IN ALLERTA LE COMUNITÀ DEL SUD DEL BOLIVAR E DELLE ORGANIZZAZIONI ACCOMPAGNANTI
GIUDIZIALIZZATI MEMBRI DELLA COMUNITÀ E SEGNALAZIONI DELLA CORPORAZIONE SEMBRAR, RETE DI SOLIDARIETÀ CON COLOMBIA (REDHER) E FEDERAZIONE AGROMINERARIA DEL SUD DI BOLIVAR
rafoCome organizzazioni sotto firmatarie denunciamo davanti all’opinione nazionale ed internazionale i seguenti fatti che attentano al diritto alla vita, all’integrità fìsica e alle libertà degli abitanti del Sud del Bolivar e mettono in grave rischio il lavoro di difesa dei diritti umani e la vita stessa dei membri delle organizzazioni che accompagnano questa regione del paese.
1. Il giorno 6 gennaio 2007, approssimativamente alle 6:00 di mattina, è stato arbitrariamente arrestato Luis Alberto LOPEZ OSPINA, conosciuto commerciante della regione e padre di tre ragazzi minorenni. Membri del Battaglione Nuova Granada, sono entrati senza mandato giudiziario nella residenza del signore Luis Alberto López, ubicata nella frazione El Paraiso, municipio di Montecristo, Sur de Bolivar, procedento a perquisire l’abitazione ed informadolo che si doveva considerare agli arresti, senza produrre nessuna comunicazione ufficiale degli organi giuridiziali, quindi è stato portato a Barrancabermeja…..
2. Il giorno 21 dicembre 2006, il vicepresidente supplente della Federazione Agromineraria del Sud del Bolivar, Fedeagromisbol, RAFAEL ARRIETA PIÑERES, è stato trattenuto dal Battaglione Nuova Granada, per circa 4 ore, nella zona rurale del municipio di Santa Rosa, è stato indicato come integrante della guerriglia dai membri dell’Esercito Nazionale, che hanno altresì accusato la Federazione Agromineraria e le organizzazioni sociali della regione, manifestando il loro dissenso per le denunce che erano state presentate contro il Battaglione Nuova Granada, per l’assassinio di Alejandro Uribe. L’Esercito si faceva accompagnare da personale smobilitato, in uniforme ed armati. Questo fatto è stato reso noto al Programma Presidenziale di Diritti umani e alla Defensoria Regional del Pueblo.

tpp medellin
Presentazione
Che cosa è il Tribunale Permanente dei Popoli?

traduzione di Oscar Paciencia
Nel 1966, sulla falsariga di ciò che sarebbe dovuto diventare il Tribunale Permanenente dei Popoli (TPP), la società civile internazionale creò il “Tribunale Russel”, che tenne la sua prima sessione nel 1967 per giudicare gli Stati Uniti e altri Paesi loro complici per i crimini commessi in Vietnam, e la seconda sessione, tra il 1974 e il 1976, per giudicare le dittature militari dell’America Latina. Nel 1976 viene convocanto un simposio internazionale ad Algeri, che terminato il 4 di luglio 1976 con la Dichiarazione universale dei Diritti dei Popoli.

Sessione Mineraria. Oro e Carbone
Raccomandazioni Finali
traduzione di Sara e Oscar Paciencia

All’interno della sessione aperta dal Tribunale Permanente dei Popoli sulle imprese trasnazionali e sui diritti dei popoli in Colombia e in continuità con l’udienza realizzata a Bogotà l’1 e il 2 aprile di questo stesso anno, in cui sono stati esaminati comportamenti di varie imprese trasnazionali del settore alimentare, nei giorni 10 e 11 novembre 2006, ha avuto luogo a Medellin, Colombia, questa seconda udienza, in cui sono state sporte numerose denunce che compromettono le imprese trasnazionali che si dedicano all’estrazione di minerali……..
Le accuse hanno girato intorno alle responsabilità delle imprese DRUMMOND, CEMEX, LADRILLERASANTAFE, HOLCIM, MURIEL, GLENCORE-XTRATA, ANGLO AMERICAN, BHP BILLINGTON, ANGLO GOLD, in casi sostenuti dalle organizzazioni sociali che hanno convocato l’udienza del Tribunale sul settore minerario.

