LA NOSTRA SOLITUDINE:
FINO A CHE NON SAREMO UN
SOLO POPOLO
NON SAREMO NESSUNO

ACIN, Associazione di Calbidos Indigeni del Nord del Cauca

17 luglio 2007

Siamo da 515 anni condannati alla solitudine.

Ci siamo abituati a privatizzare tutto; lo sfollamento è un problema degli sfollati, il problema della terra è degli indigeni e dei contadini, il problema dei contadini non è il problema dei neri, il problema di neri non è il problema degli indigeni, le violazioni ai Diritti umani sono un problema delle ONG´s che rappresentano le vittime e delle vittime che cercano di essere rappresentate, il problema del salario è dei lavoratori e dei loro padroni, il problema dell’educazione è dei maestri e degli studenti, il problema della salute è dei malati e dei lavoratori del settore, il TLC è un problema di coloro i quali protestano contro di esso e coloro i quali protestano lo fanno esclusivamente contro ciò che colpisce il loro ambito, la parapolítica e i paramilitari sono un problema del governo, la guerra e il terrore sono questioni dello Stato.
Come indigeni siamo nella tristezza le vittime più antiche di questi 515 anni di persecuzione ed è per il dolore delle vittime che ci mobilitiamo ora, per la dignità nazionale, perché un giorno ci sveglieremo per abbattere il muro che non ci permette di sentire che tutti siamo neri, indigeni, contadini, rapiti, scomparsi, sfollati, esiliati, minacciati..

"LA GUERRIGLIA COLOMBIANA E’ UN ESERCITO DI BANDITI E NARCOTRAFICANTI"  dice JOSE’ SARAMAGO
José Saramago Yamid Amat: La guerriglia colombiana è comunista?
Saramago:"Non lo è mai stata! E credo che non lo sarà mai. Oggi sono banditi narcotrafficanti, antipatrioti. Per colpa sua, è sorprendente come in Colombia due generazioni si siano perdute. La sua esistenza ha prodotto solo morte, quantità di scomparsi e 3 o 4 mila sequestrati. Anche se fosse solo per i sequestri, l’azione delle FARC sarebbe condannabile. Nessuna guerriglia politica vive di sequestri per anni e ancor meno detiene per anni innocenti rapiti. Questo non è lottare per ideali. La cosa peggiore è che non possono vivere oramai in un altro modo. Da altre parti la guerriglia fu politica e si integrò alla vita di tutti i giorni. Qui no."

"PEPE, LE GUERRIGLIA DELLE FARC E DELL’ELN SONO OGGI E LO SONO SEMPRE STATE, DELLE GUERRIGLIE" gli risponde JAMES PETRAS
James Petras

Le guerriglia delle FARC e dell’ELN sono, e lo sono sempre state, guerriglie. Sono armati perché devono esserlo, perché la Colombia ha bisogno di cambiamenti fondamentali ed il sistema politico non permette altri mezzi, compreso le elezioni che si celebrino senza terrore né l’intimidazione. Lei ha diritto di esprimersi, ma le circostanze, il contesto e la sostanza dei suoi commenti possono comprendersi solo come elementi che fortificano i leader terroristici e le forze militari della Colombia. Lei afferma essere comunista, ma ci sono oggi molti tipi di comunisti: quelli che rubarono il patrimonio pubblico della Russia e sono diventati notevoli oligarchi; quelli che collaborano col brutale regime coloniale nordamericano in Iraq; quelli che si sono sforzati per quaranta anni nelle fabbriche, selve e campi della Colombia per una società senza classi.


Intervista di Yamid Amat a José Saramago  [Versione IT]  [Version ES]
15 luglio 2007
Lettera aperta di James Petras a
José Saramago  [Versione IT]  [Version ES]
18 luglio 2007


