torturaQuasi 50 difensori dei diritti umani sono stati assassinati o aggrediti nel 2005. Secondo gli organismi umanitari, l’anno scorso in Colombia, almeno 47 attivisti e difensori dei diritti umani sono stati assassinati o vittime d’attentati attribuiti ai paramilitari e agli agenti statali.
La cifra è stata comunicata a Bogotà dall’Organizzazione Mondiale contro la Tortura e dalla Federazione Internazionale dei diritti umani, con sede rispettivamente a Ginevra e Parigi, e dal colletivo di avvocati colombiani “José Alvea Restrepo”.
Gli organismi sottolineano il fatto che più della metà di questi attacchi contro i difensori dei diritti umani avvenuti nel continente americano si sono svolti in Colombia.
Il rappresentante della Organizzazione Mondiale contro la Tortura, Alberto Leongòmez, ha dichiarato che la situazione relativa ai difensori dei diritti umani in Colombia è piuttosto “critica”.
Il rapporto presentato contiene dati relativi a 90 paesi e avverte che “i difensori dei diritti umani si scontrano con un contesto nazionale in cui domina una moltiplicazione delle strategie eccezionali in nome della lotta al terrorismo, con il fallimento di processi di transizione alla democrazia in molti paesi, con la persistenza di conflitti e gravi violazioni dei diritti”.
Nel capitolo sulla situazione colombiana, si precisa che nel 2005 si verificarono inoltre sette scomparse forzate (“desaparecidos”), otto casi di maltrattamento, quattro aggressioni fisiche, 77 minacce, 78 detenzioni arbitrarie, 36 ostaggi e sette registri illegali di immobili relativi ad attivisti umanitari.
Secondo Leongòmez i difensori dei diritti umani “continuano ad essere vittima di omicidi, minacce e persecuzioni giudiziarie”. Personalmente, il presidente di detto collettivo di avvocati, Alirio Uribe, ha sottolineato il fatto che quello che loro chiedono non è ottenere l’immunità, bensì porre fine alle accuse che “sottraggono legittimità al lavoro svolto dai difensori”.

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