BrandAssassinato dai paramilitari al servizio del governatore di Oaxaca, Messico.

Uno di noi.
Un’altro assassinato.

di Oscar Paciencia

Non è un fuori tema. Questo blog si occupa di Colombia, della resistenza della popolzione civile alle ingiurie che l’economia del libero mercato distribuisce a piene mani. Si occupa di far conoscere quella parte di Colombia che non apparirà mai sulle copertine patinate delle riviste e nelle pagine dei quotidiani a larga tiratura, delle lotte degli indigeni, dei neri delle donne e degli studenti. Dei campesinos e dei minatori. Si occupa di comunicare l’altra Colombia che già esiste, informando.


E Bradley Roland Will, videoreporter di Indymedia – New York era quello che stava facendo a Oaxaca, Messico, nel quartiere di Santa Lucía del Camino, quando due pallottole di un fucile automatico d’assalto, sparate da un paramilitare, di mestiere poliziotto, in borghese, gli hanno trapassato il petto.


Poteva essere in una città qualsiasi della Colombia. Per comunicare la resistenza popolare, lui aveva scelto il Messico.

Mentre moriva, continuava a riprendere: immagini di resistenza e rumori di spari sono divenuti la sua ultima testimonianza.

da The Narco News Bulletin    [versione IT]    [version ES]
da El Universal gallerie fotografiche sugli eventi di Oaxaca
da Indymedia Chiapas [versione ES]


torturaQuasi 50 difensori dei diritti umani sono stati assassinati o aggrediti nel 2005. Secondo gli organismi umanitari, l’anno scorso in Colombia, almeno 47 attivisti e difensori dei diritti umani sono stati assassinati o vittime d’attentati attribuiti ai paramilitari e agli agenti statali.
La cifra è stata comunicata a Bogotà dall’Organizzazione Mondiale contro la Tortura e dalla Federazione Internazionale dei diritti umani, con sede rispettivamente a Ginevra e Parigi, e dal colletivo di avvocati colombiani “José Alvea Restrepo”.
Gli organismi sottolineano il fatto che più della metà di questi attacchi contro i difensori dei diritti umani avvenuti nel continente americano si sono svolti in Colombia.
Il rappresentante della Organizzazione Mondiale contro la Tortura, Alberto Leongòmez, ha dichiarato che la situazione relativa ai difensori dei diritti umani in Colombia è piuttosto “critica”.
Il rapporto presentato contiene dati relativi a 90 paesi e avverte che “i difensori dei diritti umani si scontrano con un contesto nazionale in cui domina una moltiplicazione delle strategie eccezionali in nome della lotta al terrorismo, con il fallimento di processi di transizione alla democrazia in molti paesi, con la persistenza di conflitti e gravi violazioni dei diritti”.
Nel capitolo sulla situazione colombiana, si precisa che nel 2005 si verificarono inoltre sette scomparse forzate (“desaparecidos”), otto casi di maltrattamento, quattro aggressioni fisiche, 77 minacce, 78 detenzioni arbitrarie, 36 ostaggi e sette registri illegali di immobili relativi ad attivisti umanitari.
Secondo Leongòmez i difensori dei diritti umani “continuano ad essere vittima di omicidi, minacce e persecuzioni giudiziarie”. Personalmente, il presidente di detto collettivo di avvocati, Alirio Uribe, ha sottolineato il fatto che quello che loro chiedono non è ottenere l’immunità, bensì porre fine alle accuse che “sottraggono legittimità al lavoro svolto dai difensori”.

[guarda lo spot / ver el spot]


SULLA STRADA VERSO LA PACE?
Schizofrenie di un governo confuso

di Oscar Paciencia
28 ottobre 2006
Mentre Uribe sbraita contro gli attentatori dell’Università militare di Bogotà, indicandoli come appartenenti alle FARC – che smentiscono – e ‘ordina‘ la sospensione di ogni avvicinamento sul percorso definito come ‘scambio umanitario’ (prigionieri nelle mani del gruppo insorto restituiti in cambio della liberazione di alcuni guerriglieri catturati), beccandosi una serie di manifestazioni contro el rescate a sangre y fuego, lo stesso presidente ‘dalla mano ferma’ manda il Commissario per la Pace
Luis Carlos Restrepo Ramirez a Cuba, per la Quarta tornata di Incontri con l’altro gruppo guerrigliero, l’esercito di Liberaizone Nazionale, ELN., più che per la vecchia logica del ‘dividi e comanda’, per una malcelata confusione mentale, prodotta dalla sua politica di ‘sicurezza democratica(Seguridad Democratica), che cerca di tinteggiare cun una vernice pulita i massacri di civili, le sparizioni, gli oltraggi e le detenzioni massive che le forze dell’ordine regolari ed irregolari, assieme all’esercito, continuano a produrre nelle zone su cui gli interessi multinazionali hanno posato gli occhi (Sud del Bolivar con l’oro, Arauca e Catatumbo con il petrolio sono solo due dei molteplici esempi)