Ringraziamenti
traduzione di Oscar Paciencia

Circa 400 uomini e donne arrivati da tutti gli angoli della colombia e di altri Paesi del Mondo, hanno ascoltato attentamente ognuna delle violazioni ai diritti delle popolazioni commessi da e per il beneficio delle trasnazionali: DRUMMOND, CEMEX, LADRILLERA SANTA FE, HOLCIM, MURIEL, GLENCORE – XTRATA, ANGLO AMERICAN, BHP BILLINTON, ANGLO GOLD, KEDDADA y FRONTINO. Allo stesso tempo si è messa in evidenza la politica statale relativa all’industria mineraria, sempre sviluppata contro la popolazione e la struttura economica nazionale e la legalizzazione di strutture economico-paramilitari che scortano quotidianamente l’esproprio delle risorse naturali dei colombiani.


minerosFotografie dal TPP
di REDHER – Comitato Carlos Fonseca

[foto]


Rientro alle comunità dei campesinos e minatori
SUD del BOLIVAR
Atto firmato tra governo, manifestanti e accompagnanti.

protesta sdbDopo due mesi di protesta e dura mobilitazione, nella zona urbana di Santa Rosa del Sud, nel nord del Sud del Bolivar, più di millecinquecento campesinos e minatori artigianali hanno ottenuto che il governo nazionale attraverso i suopi rappresentanti, si sedesse ad un tavolo di trattativa per concretizzare risposte alle rivendicazioni che gli abitanti della Sierra di San Lucas portavano avanti da mesi: impegno per trovare i responsabili materiali ed intellettuali della morte del giovane leader comunitario Alejandro Uribe Chacon, e di tutti gli altri assassinati in questi mesi; far rispettare all’esercito e alle forze di polizia i Diritti Umani e il Diritto Internazionale Umanitario quando agiscono nei territori delle comunità; creazione di tavoli locali per la risoluzione delle controversie; infine garantire il ritorno alle proprie comunità.


ATTO DEL TAVOLO DI INTERLOCUZIONE
DEL SUD DEL BOLIVAR  –
DIRITTI UMANI
OTTOBRE 2006
  1. Il governo garantirà l’esercizio dei diritti ai membri e ai dirigenti della Federazione Agromineraria del Sud del Bolivar e delle organizzazioni che la conformano, così come la loro sicurezza. La Defensoria del Pueblo e la Pastorale Sociale della Diocesi di Magangué controlleranno che questi impegni si realizzino.
  2. Le azioni della Forza Pubblica dovranno sottostare al rispetto della Costituzione, della legge, dei diritti umani e il diritto internazionale umanitario; in applicazione a questi principi la Forza Pubblica si asterrà dall’occupare spazi civili, di usare la popolazione come scudo ed nei riguardi della popolazione applicherà il principio di distinzione. Con la partecipazione dei comuni e degli Uffici delle Personerías si cercherà di attuare i meccanismi migliori, necessari per garantire il sostegno della popolazione circa la produzione.

CONTINUA LA CATENA DI OLTRAGGI ED ASSASSINI DA PARTE DELL’ESERCITO NAZIONALE NEL SUD DI BOLIVAR

soldadoBATTAGLIONE NUOVA GRANADA ASSASSINA UN ALTRO LEADER CONTADINO NEL SUD DEL BOLIVAR.

ERRORI MILITARI?

Santa rosa del Sur – 26 ottobre 2006

Come Comunità del Sud del Bolivar in mobilitazione dal giorno 19 settembre di 2006, nella parte urbana del municipio di Santa Rosa, ci rivolgiamo all’opinione pubblica nazionale ed internazionale, per ripudiare e respingere il nuovo assassinio che intristisce le comunità del Sud di Bolivar. Il giorno 24 ottobre di 2006, il Battaglione Antiaerea Nuova Granada, ha assassinato il signor LEBER CASTRILLON SARMIENTO, di mestiere agricoltore, leader comunale, membro della comunità di Norosí, municipio di Rio Viejo, Sud del dipartimento del Bolivar.

