Per una vita degna

Titolo paro Ciudad Bolivar

Sciopero di Ciudad Bolivar

Sciopero civico indefinito nel sud di Bogotá
di Oscar Paciencia
Jamundí, 30 settembre 2017
Neppure il Papa è passato da Ciudad Bolivar durante la sua visita pastorale in Colombia all’inizio di questo mese. Forse gliela hanno voluta tenere nascosta viste le condizioni delle stradine che si inerpicano tra le case fatiscenti. Oppure per la puzza estrema che si respira attorno al bacino del fiume Tunjuelo, che attraversa il sud-sud di Ciudad Bolivar. Infatti tra Mochuelo Alto e Mochuelo Bajo esiste un cosiddetto ‘Relleno Sanitario‘ Doña Juana, un gigantescco buco che raccoglie la spazzatura a cielo aperto da 30 anni di tutta Bogotá, ma che gli abitanti bene (del NORD) vogliono distante dalle loro case. Settemila tonnellate al giorno di rifiuti di ogni tipo vengono scaricati in questa voragine artificiale scavata nella terra.
Questo territorio é in gran parte abitato da sfollati interni (per ragioni economiche o di guerra) che si inventano la vita riciclando materiali di scarto (vetro, carta, cartone, plastica) oppure continuando a fare i contadini nei piccoli recinti di terreno che inframmezzano le case o al margine di esse. Molti (oltre 3 milioni, tanto per dare una cifra) sono quelli che ogni mattina impiegano oltre 2 ore per arrivare a Bogotá NORD dove sono utilizzati (e molto mal pagati) nelle attivitá che rendono Bogotá quella che vediamo.
Esausti delle condizioni insalubri, della soppressione dei diritti civili e umani fondamentali, e in generale della miseria e del pericolo quotidiano (gruppi armati illegali), hanno deciso di proclamare uno sciopero civico indefinito “dal SUD-Tunjelo”, per “la veritá, la giustizia, la riparazione, e la garanzia di non ripetizione’. Non solo contro il rinnovo per altri 50 anni del basurerodi Doña Juana, ma per il rispetto integrale delle loro vite.
L’inizio dello sciopero civico, mercoledí 27 settembre, ha prodotto 9 zone di concentrazione, blocchi stradali con rallentamenti a singhiozzo del traffico e una serie di manifestazioni pacifiche, confluite all’ingresso del basurero di Doña Juana senza incidenti. Dato peró che l’interesse dello stato e del governo del Dipartimento piú che soddisfare le legittime esigenze degli abitanti (un tavolo di trattativa con alti funzionari) é quello di distogliere l’attenzione dai temi posti autonomamente dalla popolazione del SUD Tunjuelo, ha mandato oltre un migliaio di agenti tra polizia ed ESMAD a ‘convincere’ gli abitanti di quanto sia necessaria Doña Juana. Per fortuna nessun ferito; 15 fermati di cui 10 poi rilasciati. Associazioni per i Diritti Umani si sono fatti carico dei 5 rimasti nelle mani delle forze dell’ordine.
“La scommessa è la trasformazione. Si tratta di costruire un nuovo modo di pensare, un nuovo modo di relazionarsi, di recuperare concretamente il nostro bacino del Tunjuelo, garantendo tutti gli abitanti, per costruire un territorio di vita”. Cosí termina il proclama di convocazione, mentre lo sciopero civico continua.

EXISTE, EXISTE EL SUR TAMBIEN EXISTE…… ¡RESISTENCIA CARAJO, RESISTENCIA!
por Oscar Paciencia
Bogotá, 27 de septiembre de 2017
Video del evento. El largo día de movilización de las organizaciones sociales y ciudadanos de Ciudad Bolivar, SUR-Tunjuelo, presionados por un despliegue masivo de policía. Bloqueo de carreteras. Declaraciones de leaderes y leaderesas sociales, campesinas, trabajadores de Transmilenio, organizaciones de bases. Gente luchando hartas de la exclusión en ara de seguir organizandose.