Antonio FranciscoComunicato ELN – GOVERNO sull’esito della quarta serie di incontri  [versione IT]  [version ES]

Intervista a Antonio Garcia [versione IT]  [version ES]
dalle pagina web E.L.N.


CONTINUA LA CATENA DI OLTRAGGI ED ASSASSINI DA PARTE DELL’ESERCITO NAZIONALE NEL SUD DI BOLIVAR

soldadoBATTAGLIONE NUOVA GRANADA ASSASSINA UN ALTRO LEADER CONTADINO NEL SUD DEL BOLIVAR.

ERRORI MILITARI?

Santa rosa del Sur – 26 ottobre 2006

Come Comunità del Sud del Bolivar in mobilitazione dal giorno 19 settembre di 2006, nella parte urbana del municipio di Santa Rosa, ci rivolgiamo all’opinione pubblica nazionale ed internazionale, per ripudiare e respingere il nuovo assassinio che intristisce le comunità del Sud di Bolivar. Il giorno 24 ottobre di 2006, il Battaglione Antiaerea Nuova Granada, ha assassinato il signor LEBER CASTRILLON SARMIENTO, di mestiere agricoltore, leader comunale, membro della comunità di Norosí, municipio di Rio Viejo, Sud del dipartimento del Bolivar.

[versione IT]    [version ES]

Articolo Vanguardia Liberal   [versione IT]    [version ES]


Yolanda PulecioProtesta nazionale contro il riscatto dei sequestrati a ‘sangue e fuoco’
da Notimundo

Bogotà, 24-10-06
. Varie centinaia di persone, tra cui i famigliari dei sequestrati dalle FARC, si sono dati appuntamento nella Piazza centrale di Simon Bolivar in Bogotà per rifiutare decisamente la decisione del presidente
Álvaro Uribe Vélez di sospendere qualsiasi avvicinamento con questo gruppo ribelle con la pretesa di riscattare i prigionieri sequestrati da questa guerriglia a ‘sangue e fuoco’.
Yolanda Pulecio, madre  della ex candidata presidenziale Ingrid Betancur, ha detto a Notimundo, che nutre la speranza che il Presidente riveda la sua decisione del venerdì scorso, e tratti con le FARC il tanto sospirato accordo umanitario per non metter a rischio la vita delle persone che sono nelle mani del gruppo armato
.

acuerdo humanitario
Fotografie della manifestazione
da Indymedia Colombia  di PeSePu

[Foto]


Autobomba nel Cantón Norte
uribe militari
Davanti all’ultimo attentato, cancellano lo scambio umanitario tra Stato e FARC ed ordinano un assalto militare per liberare i sequestrati. Appello di Uribe al terrorismo di Stato.

Da Cristiani per la Pace con Dignità e Giustizia / Indymedia Colombia
21 ottobre 2006


Giovedì 19 ottobre, l’esplosione di una carro-bomba nel complesso militare più importante del paese, ha lasciato più di una ventina di feriti alcuni minuti prima di un’attività accademica sui Diritti umani dove sarebbe intervenuto il delegato dell’ONU e il comandante generale dell’esercito. L’artefatto esplosivo è stato messo fronte alla sede della Scuola Superiore di Guerra, nelle vicinanze dell’Università Nuova Granada, un’università pubblica diretta dale forze armate dove studiano anche civili.
In mezzo al crollo di governabilità del governo di Uribe, e davanti a questo evidente fallimento della politica di "Sicurezza Democratica", Uribe ha impartito l’ordine di offensiva militare totale.
Mentre lo Stato in toto responsabilizza le FARC per questo attentato, l’ultimo comunicato di questo gruppo guerrigliero smentisce il fatto, ed entrambe le parti affermano che la controparte è contro la soluzione negoziata al conflitto.