[versione IT]    [version ES]

Articolo Vanguardia Liberal   [versione IT]    [version ES]


TRASFERITI FORZATAMENTE PIU’ DI 1.300 TRA MINATORI E CONTADINI DEL SUD DEL BOLIVAR  A SEGUITO DELLE PERSECUZIONI E DAGLI ASSASSINI COMPIUTI DALL’ESERCITO NAZIONALE.
A SANTA ROSA L’ESERCITO INSINUA CHE I MINATORI IN LOTTA SIANO INFILTRATI DA GRUPPI GUERRIGLIERI


Il Sud de Bolivar è stato storicamente una regione dove le politiche di controllo sociale e politico hanno portato il segno di gravi e sistematiche violazioni ai diritti umani, rimaste nella totale impunità; la guerra civile colombiana ha segnato anche a questo territorio ricco di ogni tipo di materie prime, e la cui popolazione civile è stata, e sta, fuori da ogni protezione da parte dello Stato colombiano.
La lotta per il controllo delle zone aurifere – soggette ad alcune forme di estrazione che seguono il modello di sfruttamento ispanico dell’argento, scomparso a metà del secolo XIX – si sono mantenute fuori del potere della polizia di stato, perfino il controllo su minerali che costituiscono una riserva di ricchezza con la quale finanziare lo sviluppo della Colombia.
Il 19 settembre 2006 il giovane Alejandro Uribe, leader e Presidente della Giunta di Azione Comunale del casale Mina Gallo, Municipio di Morales, e membro della Federazione Agrominera del Sud del Bolivar – FEDEAGROMISBOL – secondo versioni date dalla comunità, è stato assassinato da soldati appartenenti al Battaglione Nuova Grenada al comando del Capitano Blanco, eseguendo ordini di Benjamín Palomino Capitano Ufficiale delle Operazioni di quel Battaglione.
Così come informa la Diocesi di Magangue in un comunicato pubblico, rifiutando questo omicidio, Alejandro Uribe aveva partecipato il l’8 settembre 2006 all’Assemblea di Previa per il Tribunale Permanente dei Popoli che si realizzerà i 11 e 12 di novembre del presente anno nella città di Medellin. In quell’evento erano presenti la Defensoria del Pueblo e Organizzazioni per Diritti umani. In quella sede si trattò di Ecosistema di Multinazionali, e si esposero pubblicamente gli abusi delle Forze Militari della Colombia contro la popolazione civile, col proposito di facilitare l’entrata alla regione della Multinazionale KEDAHDA S. A. filiale dell’Anglo GOLD ASHANTI.
La morte del leader menzionato si somma ad una preoccupante catena di attentati, blocchi, minacce ed altri assassini che secondo versioni degli abitanti sono eseguiti in maniera deplorevole da membri del Battaglione Nuova Grenada, dell’Esercito della Colombia.
Questi fatti hanno portato al trasferimento forzoso di tutto il settore minerario che è arrivato al posto conosciuto come L’Ipsilon, giurisdizione del Municipio di Santa Rosa del Sud, Dipartimento di Bolivar.
In questo contesto, circa 1.300 contadini e minatori si sono mobilitati davanti contro questo assassinio.


Comunicato Stampa No 1
COMUNITÀ AGROMINERARIE DEL SUD DEL BOLIVAR
25 settembre di 2006

Come comunità agrominerarie del sud di Bolivar, vogliamo rendere note all’opinione pubblica nazionale ed internazionale le ragioni che ci hanno portato a trasferirci forzatamente dai nostri villaggi verso il capoluogo municipale di Santa Rosa:
Le nostre comunità hanno vissuto e lavorato nella regione, vivendo dell’attività mineraria e dell’agricoltura da varie generazioni. 10 anni fa, multinazionali del settore minerario, motivate dalla grande ricchezza della regione, hanno voluto usurpare il nostro territorio, sviluppando la stessa strategia negli anni fatta di assassini, terrore, saccheggio, etc. appoggiate dallo Stato e dal paramilitarismo.

Comunicato N° 1 – 25 settembre 2006   [Versione IT]    [Version ES]
Comunicato N° 2 – 26 settembre 2006   [Versione IT]    [Version ES]
Comunicato N° 3 – 28 settembre 2006   [Versione IT]    [Version ES]
Comunicato N° 4 – 30 settembre 2006   [Versione IT]    [Version ES]
Comunicato N° 5 – 3 ottobre 2006         [Versione IT]    [Version ES]
Comunicato N° 6 – 11 ottobre 2006       [Versione IT]    [Version ES]

Fotografie da Indymedia Colombia    
[Fotografie]


teoIntervista a Teófilo Acuña di FEDERAGROMISBOL
COMUNITÀ AGROMINERARIE DEL SUD DEL BOLIVAR
IN LOTTA

da Radio Nizkor – Madrid / Indymedia Colombia
2 ottobre 2006


Teofilo Acuña spiega con chiarezza l’origine del problema. Gli interessi delle multinazionali dell’oro sono la causa di questa tragedia.