foto Ciudad Bolivar per la vita degna

“Paz con hambre no hay”

cese al fuego bilateral

di Oscar Paciencia
Jamundí – 25 settembre 2017
“Con la fame non ci sará alcuna pace” dicono in coro gli abitanti del piccolo villaggio di Paimadó sulle rive del Medio San Juan a quaranta minuti di navigazione dal capoluogo municipale di Istmina. Loro non hanno bisogno di essere politologi, economisti o qualche altra specie di intellettuale per comprendere che, fino ad ora, gli accordi dell’Avana (tra governo e FARC-EP) non hanno mitigato le drammatiche condizioni di vita che patiscono da sempre. Loro questa miseria la vivono giorno dopo giorno sulla propria pelle.
Gli abitanti delle comunitá al bordo di questi fiumi – San Juan e Sipi – hanno imparato un’arte: quella di restare vivi, facendo lo slaloom tra fenomeni atmosferici sempre piú frequenti, devastanti e l’invasione delle multinazionali del saccheggio di acqua, oro, biodiversitá; tra la mancanza di maestri, professori, scuole e la speranza di non ammalarsi, perché se succede la sopravvivenza diventa un terno al lotto; tra le norme che mettono fuori legge le loro attivitá nelle piccole miniere artigianali di oro, del legname e la pretesa del governo di stroncare la coltivazione di coca senza proposte realistiche circa la sostituzione e redditivitá delle coltivazioni lecite; tra la violenza perpetrata da tutti gli attori armati e l’abbandono di uno stato famelico e arrogante.
E la fantasia per sopravvivere non si ferma a questo: in una comunitá hanno addirittura costruito il percorso che ha portato a far sedere uno di fronte all’altro un comandante dell’ELN ed uno dei paramilitari, obbligandoli a patteggiare il rispetto del territorio, delle persone e delle atttivitá economiche del luogo.

Immagini dal San Juan e Sipi

Immagini delle Comunitá sui Fiumi San Juan (Medio) e Sipi del Chocó
foto di Oscar Paciencia
13 – 19 settembre 2017
Chocó, il dipartimento piú povero ed abbandonato della Colombia. Le comunitá di Bebedó, Boca di Soruco, Primavera, Calle Fuerte, Paimadó, Negria, San Miguel, Sipi e Chambacu – tra le altre – concretizzano alla vista, al tatto e all’odore un mondo che si tenta nascondere. Esse mostrano l’affronto peggiore che uno stato possa infliggere ai propri cittadini: l’oblio.

Il mondo a parte di Buenaventura

Malecon y palafita

Palafitte costeggiano il moderno malecon (lungomare), non ancora terminato, parte del megaprogetto di ampliazione del terminal portuale di Buenaventura (dipartimento di Valle del Cauca). La dimensione di quest’ “opera” è proporzionale alla devastazione ambientale e sociale che ha prodotto e continua a produrre. Migliaia di abitanti (maggiormente afro, ma anche indigeni) sono stati privati delle loro (già misere) abitazioni (viviendas), e resi ancora una volta profughi . Come se non bastassero i paramilitari, la corruzione, la mancanza di lavoro e di acqua potabile, la povertà, l’inesistenza di congrue strutture sanitarie ed educative. Tutti motivi che hanno portato circa 3 mesi fa ad uno sciopero cittadino durato 22 giorni, estremamente partecipato, e naturalmente represso duramente dalle ‘forze dell’ordine’, terminato con un accordo che prevede l’investimento di circa 600 milioni di dollari. Si vedrà se questa volta lo Stato terrà fede ai propri impegni

Espacio Humanitarios

La presenza dei paramilitari in Buonaventura non è mai venuta meno. Molti gruppi in disputa per il territorio che nel tempo hanno cambiato nome, ma non la pratica di terrore, al servizio implicito di chi aveva l’interesse a fare in modo che la popolazione ‘liberasse’ il territorio per poterlo vendere sul mercato (legale e illegale). Nella parte dell’ “isola” di Buenaventura, a ovest sull’oceano, le comunità di desplazados residenti sono riuscite nel 2014 a dichiarare Punta Icaco e Puente Nayero come Spazi Umanitari (Espacios Humanitarios). Due ‘strade’ (ma chiamarle così é un eufemismo) di uno dei quartieri più poveri della città, dove fino a quel momento il controllo paramilitare era asfissiante, il pizzo da pagare per le piccole attività di pesca e del legname era costante ed esorbitante. Dove le persone recalcitranti al controllo venivano letteralmente fatte a pezzi nella ‘ casa de pique‘ (il ‘pique’ è il taglio che il macellaio fa alla carne), quindi gettati nel mare dentro sacchi di plastica). La casa di pique di Puente Nayera è stata buttata giù ed al suo posto è stata costruita un’altra vivienda. La gente ha ripreso a respirare: le difficoltà derivanti dall’abbandono statale continuano ad essere le stesse, ma almeno, in queste due strade, non vengono più terrorizzati ed assassinati.