parapolitica 20 luglio 2007A ROMA !!
a cura del Comitato Carlos Fonseca / Oscar Paciencia
Alla metà di marzo durante la riunione di REDHER, la rete Europea di Solidarietà con la Colombia, esperesse la volontà di lanciare una iniziativa comune nei maggiori paesi della U.E. per il giorno 20 di luglio, per affermare nuovamente che il cosiddetto ‘scandalo’ della parapolitica (più di cento parlamentari della Repubblica Colombiana, alti funzionari dello stato e di istituzioni pubbliche sono accusati di nessi col paramilitarismo ed oltre una trentina di loro sono già nelle carceri) non meraviglia affatto il popolo colombiano che sulla propria pelle ha vissuto, inascoltato dal mondo – Europa compresa – la tragedia sociale e collettiva della perdita di vite e beni.
Oggi l’Europa firma accordi di scambio con il paese d’oltre oceano vincolandoli a supposti impegni a salvaguardia dei diritti umani, ma che si sogna bene di andare a verificarne l’esito.
Nei mesi scorsi gli alti vertici della Politica Colombiana e delle Forze di Polizia sono stati scossi da uno dei più grandi scandali della storia Colombiana: quello della PARAPOLITICA, con arresti di uomini politici, ex diplomatici, quadri delle forze armate e dei servizi di sicurezza. Il governo Uribe ha inviato e continua ad assegnare come personale diplomatico in tutto il mondo personaggi ambigui, dal passato sporco di sangue e costellato di legami con il paramilitarismo.
Uno dei più stretti collaboratori di Uribe, Jorge Noguera, messo a capo del DAS (Departamento Administrativo de Seguridad, i servizi segreti colombiani) dallo stesso presidente, a causa delle voci che cominciavano a circolare su di un suo coinvolgimento negli scandali della Parapolitica, ha dovuto riparare… in Italia! come console di Milano!!! In Italia
abbiamo una triste storia di diplomatici implicati in scandali e legami con i paramilitari.
Attualmente, Jorge Noguera, ex console di Milano, è sotto processo in Colombia per “Manipolazione di informazioni privilegiate” e “abuso di autorità”; Luis Camilo Osorio, ex ambasciatore in Italia, è imputato in tre processi in relazione alle supposte ingerenze dei paramilitari nel suo operato come Procuratore Generale della Nazione; Sabas Pretelt de la Vega, attuale ambasciatore in Italia, inventore della “Legge salvaparamilitari” è implicato in indagini relative per i pagamenti delle “tasse di guerra” ai paramilitari da parte degli industriali e per finanziamenti paras alla rielezione di Uribe.

Volantino della convocazione [Versione IT]  [Version ES]
Comunicato stampa [Versione IT]  [Version ES]
Appello di REDHER (aprile 2007) [Versione IT]  [Version ES]

Osorio, Sabas del alvega, Noguera

no rescateMORTI UNDICI DEPUTATI DIPARTIMENTALI DETENUTI DAL 2002 DALLA GUERRIGLIA DELLE FARC-EP
a cura di Oscar Paciencia
La politica guerrafondaia di Uribe Velez, che urla a destra e a sinistra la liberazione dei sequestrati dalle guerriglie a "fuoco e sangue", produce altre undici vittime ed allontana ancora di più l’ unica vera possibilità di soluzione: lo scambio umanitario. E quando i familiari degli undici assieme a centinaia di organizzazioni colombiane che si battono per la negoziazione promuovono una giantesca manifestazione a Bogotà,  il governo  ‘se la come‘ , se ne appropria, e con arroganza mista a sfacciataggine partecipa con ipocrisia al cordoglio espresso dal corteo che tutti i grandi media della disinformatia colombina riportano come una ‘grande manifestazione contro i terroristi delle FARC’. E, senza ritegno, accusano il discorso fatto dal palco dalla giovane figlia di uno degli uccisi, Carolina Charry, di essere ingenuo e irrispettuoso.
L’intenzione principale dietro le mobilitazione consiste in una strategia tracciata dai potenti e dai mezzi di comuniczione al servizio dei nemici della pace, che cercano di coprire con cortine di fumo l’attuale scandolo della parapolitica.


COMUNICATO DELLE FARC-EP sulla morte dei deputati
Comando Congiunto  d’Occidente
23 giugno 2007

Il Comando Unito di Occidente delle FARC informa che il giorno 18 del presente mese, 11 deputati dell’Assemblea della Valle che mantenevamo dall’aprile di 2002, sono morti in mezzo al fuoco incrociato, quando un gruppo militare senza identificazione fino al momento, ha attaccato l’accampamento in cui si trovavano. Sopravvive il deputato Sigifredo López che non stava in quell’istante vicino agli altri detenuti.