 audio  Intervista [ES] [9′:33" – 8958 Kb]


UN DIVERSO PUNTO DI VISTA.

manifestazione  soldatos


Fotografie della mobilitazione
San Luquitas e Santa Rosa del  Sur
25 set. / 2 ott. 2006 – REDHER


Un’altra esecuzione mirata da parte dell’esercito. Si opponeva all’esproprio delle miniere d’oro intentato dalla multinazionale Khedada

ALEJANDRO URIBE
assassinato dal Battaglione Nueva Grenada
traduzioni di Oscar Paciencia

Alejandro Uribe, membro della Giunta Direttiva dell’Associazione dei Minatori del Bolivador, filiale della Federazione Agromineraria del Sud del Bolívar, FEDEAGROMISBOL e presidente della Giunta di Azione Comunale della frazione di Mina Gallo, del municipio di Morales, è stato ucciso il 19 settembre da membri del Battaglione antiaereo di alta montagna Nueva Grenada –  BAGRE.
Già Il giorno 7 settembre di quest’anno, Alejandro Uribe, alla presenza di membri di alcune Organizzazioni Non Governative per i Diritti umani e alla Defensoria del Pueblo aveva denunciato l’esecuzione extragiudiziale di Arnulfo Pabón, fatto avvenuto a Bolivador, una comunità che dista poche ore di cammino da Mina Gallo dove è avvenuto questo omicidio. Anche in quella occasione erano stati i militari del Battaglione Bagra gli artefici dell’esecuzione extragiudiziale di Arnulfo.

Denuncia Pubblica Organizzazioni colombiane 22/9  [versione IT]  [version ES]

Wradio di Bogotà
22 settembre 2006. Intervista sull’omicidio di Alejandro Uribe al Presidente del Coordinamento Nazionale Agrario (CNA) GERMAN BEDOYA e al Generale della V Brigata, Comandante del Battaglione Antiaereo Nueva Grenada, JOSE JOAQUIN CORTES.

audio Intervista del 22 settembre 2006
[10′ 33" – 4946Kb]


Denuncia Pubblica Organizzazioni colombiane 20/9  [versione IT]  [version ES]
Denuncia Pubblica Organizzazioni Italiane 20/9         [versione IT]  [version ES]


Fotografie della Comunità di Mina Gallo
Alejandro Uribe viveva qui. I minatori artigianali del luogo  stanno contrastando l’arrivo di una multinazionale dell’oro, la Khedada, la quale ha già chiesto concessioni per espropriare la loro terra per oltre di 150000 ettari di terreno.

Esecuzione a Bolivador. Arresti di cooperanti internazionali a Bogotà
Violenza di stato da nascondere
di Oscar Paciencia

esmadpallottola     Una settimana indimenticabile.
   A poco più di un mese dall’insediamento del narco-presidente Alvaro Uribe Velez, è sempre più evidente che il suo programma di ‘sicurezza democratica’ (seguridad democratica) ha subito una forte accelerazione, affondando in maniera determinata qualsiasi forma di protesta e resistenza spacciata per terrorismo. Se nel Catatumbo i militari della
30ª. Brigada e della Brigada Mobile N. 15 detengono in maniera arbitraria cinque persone (tra cui un minorenne) ed altri cinque contadini vengono fatti prigionieri a Guacamó, nel Sud del Bolivar, dalle truppe del Battaglione Rifle della Brigata N. 33, nel mese di agosto, in Arauca, altri dieci civili sono stati uccisi, vittima del conflitto che vede scontrarsi le due più vecchie guerriglie del pianeta.
    Dato che, a volte, non basta inscenare un combattimento con la guerriglia per uccidere con un colpo alla nuca, a sangue freddo, un militante della guerriglia (ELN) disarmato, in borghese, a casa con la moglie ed il figlioletto, la truppa del Battaglione di Alta Montagna Nueva Grenada, pensa sia meglio legare mani e piedi il cadavere, metterlo su di un mulo (rubato a un contadino) e trasportare il ‘trofeo’ in giro, casa per casa, per le comunità limitrofe a Bolivador, sempre nel Sud del Bolivar. Agli internazionalisti che stavano accompagnando la comunità è stato possibile, in questo caso, raccontare gli eventi, ascoltando le testimonianze dirette della gente. Più sfortunati invece, i quattro cooperanti internazionali di IPO (International Peace Observatory) i quali, mentre stavano documentando l’occupazione del ex-mattataoio del Distretto a Bogotà da parte delle oltre 300 persone vittime della guerra ed obbligate ad abbandonare le proprie case, sono stati arrestati da squadroni dell’ESMAD (polizia Antisommossa) e denunciate dalla Polizia Metropolitana quali ‘organizzatori dell’occupazione’, mentre 26 occupanti sono rimasti gravemente feriti e 200 fatti prigionieri dalla polizia. Il comandante delle operazioni, colonnello
Yamilk Hernando Moreno Arias, della Polizia Metropolitana di Bogotá, è stato istruttuttore della Scuola delle Americhe (Escuela de las Americas) nota struttura di formazione per battaglioni paramilitari. Fino a novembre del 2005, è stato comandante  della polizia nella regione di Urabá, dove fu protagonista della "conquista" dello spazio umanitario della comunità di San José de Apartadó. In quella occasione riconobbe che uno dei suoi uomini di fiducia era il riconosciuto paramilitare Wilmar Durango, così come denunciato da padre Javier Giraldo in varie, documentate occasioni.