Desplazados Uanan

La guerra (militare ed economica) continua a far fuggire le persone dai loro luoghi tradizionali. Tra questi ci sono le comunitá indigene (etnia Wounaan) di Chagpien-Tordó, Chagpien-Medio, Durapdur, provenienti dalla zona del Medio San Juan. Sono circa 200 persone ospitate in un palazzetto dello sport di Buenaventura che dal 20 febbraio scorso sopravvivono in condizioni precarie grazie a sporadici aiuti locali, l’interessamento di organismi per i diritti umani (Justicia y Paz) e a un flebile intervento dell’ ACNUR.
In un altro palazzetto dello sport si ritrovano 32 famiglie afro fuggite dalla loro comunitá di Cabezera, nel Litoral San Juan, da pochi mesi a seguito di scontri tra paramilitari, esercito e guerriglia dell’ELN. Hanno notizie che durante la loro assenza le case che hanno abbandonato vengono utilizzate dall’esercito che spesso ruba quello che trova.
Entrambi i gruppi sono intenzionati a ritornare. Mentre gli indigeni Wounaan hanno richiesto accompagnamento per il ritorno, gli afro di Cabezera sono determinati a ritornare anche senza la protezione dell’ ACNUR.
“Senza il calore umano il legno delle case si imputridisce” dice José Wilson Chamarra, secondo Governatore delle comunitá di Chagpien.

foto El mundo aparte de Buenaventura

Quale pace per i minatori?

logo paro minero

Murales paz

di Oscar Paciencia
1 settembre 2017
Ci sono voluti 42 giorni di sciopero generale continuato; miniere d’oro deserte; negozi chiusi scuole distrutte; tre morti ufficiali e altre tre non contabilizzate; oltre 50 feriti e 20 arresti; centinaia di persone sfollate dalle loro abitazioni. E’ stata necessaria la pazienza della Mesa Minera e degli ottantamila abitanti tra Segovia e Remedios (piccole cittadine nel nordest di Antioquia), ma anche la loro determinazione nel resistere all’incursione della polizia, dei battaglioni speciali dell’ESMAD – Escuadrón Móvil Antidisturbios – autori dei tre omicidi e dei gruppi paramilitari, mai estinti in questa zona del Paese. Infine la resistenza civile, attrezzata a sopportare la mancanza di alimenti, inventandosi 36 cucine comunitarie sparse per Segovia e foraggiate dalla solidarietá; mantenendo in funzione l’unico centro di salute presente, costantemente circondato dalle forze dell’ordine; permettendo lo svago ai ragazzini e alle ragazzine proponendo attivitá ricreative.
Alla fine la disputa tra i minatori tradizionali di Segovia e Remedios da un lato e il governo nazionale, dipartimentale, l’impresa Gran Colombia Gold (canadese) dall’altro si é conclusa con la firma di un accordo accettato dai minatori e dalla Mesa Minera , loro rappresentante.
Rimane peró una domanda: se la Colombia ha fatto la pace con le FARC e (pare) si appresta a farla con l’ELN, di quale pace si tratta? Quali cambiamenti apporta questa pace nei territori, nell’economia, nella gestione dei conflitti, nelle rivendicazioni, nella convivenza, se occorrono ancora morti, sfollamenti, saccheggi, distruzioni provocati dallo stato?
E’ possibile considerare in pace i municipi di Segovia e Remedios?
PARO MINERO EN SEGOVIA Y REMEDIOS: CONTRA EL DESPOJO POR LA DIGNIDAD
por Fernando Álvarez de ASOVISNA
28 de agosto 2017
Los municipios de Remedios y Segovia se han caracterizado por su vocación minera. De las profundidades de su suelo se extrae metal precioso, oro, desde mediados del siglo XIX. Allí tuvieron asiento compañías mineras extranjeras, la última, Frontino Gold Mines dató de 1927, pero en 1975 se declaró en quiebra y en 1977 firmó un acuerdo concordatario que dejaba la empresa en dación de pago a pensionados y trabajadores, con administradores colombianos y la responsabilidad de crear un fondo para asegurar las pensiones adquiridas y las que se sucedieran a futuro. Una vez estableciera el fondo la empresa pasaría a mano de los trabajadores.