ANNCOL – 10 luglio 2007
LE FARC INVESTIGANO SULLA FORZA CHE HA EFFETTUATO L’ASSALTO
Comunicato delle FARC_EP
Comando Congiunto  d’Occidente
5 luglio 2007

Siamo decisi a consegnare, celermente, i resti mortali dei deputati ai loro familiari. Il ritardo attuale dipende esclusivamente dalla ricerca di un’organizzazione intermediaria che garantisca obiettività nella gestione e negli esami forensi che possano essere fatti
Abbiamo fallito nella missione di custodire i prigionieri e portarli allo scambio a causa degli oltre cinque anni di rifiuto del Governo, ma continueremo l’investigazione per sapere quale forza ha condotto l’attacco all’accampamento fino a fare luce su questa tragedia, che è servita soltanto a portare lutto nelle case dei deputati ed a far calare un’altra cortina fumogena sulla vera portata della para-politica all’interno dello Stato colombiano..


Il Manifesto – 7 luglio 2007
GLI OSTAGGI SMUOVONO, I MORTI NO.
SEQUESTRI, LA COLOMBIA IN PIAZZA

Nel sud-ovest delle Farc l’esercito avanza e l’aviazione bombarda, nelle città forse milioni di persone manifestano contro i rapimenti

Guido Piccoli

Chi, anche recentemente, ha coltivato illusioni di pace per la Colombia è servito. A volare sopra il suo cielo non sono le colombe della pace, ma gli avvoltoi insieme con centinaia di elicotteri blindati e bombardieri. La parola è ancora alle armi e alla propaganda di guerra. Mentre nel sud-occidente l’esercito ha l’ordine di avanzare in un territorio da sempre dominato dalle Farc e l’aviazione scarica bombe come non ha mai fatto, ieri l’altro centinaia di migliaia di cittadini, forse milioni, hanno marciato contro il sequestro, un delitto crudele prerogativa soprattutto delle Farc.
Il messaggio dei promotori della mobilitazione era semplice: il governo agisce, il popolo l’appoggia, la comunità internazionale ne tenga conto. Il tema del sequestro (unico delitto capace di commuovere la borghesia colombiana, indifferente ai massacri, alle esecuzioni mirate o alle sparizioni forzate che colpiscono colombiani di serie B come i contadini, i sindacalisti e gli oppositori politici) è salito alla ribalta da un mese.

El Turbion
QUI C’E’ QUALCOSA CHE NON VA
2 luglio 2007
Con l’annuncio della morte di undici dei dodici ex deputati dell’Assemblea dipartimentale del dipartimento del Valle che, da cinque anni, sono rimasti nelle mani della guerriglia delle FARC, si è aperto la porta ad un gigantesco dibattito nazionale nel quale hanno imperato la confusione, la molteplicità di vaghe ipotesi e la manipolazione governativa del dolore delle famiglie delle vittime.
Mentre le accuse corrono da un lato all’altro, le lacrime delle famiglie dei deputati rapiti sono mostrate a tutto il paese, ‘dal vivo ed in ogni colore’, dai principali monopoli mediatici, che non mostrano il benché minimo rispetto per le vittime, e neppure nessun interesse all’ascolto dei loro lamenti davanti all’indifferenza di un governo che insiste fanaticamente in un riscatto militare degli ostaggi che già ha provato la sua inutilità.
Dall’alba di giovedì, quando l’agenzia Anncol pubblicò un comunicato del Comando Unito Occidentale dell’organizzazione guerrigliera, segnalando la morte di queste persone "in mezzo al fuoco incrociato quando un gruppo militare, senza identificazione al momento, ha attaccato l’accampamento dove si trovavano", la valanga di versioni emessa da alcuni mezzi, basate solamente su congetture, hanno contribuito alla confusione e all’incertezza che hanno regnato nel paese da questo momento.

da ALTERCOM – 19 giugno 2007
NUOVA BASE MILITARE DEGLI STATI UNITI IN COLOMBIA

Bush promuove un clima di insicurezza nella Regione.Una nuova installazione per rimpiazzare quella di Manta, Ecuador?