Denuncia della Corporazione SEMBRAR sull’omicidio a Bolivador [IT]  [ES]
Articolo di internazionalisti italiani sull’omicidio a Bolivador
[IT]  [ES]
   
Denuncia del Movimento di Vittime per crimini di Stato   
[IT]  [ES]
Denuncia di Umanidad Vigente sui fatti del ex mattatoio di bogotà [IT]  [ES]


bimbabolivadorFotografie della comunità di Bolivador.
di Oscar Paciencia
Come si presentava la comunità in ottobre del 2003 dove il 24 agosto di quest’anno Battaglione Nueva Grenada ha arrestato il militande del ELN per giustiziarlo in un bosco vicino.
[foto]

Testimonianze dei rappresentatni della Comunità (ottobre 2003)        [versione IT]


La resistenza del Sur de Bolivar tra paramilitarismo, occupazione militare e interessi multinazionali.
Comitato Carlos Fonseca – REDHER
12 luglio 2006

mujeresIl Sur de Bolivar, situato a ridosso del rio Magdalena, è da anni al centro di contese territoriali tra la popolazione, minatori nel nord e contadini nel sud, e le multinazionali con i loro progetti di sfruttamento delle risorse aurifere e di implementazione di monocolture destinate all’esportazione.

Questo conflitto va avanti ormai da due decadi durante le quali la popolazione a subito massacri, desapariciones e sfollamento forzato. Ma ciononostante non si è arresa, ed ha continuato a mobilitarsi e resistere piangendo al tempo stesso le tante vite che ha perso in questa degna lotta per la resistenza nel territorio.
I vincoli tra questi interessi e i gruppi paramilitari sono evidenti tanto nella zona mineraria che in quella agricola


manifFotografie dell’incontro
Comitato Carlos Fonseca – REDHER

[foto]


Nelle comunità minerarie del Sud del Bolivar

Con la testa fra le nuvole

di Oscar Paciencia

Bogotà, 19 aprile 2006


Fantasticare è umano. Lasciarsi prendere la mano ed i pensieri dal sogno, a volte, rigenera lo spirito.
Inventarsi la realtà, costruire tragitti inesistenti e percorrerli in lungo e in largo alla ricerca di confini che sempre si spostano, appartiene fotoalla possibilità di lasciar decantare la fatica prodotta dalla quotidianità. Lasciare che la distrazione ci permetta di sbagliare è un toccasana per la razionalità che costantemente ci viene richiesta. Concedere alla testa una vacanza tra le nuvole fornisce l’opportunità di azzerare inutili sovrappiù mentali. La settimana santa può rappresentare una scusa per compiere questo esercizio.


        [continua]


                Fotografie dalle zone minerarie del Sud del Bolivar

    
[foto]


Corrispondenza audio (IT)  [parte 1]  [parte 2]


SCHEDA Kedhada



L’impresa multinazionale Kedhada nasce nel settembre del 2003. I soci come gli alti funzionari della Direzione aziendale sono tutti alti funzionari della ANGLO GOLD ASHANTI, l’unico membro colombiano della direzione è l’avvocato LUISA FERNANDA ARAMBURO, che ha difeso i supposti diritti di proprietà delle miniere del Sud del Bolivar della famiglia ILLERA PALACIO contro i minatori artigianali, e prima ancora, i diritti vantati dalla Compagnia Corona Goldfields S.A, sempre contro gli stessi minatori.