fotosegovia

Por lo caminos de Colombia

logo caravana global

Murales paz

di Oscar Paciencia
17 maggio 2014
Después de diez días de actividades en cinco regiones de Colombia (Costa Norte, Nororiente, Noroccidente, Suroccidente, Centro), la Caravana por la Paz y la Democracia en Colombia, integrada por ciudadanos solidarios de australianos, estadounidenses, franceses, suizos, alemanes, italianos y chilenos, pudo ver lo que las condiciones de vida de la gente, los campesinos, los estudiantes, los trabajadores, la industria y el comercio los trabajadores, pescadores y maestros indígenas siguen siendo muy afectados, ya que están rodeados por una guerra sin fin, la codicia de las corporaciones multinacionales que saquea sin parar el territorio, los grupos paramilitares que, en lugar de ser desmantelados, siguen matando selectivamente a líderes comunitarios, defensores de derechos humanos, sindicalistas.
Y También se ha podido observar en las reuniones con la Vicepresidencia de la República (Angelino Garzón) y la Defensoría del Pueblo, la impotencia de estos organismos atrapados por mecanismos formales o ineficaz.
De Buenaventura a Santa Marta, de Bugalagrande a Medellín, desde Barrancabermeja a Riohacha la mirada es la misma: el abuso, la destrucción del medio ambiente, las amenazas, el asesinato, el abandono. Por el momento, el proceso de diálogo en curso en La Habana, entre las FARC -EP y el gobierno de Santos no produjo resultados visibles. Nisiquiera un alto el fuego bilateral por lo menos durante las conversaciones.
Sin embargo, las trochas, veredas y caminos, las calles y plazas de este Pais se llenaron en estos días de protestas convocadas por muchas organizaciones y movimientos sociales: PARO AGRARIO Nacional, Étnico y Popular, lo que demuestra (por si hubiera dudas) que aquel Pueblo no fué aniquilado, que la determinación de un cambio social necesario aún está presente.
Y que este cambio nos pertenece y nos convoca.

DECLARACIÓN POLITICA DE LA CARAVANA
Bogotá, Colombia
30 de abril 2014
Delegados y delegadas de organizaciones sindicales, defensoras de derechos humanos y colectivos de solidaridad con Colombia de Estados Unidos, Suiza, Chile, Australia, Italia, Alemania, Francia, invitados por Sinaltrainal, Fundación La Otra Esquina, CELES, La Red de Lucha contra el Hambre y la Pobreza y el Movimiento Unidad, Paz y Democracia, realizamos una gira por varias regiones de Colombia, con el propósito de reunirnos con las comunidades y sus organizaciones, para examinar los impactos de la política del estado y las Multinacionales en sus vidas y en el país.

Costa Norte

COSTA NORTE
Lo documentado por los Caravanistas: problemática de las mega construcciones para hoteles y apartamentos en Rodadero (Santa Marta) que empactan el paisaje, los ecosistemas, el suministro de agua y las aguas negras. Falta de agua por la sequía y debido al cargue directo de carbón en el puerto de Sta. Marta, que afecta con su polvo toda la ciudad. Trabajadores tercerizados en empresas multinacionales en todas la Región. Esterminio por hambre de los indígenas Wayuu, sobretodo niños. Pescadores afectados en los municipios de Sta. Marta, Ciénaga y Taganga. Comunidad de Palmira, mpio. Pueblo Viejo donde la gente vive en medio y sobre la basura y las aguas negras. La comunidad de El Tamarindo (Barranquilla), desplazados y amenazados por la familla Char, una de las mas poderosa de Colombia.