nuova base USANel prossimo mese di Luglio, a Lima-Perù, si celebrerà un’altra delle famose ‘Conferenze Emisferiche’ su "Sicurezza, Cooperazione e Sviluppo" sotto l’egida degli Stati Uniti del Nordamerica ed il suo ministero di Guerra, chiamato Pentagono.
Questa Conferenza dell’Emisfero Occidentale ha risvegliato profonde inquietudini tra analisti politici, giornalisti e comunicatori sociali, sociologi e politologi dell’America Latina e, soprattutto, del Perù e Colombia, due paesi preventivamente scelti da Washington per spostare la Base Militare che attualmente è a Manta, Ecuador, in uno di quei paesi.
L’ "Accordo" incostituzionale che aggiudicò detta base ai militari statunitensi non sarà rinnovato dal Presidente Rafael Correa, come già annunciato, accogliendo le richieste della parte maggioritaria dell’opinione pubblica nazionale, organizzazioni popolari e per i Diritti Umani
In principio, il più gettonato era il Perù, ma a seguito della forte opposizione che cominciò a svilupparsi, il Pentagono, apparentemente, propese per la Colombia che, per mezzo di alti capi militari e politici, avrebbe messo già a disposizione degli Stati Uniti un esteso territorio strategico affinché installi una nuova Base Militare più moderna e potente di quella attuale a Manta.

La multinazionale spagnola del petrolio e il suo finanziatore sotto accusa
PROTESTE CONTRO REPSOL IN SPAGNA
Spagna. Maggio , giugno, luglio 2007

caixa policialCariche poliziesche, bastonate e detenuti in una protesta pacifica di fronte alla sede centrale di La Caixa, Madrid

da Madrid Digital  – 04/07/2007
Un teatrino posto di fronte alla sede centrale di La Caixa realizzata dal collettivo "Rompiamo il Silenzio" per denunciare la sua partecipazione finanziaria nella  Repsol YPF, è stato fortemente soffocato dalla polizia,  che ha arrestato per lo meno due persone, dopo aver fermato una trentina di manifestanti nella stazione di Gregorio Marañón.
I partecipanti all’atto hanno denunciato che la Caixa "è il secondo maggiore  azionista della Repsol YPF, 12,5%, ed è la promotrice dell’espansione della multinazionale in America Latina, cos’ come della sua alleanza strategica con Gas Naturale. "L’attività di  Repsol YPF produce un forte impatto, tanto sociale come ambientale", accusano gli attivisti.
Circa 60 persone si sono mosse verso la piazza di Gregorio Marañón, dove è situata la sede centrale di La Caixa a Madrid. Lì, nel giardino, hanno realizzato una simulazione degli impatti che provocano le prospezioni petrolifere, dove la polizia li ha duramente repressi.

articolo da QuiendebeaQuien? [ES]

video da YOUTUBE [ES]

Fotografie della manifestazione
da OMAL


protesta XixonXixon, Asturia – 14 giugno 2007

Una ventina di attivisti di diverse organizzazione – coordinamento di ONGS, Soldepaz-pachakuti, Corrente Sindacale di Sinistra, negozio di commercio equo Picu Rabicu, Cambalache, Espacio alternativo ed autogestito Escanda, Collettivo contro la repressione Calecer, Cosal-Xixon e vari rifugiati colombiani e persone a titolo personale e all’interno della Campagna Asturiana contro la spoliazione compiuta dall’industria petrolifera Repsol in Colombia, hanno partecipato davanti ad un distributore di benzina di REPSOL del centro di Xixon in un atto di protesta e denunicia contro la politica della multinazionale in Colombia, America Latina, nel mondo e nello Stato Spagnolo; sono stati distribuiti trittici informativi, volantini, esposti striscioni, ed il gruppo di Escanda hanno sceneggiato l’effetto mortale che la compagnia esercita sulle comunità indigene, contadine,organizzazioni sociali ed in generale in tutta la colombia.
Fotografie della manifestazione
per COSAL-XIXON
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protesta CEDSALA MAdrid e BarcellonaMadrid, Barcellona – 9 maggio 2007
Oggi ha avuto luogo al riunione annuale della Giunta Generale degli Azionisti della impresa Repsol YPF. Differenti associazioni e organizzazioni sociali, raggruppate nella Campagna dei Colpiti dalla Repsol e nella Campagna Chi deve a CHI?, hanno approfittato della celebrazione di questa riunione per denunciare le conseguenze sociali, ambientali, economiche e culturali che hanno le attività di questa corporaizone sulle popolazioni del pianeta.