Continua nota  [Versione IT]  [version ES]
  Audio dell’intervento di Alvaro Uribe Velez


Non è la prima volta che atti come questo vengono attribuiti alla guerriglia delle FARC, ma poi si viene a sapere che gli organizzatori facevano parte dell’Esercito Nazionale [version ES].
Carlos A. Lozano Guillén
, direttore de la VOZ, afferma:"Ho quasi la certezzza che i responsabili di quest’autobomba sono gli stessi denunciati alcuni giorni fa". Mentre le FARC in un comunicato riportato da R.C.N. Radio, accusano organismi interni agli Stati Uniti di essere dietro l’attentato.


ivan cepedaLe alleanze criminali della Coca Cola
da EL EXPECTADOR – 14 ottobre 2006
di Iván Cepeda Castro

Da 23 anni Luis Javier Correa è un lavoratore della multinazionale Coca Cola in Colombia.
È anche il presidente del Sindacato Nazionale di Lavoratori dell’Industria dell’Alimentazione, Sinaltrainal. Un giorno del 1987 decise di entrare all’organizzazione. Alla sera, quando tornò a casa, trovò i suoi fratelli e sua moglie riuniti col capo del personale dell’impresa.
Era venuto ad avvisarli che essere del sindacato era pericoloso. Dato che non si lasciò intimorire, le sue giornate lavorative si trasformarono in un inferno. Arrivando al lavoro, le guardie per la sicurezza comunicavano la sua presenza. In alcune occasioni lo seguivano fino al posto di lavoro e lo scortavano quando andava al bagno. Lo vigilavano inoltre con le telecamere installate in tutta la azienda. Qualunque scusa serviva per motivare punizioni, così come quando volle tenere la barba e fu costretto in isolamento per vari giorni. Poi cominciarono a tormentare coloro i quali avevano a che fare con lui.

Articolo El Expectador     [versione IT]      [version ES]


DENUNCIA PUBBLICA

 Dipartimento di Arauca – Colombia

20 ottobre 2006.

NONOSTANTE LE MULTEPLICI DENUNCE EFFETTUATE DALLE COMUNITÀ E DAI SETTORI SOCIALI, CONTINUANO FATTI DI VIOLENZA NEL DIPARTIMENTO DI ARAUCA

Come Organizzazioni Sociali del Dipartimento di Arauca, preoccupati per l’incremento della violenza che assilla negli ultimi mesi il nostro dipartimento, denunciamo davanti all’opinione pubblica Regionale, Nazionale ed Internazionale:

  1. Dando seguito al programma per la Sicurezza Democratica del presidente Álvaro Uribe Vélez, si combinano due strategie atte ad annichilire il movimento sociale ed la popolazione in generale: da un lato i montaggi giudiziari e dall’altro l‘utilizzo della guerra di bassa intensità per assassinare selettivamente e collettivamente, mascherandosi dietro la supposta figura di paramilitari……
  2. Le aggressioni degli insorti contro la popolazione indifesa, in cui le FARC e l’ELN non prestano attenzione al Diritto Internazionale Umanitario e ai Diritti umani. Situazione che li responsabilizza dei seguenti fatti:…..
Comunicato del 20 ottobre 2006    [versione IT]   [versione ES]

Assassinato leader campesino

Juan Daniel Guerra Camargo

DanielIncomprensibile assassinio delle FARC di un leader comunitario
di Oscar Paciencia