Oscar Paciencia 25 de abril 2014

Entrevista a sindicalista SINALTRAINAL amenazado y desplazado
Wilson Castro Padilla, por amenazas de muerte y el intento de desconocidos de ingresar a su casa en las horas de la madrugada fue desplazado de la ciudad de Cartagena, la empresa Coca Cola se negó a reubicarlo en la ciudad de Bogotá y toco acudir al juez de tutela que ordeno a la empresa reubicarlo en esta ciudad y Coca Cola apeló la decisión del Juez y la decisión fue confirmada, pero la empresa lo tiene ubicado en un sitio aislado y que no corresponde con la actividad que realizaba en Cartagena. Video versión [ES]

Oscar Paciencia 27 de abril 2014

Pescador de Donjaca y el carbon de Drummond
El man cuenta de la vida de las pequeña comunidad de Donjaca, de como es la vida a cerca de la esplotación del carbon por parte de Drummond y Prodeco. Prodeco empezó a cargar cerca (están Puerto Drummond, Puerto Vale y Puerto Nuevo) y por la contaminación con el polvillo ya no hay cultivos ni suficiente pesca. Antes de la carga de carbón pescaron hasta 2 toneladas/semana, hoy pescan 2 kg por dia. Además, por el peligro de ser atropellado por un buque, los pescadores ya no salen a pescar de noche. Hoy el pueblo no tiene agua potable (tienen pozos), algunas casas no tienen ni letrinas mientras que otras tienen pozos sépticos. Nunca han tenido un puesto de salud, tienen una escuela hasta 9° pero los profes no son buenos y luego los jóvenes se quedan sin hacer nada. Video versión [ES]

Oscar Paciencia 27 de abril 2014

¿Tienes sed?
En Donjaca, pequeño pueblo cerca de Santa Marta, feudo de la Drummond y su carbón, el agua potable no es un derecho. Se tiene que cavar enormes agujeros en su búsqueda. Y toca esperar de no haberse equivocado: tocaría tirar a la basura un año de trabajo manual. Video versión [ES]

NOR ORIENTE

NOR ORIENTE
Los caravanistas han podido constatar que una inmensa parte del territorio del Magdalena Medio está cultivada practicamente solo con palma aceitera (para combustible) en donde siete grandes empresas se acaparraron el terreno. La zona se presenta completamente deforestada. Ataques en contra de sindicatos por paramilitares, atraves de atropellos labrales y despidos; falta de agua para los habitantes de Puente Sogamoso; desempleo falta de Salud; efectos visibles de agrotoxicos; medio ambiente sumetido a la economia trasnaciónal. Tambien la minería artesanal está bajo ataque de la gran minería que insiste por el desalojo de las comunidades. Así como la represa hidroelétrica de Sogamoso que tiene previsto inundar las zonas cercanas.Y el paramilitarismo, nunca desaparecido en esta zona, muy activo y peligroso, mientras siguen en la impunidad los crimines en este territorio y hay centenares de presos politicos integrantes de la protesta social.

NOR OCCIDENTE

NOROCCIDENTE
Los sindicalistas de muchas organizaciones de la zona, junto con CELES (centro de estudio laborales y economicos) denunciaron como las impresas siguien incentivando la violación de los derechos laborales: tercerizacion e intermediacion laboral; falta de control sobre la salud de los trabajadores; pactos colectivos para debilitar los acuerdos sindicales; atropello de parte de la fuerza publica. Tambien organizaciones de mujeres y de derechos humanos manifestaron que el asesinado y feminicidio siguien aumentando. En Medellin hay mucha detencion arbitraria de los ciudadanos que salen a la calle;el INPEC (isituto Penitenciario) obstaculiza el desarrollo de los derechos de los detenidos. En las zonas rurales el impacto de la gran minería afecta a todo lado y la población así se expresa: “NO A LA MINERÍA, SÍ A LA VIDA”

SurOccidente

SUR OCCIDENTE
La caravana abarcó estar en Cali, Bugalagrande, Armenia y Buenaventura. Organizaciones sociales y sindicales y indígenas que transmetieron su denuncias y acompañaron en la visita de conflicto laborales en SODEXO, COCACOLA, COMFANDI, donde la impunidad, perdida de derechos, desconocimientos de la ley, asesinatos, despidos masivos, violación a la libre asociación sindical, terceriziación y promoción de sindicatos patronales representan la normalidad. En Cali hay barrios pobres donde los obligaron a tener deuda con banco financieros. Así como en el eje cafetero donde la falta de cumplimiento de acuerdos del paro agrario del 2013 afectas a miles de caficultores.
Lo que se suma a la intervención de NESTLÉ CON SU PROGRAMA NESPRESS. En fin la zona de Buenaventura con el puerto más grande y importante de Colombia, donde la crisis humanitaria y social subió a niveles tremendos. Paramilitares como Los Urabeños y La Empresa (afiliado de Los Rastrojos) están matando por el control territorial y tienen vínculos con poderosos intereses.A pesar de ser una de las ciudades más militarizadas en el país, la situación de seguridad pública sigue siendo horrible con asesinatos y descuartazamientos el pan de cada día.