Fotografie della manifestazione
da OMAL – CEDSALA


Argentina… ANCHE IN ARGERNTINA……

Il Tribunale Supremo argentino investiga Repsol e altre imprese petrolifere per danno ecologico
 El Pays – 2 luglio 2007
di Jorge Marirrodriga

Il Difensore del Popolo (Defensor del Pueblo) argentino, Eduardo Mondino, ha denunciato davanti alla Corte suprema del paese, (Corte Suprema), 17 compagnie industrie petrolifere – tra cui la spagnola Repsol, la brasiliana Petrobras e la statunitense Total – per il danno ecologico che stanno causando in un’ampia zona vicina ai circa 10.000 pozzi di petrolio. Mondino esige che le imprese versino i 550 milioni di dollari (406 milioni di euro) stimati che costerà riparare i danni causati dalle installazioni che in molti casi sono abbandonate e in cattivo stato di conservazione.

logo TPP manifesto madrid DICHIARAZIONE FINALE
DELL’UDIENZA PRELIMINARE
DEL TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI
SULLA REPSOL IN COLOMBIA E NEL MONDO

Madrid, 16 giugno 2007

Lo sviluppo che si sta producendo nel diritto internazionale dei diritti umani in relazione allo stabilimento delle responsabilità di attori non governativi, specialmente delle imprese transnazionali, fa che possiamo determinare un certo grado di responsabilità dell’impresa Repsol YPF per le inadempienze ai patti internazionali sui diritti umani che si stanno dando nelle zone dove l’impresa opera. Speciale responsabilità hanno le imprese transnazionali che lavorano in America, dato l’obbligazione che hanno di rispettare i diritti umani riconosciuti nei patti internazionali applicabili in questi paesi, tale e come è stato detto dalla Corte Interamericana di Diritti umani e l’articolo 36 della Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani.

Dichiarazione finale   [Versione IT]  [Versione ES]


adelso Gallo
Immagini dell’Udienza Preliminare in Madrid
16 giugno 2007
da REDHER

[foto]


Due mesi di continui attacchi armati ed istituzionali alle organizzazioni sociali
IN ARAUCA NON SI PLACANO LE ARMI
(e le morti inutili continuano)
a cura di Oscar Paciencia

manifesto aruacaIn attesa che venga realizzata l’Udienza del Tribunale Pernamente dei Popoli (Sessione Colombia) per giudicare le multinazionali del Petrolio (Repsol, OXY e BP) che qui in Arauca hanno prodotto danni ambientali, sociali, economici e politici, essendo state direttamente coinvolte nell’stigazione della politica di "sicurezza democratica" del presidente Uribe, e ad un mese dal terzo anniversario della strage compiuta dall’esercito colombiano che, alla luce del sole giustiziò due dirigenti sociali ed un sindacalista (Alirio Martínez, Leonel Goyeneche e Jorge Prieto), la continuazione in vita della popolazione civile del dipartimento continua ad essere legata al puro caso. Accerchiati dagli interessi delle multinazionali degli idrocarburi, dall’idiozia dello scontro tra guerriglie e dall’arroganza guerrafondaia ed incapace del governo Uribe, gli abitanti della zona sono ormai sottoposti ad uno stillicidio perpetuo delle loro attività, dei loro spazi, delle loro vite. Il centro per i diritti umani  Joel Sierra emette Azioni Urgenti e Denunce nel tentativo, per lo meno, di lasciare memoria storica.

ATTACCO A ECAAS  – Saravena, 1 luglio 2007  [versione IT]  [versione ES]
DENUNCIA  – Tame, 26 giugno 2007  [versione IT]  [versione ES]
AZIONE URGENTE – Saravena, 19 giugno 2007  [versione IT]  [versione ES]
AZIONE URGENTE – Saravena, 1 giugno 2007  [versione IT]  [versione ES]
AZIONE URGENTE – Saravena, 22 maggio 2007  [versione IT]  [versione ES]