Daniel mi parlava spesso di cultura.
Era molto interessato a sviluppare trasfromazioni che non solo modificassero le condizioni di vita materiali della gente, ma che ne valorizzassero anche gli aspetti profondi, quelli della storia di ognuno di loro, di ognuna delle comunità dalle quali i desplazados arrivavano nel Catatumbo.
Senza di lui difficilmente avrei potuto approfondire la conoscenza di questa terra e di questa gente.
Il suo modo di fare politica comprendeva una maniera di ascoltare fatta di estrema attenzione e di infinita pazienza, con quello sguardo furbo ed il sorriso sempre li li per esplodere in una sonora risata, che ci accompagnava nelle lunghissime chiaccherate notturne.
Così come quando mi ha messo a sedere su di una specie di ‘teleferica’ casalinga, tirata da umani e che sostituiva un ponte sul fiume a El Aserrio, caduto da anni per una piena e mai ricostruito.
Daniel lavorava in casa, a maggio, quando l’ho conosciuto con la compagna Yamile. Lavoravano ad un progetto comunitario per la produzione di caffe. E con quanta cura svolgeva i compiti della tostatura, della pesatura, dell’impacchettamento!
A Daniel piaceva parlare. Era curioso. Ascoltava con cupidigia i racconti che gli portavo dall’ Europa e dale altre zone della Colombia, sempre pronto a far domande che mettevano in risalto l’arguzia e la disponibilità al dialogo.
Ma anche la preoccupazione.
Quando discutevamo dell’assurdo conflitto armato tra le due più vecchie guerriglie del pianeta – ELN e FARC – che stava insanguinando la terra di Arauca, mi diceva che avrebbe voluto che i suoi figli fossero venuti via da quella zona, dove ancora stavano vivendo. Daniel è stato ucciso dentro la logica assurda di questo assurdo conflitto.
Camilla, militante della stessa organizzazione civile, impegnata come lui a beneficio del Catatumbo, mi descrive così l’omicidio e la solitudine di Yamile:
"E’ stata una delle azioni più crudeli che si siano mai commesse contro un processo sociale ed in particolare contro una donna, contro Yamile, la compagna di Juan. Lo hanno ucciso in casa, davanti a lei, alle spalle, alle 10 della mattina del 22 settembre, lei gridò, chiese aiuto, però nessuno venne, rimase sola con lui fino alle tre del pomeriggio, cuando finalmente alcune donne si decisero ad aiutarla…Quella notte piovve profusamente, venne il giorno e lei si svegliò quasi da sola. Nella mattina di sabato cominciarono ad arrivare le prime persone, Giony e alcune altre da Honduras, e così per tutto il resto della giornata e della domenica, quando fu sepolto…"

Daniel aveva quarantatrè anni.


Comunicato del Polo Democratico Alternativo
da Rebelion 
6 ottobre 2006                           [versione IT]     [version ES]

Comunicato REDHER del   3 ottobre 2006 
    [versione IT]     [version ES]


Fotografie del luogo in cui Daniel viveva e lavorava ad un progetto
comunitario di produzione del caffè
CATATUMBO. El Aserrio                foto di Oscar Paciencia

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futuroDieci giorni dopo l’omicidio di Daniel Guerra, il Segretariato Generale delle FARC pubblica sulla pagina ufficiale della organizzazione una lettera aperta ai tre rami del potere pubblico colombiano, tra le cui righe si legge:  "Voi sapete bene che la nostra lotta non vuole privilegi personali per coloro i quali militano nelle FARC, bensì il benessere della società nel suo insieme, e, in primo luogo, dei settori maggioritari della popolazione."
Daniel Camargo non era forse un  membro di questa stessa popolazione? Il suo impegno e la sua lotta, non cercava forse il benessere della parte più indifesa della società?

Comunicato FARC del  2 ottobre 2006     [versione IT]     [version ES]


Arauca insanguinata
dalla riacutizzazione paramilitare e dall’idiozia guerrigliera
BASTA CON LE MORTI INUTILI!
A CHI GIOVA?

Senza tregua la condizione dei leaders di comunità, sociali, dirigenti sindacali di Arauca, civili impegnati e determinati in un duro processo di trasformazione della Colombia, che quotidianamente vengono azzittiti con le pallottole. E purtroppo non solo dei paramilitari che hanno ricominciato con la loro (mai del tutto finita) attività di sterminio della opposizione al governo. Anche le pallottole delle due guerriglie più vecchie al mondo stanno facendo precipitare nell’assurdo, nell’inspiegabile, nel delirio le ragioni della resistenza armata, quando colpiscono la resistenza civile.

Omicidi selettivi a Saravena e Arauca capitale nella settimana pasata da parte dei paramilitari. Quattro omicidi di campesinos da parte dell’ELN nella zona di Fortul, un omicidio di uno studente diciasettenne da parte delle FARC….

Omicidio del giovane studente di ASOJER da parte delle FARC vicino TAME
Comunicato di ‘Asojer‘ del 18 ottobre 2006      [versione IT]  [version ES]

Omicidio di 4 contadini da parte dell’E.L.N. nella zona di FORTUL
Comunicato da Prensa Rural del 16 ottobre 2006     [versione IT]  [version ES]

Riattivazione Paramilitare in Saravena e Arauca Capitale
Comunicato del ‘Joel Sierra‘ del 11 ottobre 2006     [versione IT]  [version ES]