Libro fotografico

Caminando Colombia

imágines por Oscar Paciencia. Textos por Juan David Lopera López
Diez años a través de Colombia, herida, nunca derrotada.
fotografías 2003 – 2012
Las ciudades con sus miserias y sus manifestaciones de resistencia popular; el Sur de Bolívar con sus explotaciones mineras, junto a las comunidades indígenas y campesinas; Arauca, en medio de un conflicto armado y social intenso, que, sin embargo, no ha desmembrado completamente la esperanza de su gente; el Valle del Cauca con sus múltiples trenzas y sus risas; las periferias con sus expresiones de alegría, luchas y perseverancias, y la Colombia toda, mostrando abiertamente cómo ha sido desangrada por la injusticia social, las políticas extractivistas de sus gobiernos, las corporaciones trasnacionales y un conflicto armado que ha engullido a la población de a pié en casi todos los rincones de su territorio. Un territorio que se traduce, no obstante, en cada sonrisa, baile, canto, semilla, río y montaña, defendido y amado por sus habitantes, en una lucha incansable y digna, en un caminar constante hacia el horizonte soñado. Recorriendo todo esto, también, desde el corazón a la cabeza. Subiendo la gran emoción que la gente de este País provoca hasta la voluntad, racional y transformadora. Un camino irreversible, compartido, nunca terminado.

Imágines y Textos de Caminando Colombia

El libro
imágines y textos
Bologna, Medellin, Bilbao. Settembre 2012 – gennaio 2014
Este libro no es sólo el recorrido por un país a través de sus imágenes, es aún más importante: es la posibilidad de mirarnos a nosotras y nosotros mismos en los pasos, ojos, tristezas y alegrías de tantos hermanos y hermanas que a diario construyen el país en medio de adversidades y sacrificios, pero también de sueños y fortalezas.

ELN e i dialoghi di pace

Intervista a Gabino

LE INSIDIE DELLA PACE
da ELN – VOCES
lunedì 10 settembre 2012
Abbiamo già esposto le difficoltà che occorre superare, per un cammino verso la pace ee in questa settimana abbondano gli esempi, ma non per questo perdiamo la fiducia, al contrario, riaffermiamo il nostro impegno nella monumentale impresa.
Se abbiamo resistito mezzo secolo di guerra, continuare cercando la pace, continua ad essere la nostra scommessa. In ciò ci incoraggiano milioni di umili di questa patria ferita e macchiata a coloro i quali è stato negato questo diritto, consacrato nella Costituzione Nazionale, fino ad ora solo come ornamento.
Nei giorni scorsi, il presidente Santos, ci ha pubblicamente convocati a partecipare al processo di pace, e intendiamo il suo appello come una risposta ai nostri reiterati solleciti ed esigenze, per iniziare questa strada
LA PACE CHE TUTTI VOGLIAMO MA CHE E’ TANTO SFUGGENTE
da ELN – VOCES
martedì 4 settembre 2012
E’ positivo l’annuncio di pace da parte del Presidente, dopo i suoi recenti e ripetuti proclami di chiamata alla guerra.
L’urgenza della pace è stato rivendicato da ampie maggioranze durante tutto il tempo di questo conflitto fratricida, attraverso tutte le loro forme di lotta; quindi per coloro che come noi sono dalla parte di questa maggioranza, l’annuncio del Presidente è positivo così come tutte le espressioni di sostegno per la pace in Colombia provenienti da ogni angolo del paese e della comunità internazionale, molto di più quando alcune sono espressioni teoriche e altre, le più importanti, azioni di governi e di popoli che, con un atteggiamento saggio e coraggioso, assumono responsabilità di lavorare per gli aneliti di pace di tutte e di tutti i colombiani.

Immagini degli accampamenti FGO eleni in Arauca

IMMAGINI DEL FRONTE DI GUERRA ORIENTALE DELL’ELN NEGLI LLANOS ARAUCANI
foto di óscar paciencia
Arauca, 7-11 settembre 2012
Negli accampamenti dei guerriglieri Eleni nelle pianure – llanos – del dipartimento di Arauca. La vita quotidiana. L’addestramento. Il dogma delle armi. Ragazze e ragazzi addestrati a resistere ai capricci del tempo e alle trappole della natura. Rosso e nero ovunque, che si mescola al verde della selva.

Nel Morro di Moravia

logo moravia resiste

LA COMUNITA’ DEL QUARTIERE MORAVIA, ESIGE NUOVE CASE PRMA DI ESSERE SGOMBERATA
Corporacion Juridica Libertad / Mesa interbarrial de desonectados de Medellin
Medellin, 23 agosto 2012
Il giorno 17 agosto di 2010, l’Ispezione di Polizia Urbana della città di Medellin ascritta alla Segreteria di Governo Municipale, notificò a tre famiglie abitanti del Morro di Moravia (collina creata dal’accumularsi di spazzatura in 50 anni)l’ Evacuazione Definitiva per il giorno 23 di agosto dalle 8 del mattino, sulla base alla risoluzione Nº 234, del 10 di agosto di 2010, dove si segnalano 21 famiglie attualmente lì residenti a cui viene ordinata l’evacuazione definitiva delle loro abitazioni. Di queste 21 famiglie, solo a tre è stata al momento notificata lo sgombero nelle dovute forma.

IMMAGINI e VIDEO DELLA GIORNATA

Video e immagini a cura di Creacionlibertaria
Medellin 23 agosto 2012
Il 23 agosto scorso, vari collettivi e organizzazioni hanno accompagnato questa azione di resistenza contro gli sfratti e per una dimora degna.

disegno di moraviaGLI ABITANTI DI MORAVIA SI LAMENTANO DEGLI SFRATTI VIOLENTI
17 agosto 2012
“I Paparini”, come sono conosciuti Luis Enrique Roldán e María Serna, non ricordano quanto tempo è passato da quando si giurarono amore eterno dal primo scambio timido di sguardi, fino agli anni nascosti tra le rughe si sono sciolti nelle loro memorie. Tuttavia, i loro aneddoti obbligano a ritornare a grandi passi alla storia nazionale fino ad arrivare alla lontana gioventù nella quale si emozionavano ai discorsi di Jorge Eliécer Gaitán che credevano capace di offrire soluzioni vere al problema della fame e della miseria che esisteva allora nei campi nelle città colombiane.

Huila: Minga Indigena e Contadina

logo minga indigena contadna

MOVIMENTO PER LA LIBERAZIONE E DIFESA DELLA MADRE TERRA
Indigeni appartenenti ai tre Popoli del Huila – Yanaconas, Nasas y Guambianos- raggruppati nel CRIHU (Consiglio Regionale Indigeno Huila), contadini di ASOQUIMBO e Pastoral Social, per nove giorni hanno occupato i dintorni del chilometro 59 della strada che da Gigante porta a El Hobo, nel Huila meridionale. La quebrada del Pescador, oggi completamente secca, con alberi ridotti a tronchi senza vita a seguito della costruzione della diga di Betania, ha ospitato il grande accampamento di oltre 2000 persone. Gente arrivata da innumerevoli resguardos indigeni, veredas e municipi che verranno colpiti dalla costruzione – già avviata – di una seconda diga, EL QUIMBO. All’inizio dell’anno, le forti proteste sono state duramente represse dall’esercito e dalla Polizia antisommossa ESMAD, al servizio della multinazionale EMGESA a capitale maggioritario ENEL.

immagini della minga indigena contadina

IMMAGINI DELLE GIORNATE DI RESISTENZA
foto di óscar paciencia
Huila, 5-15 agosto 2012
Nove giorni di occupazione presso la Quebrada del Pescador, municipio di EL Hobo. Blocchi stradali intermittenti. Attacchi brutali dell’ESMAD: 7 poliziotti, 23 manifestanti feriti. Dialogo e impegni governativi firmati.
La LOCAmotora minero-energetica [ES]

Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l’ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser.

Accordi tra Minga in resistenza e Governo Nazionale [Versione IT]    [Versión ES]
Oscar Paciencia 19 agosto 2012

MINGA: 14 agosto 2012
Dopo gli scontri di lunedì 13 agosto, due polizziotti dello squadrone antisommossa (ESMAD) sono stati fatti prigionieri dagli indigeni e contadini che partecipano della Mobilitazione per la liberazione e difesa dela Madre Tierra in località Puente del Pescador, HUILA. Il coordinatore della Guardia Indigena mostra i caricatori per pistla da 9 mm trovati nella borsa di un poliziotto. Versión [ES]
disegno quimbo polizia

COMUNICATO MINGA
14 agosto 2012
Il Movimento per la Liberazione e Difesa della Madre Terra ratifica che la Minga si mantiene in Assemblea Permanente nella zona del Ponte Il Pescatore del Municipio di Hobo Huila per:
1. la difesa del territorio, le risorse naturali, il fiume Magdalena, il Massiccio Colombiano, il Páramo di Miraflores e le comunità colpite dai megaprogetti minerario-energetici;
2. il ritiro delle transnazionali dal territorio (Endesa Enel, Emerald Energy, Hydrochina, tra altre;
3. l’accesso alla terra per contadini e indigeni;
4. la soluzione politica al conflitto armato ed il controllo sovrano ed autonomo sui nostri territori.
Radiogiornale da Neiva, Huila. 14 agosto 2012 [ES]

Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l’ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser.

Oscar Paciencia 20 agosto 2012

MINGA: 13 agosto 2012. GLI SCONTRI

La Minga per la Liberazione e Difesa della Madre Terra occupa nuovamente la strada al km 59, tra Gigante e El Hobo. Migliaia tra indigeni e contadinisi posizionano lungo 500 metri della strada, bloccando completamente il traffico per oltre cinque ore. Saranno cinque ore di scontri tenaci con l’ESMAD. Verranno ritrovati 4 bossoli da 7,65. Versión [ES]

Oscar Paciencia 19 agosto 2012

MINGA: 13 agosto 2012
Testimonianze di due contadini del municipio El Agrado. Il primo, colpito ripetutamente quando già a terra, ha rischiato di essere ucciso dall’ESMAD. Il secondo ferito da particlari proiettili di gomma dura sparati a bruciapelo con i lancialacrimogeni. Immagini di alcuni feriti durante gli scontri. Versión [ES]
Movilizacionquimbo 18 agosto 2012

MINGA: 11 agosto 2012
Alle 18,30 del sabato i Contadini di ASOQUIMBO ed indigeni del CRIHU, hanno sgomberato la strada, dopo 3 ore di blocco, a seguito della forte pressione della polizia decisi fare uso smisurato della forza e perché così avevano deciso le autorità tradizionali e i dirigenti di ASOQUIMBO. Versión [ES]
Oscar Paciencia 19 agosto 2012

MINGA: 10 agosto 2012
Nel primo giorno della Minga Indigena e Campesina per la Liberazione e la Difesa della Madre Tierra, il presidente del Consiglio Regionale Indigeno del Huila, racconta quali saranno le attività della giornata, il rapporto con le multinazionali e il coordinamento con i contadini. Versión [ES]
Behiquealto 12 agosto 2012

MINGA: 10 agosto 2012
Verso le 9 iniziano i blocchi del traffco su di una carreggiata in direzione El Hobo, della via nazionale. Circa 400 – 500 metri di strada sono occupati da una folta fila di indigeni e contadini che, passando di mano in mano una lunghissima corda, producono un gran rallentamento del traffico. Poi anche l’altra carreggiata viene bloccata. Verso le 13 arriva il Segretario di governo dipartimentale, la Defensoria del Pueblo e il Colonnello della Poliza Pelaez. Versión [ES]
Movilizacionquimbo 9 agosto 2012

MOTIVAZIONI DELLA MINGA
…difesa del territorio, le risorse naturali, il fiume Magdalena, il Massiccio Colombiano, il Páramo di Miraflores e le comunità colpite dai megaprogetti minerario-energetici; il ritiro delle transnazionali dal territorio; l’accesso alla terra per contadini e indigeni; la soluzione politica al conflitto armato … Versión [ES]