La ANGLO GOLD ASHANTI, reale controllore della Kedhada…..

[continua]


SUD DEL BOLIVAR

Attualizzazione della situazione nella zona mineraria
al 10 aprile 2006

*VIOLAZIONI DELL’ESERCITO CONTRO LA COMUNITA’ MINERARIA*

Le organizzazioni firmatarie del presente documento denunciano alla comunità nazionale e internazionale i seguenti fatti, commessi contro la comunità dal battaglione Antiaereo Nueva Grenada – Bagra nel sud del Dipartimento del Bolivar durante un operazione militare iniziata il 25 marzo del 2006.

  1. Il 25 marzo 2006, alle 10 circa del mattino, nella località La Torera, del Municipio di Santa Rosa, conosciuta comunemente come La Punta, sono state private della libertà 5 persone……
[versione IT]     [versione ES]


Mina Vieja

16 aprile 2006
In considerazione degli innumerevoli episodi di vessazione subiti dalle popolazioni civili delle comunità minerarie del Sur del Bolivar nella zona del municipio di Santa Rosa del Sur, da parte dell’esercito nazionale, e prendendo atto della violazione al diritto di informazione subita da un fotoreporter italiano,  la federazione Agromineraria e la Ginta di Azione Comunale decidono di scrivere una lettera all’ambasciata italiana a Bogotà, sia per mettere a conoscenza l’ambasciatore della costante violazione dei Diritti umani e del Diritto Internazionale Umanitrio, che per vedere garantita la indispensabile presenza di accompagnatori stranieri nel loro territorio.
Anche il fotoreporter italiano presenta un esposto-denuncia all’ambasciata italiana.

DENUNCIA DI FEDEAGROMISBOL                    [versione IT]
     [versione ES]

ESPOSTO ALL’AMBASCIATA ITALIANA del FOTOREPORTER         [IT]


Bolivador: testimonianze dal Sud del Bolivar

9 ottobre 2003

– Fotografie in ‘Archivio Fotografico 1’

Si potrebbe pensare che vivere in un piccolo villaggio conficcato nel cuore della Serrania di San Lucas, porti con se’ un romantico sapore di liberta’ e serenita’ nei rapporti tra la persone e con la natura. Si potrebbe pensare che la routinaria freddezza della citta’ sia sostituita da una pienezza di giornate vissute in sintonia con se stessi e con il medioambiente. Il villaggio di Bolivador non gode di queste supposte fortune. I trentadue adulti e i ventiquattro bambini che ufficialmente lo compongno delle bellezze naturali, della serenita’,della tranquillita’ delle giornate, della liberta’ – soprattutto di movimento – si vivono l’esatto opposto. Le bellezze naturali, per loro, si trasformano in faticose camminate tra il fango, su e giu’ per le montagne, in un ambiente che a nessuna istituzione, ONG, associazione cooperativa, ecc. interessa assestare un po’. E in quanto alla serenita’, alla tranquillita’ ed alla liberta’ di movimento, la guerra in corso ci mette lo zampino rendendo le giornate, spesso, coperte da un timore generalizzato e costante, tra i grandi ed i piccoli. Gia’ i piccoli ventiquattro che neppure posseggono una scuola, che sono costretti a camminare dalle 4 alle 8 ore al giorno, se vogliono andare e tornare da una scuola – la piu’ vicina, quella di Mina Gallo.

Alcuni racconti di questo piccolissimo villaggio, le cui case sono disperse per valli e montagne, seguono nelle testimonianze di persone che, nonostante tutto, resistono in questo luogo.

Jose’ Uribe.

Sono il presidente dell’associazione di Minatori di Bolivador. Il problema principale, che piu’ ci sta a cuore, riguarda l’educazione dei nostri bambini. Il nostro villaggio conta di 32 adulti e 24 bambini. Le difficolta’ che incontramio riguardo al tema dell’educazione dipendono dal fatto che nel nostro villaggio non esiste nessuna scuola che permetta ai piccoli di studiare. I bambini di qui, se vogliono iniziare il loro ciclo di apprendimento, sono costretti ad andare a Mina Gallo, due ore piu’ meno di strada, per sentieri molto malmessi, in pessimo stato. Le difficolta’ aumentano durante l’inverno, quando la pioggia rende i sentieri ancora peggiori. I bambini, che pure vorrebbero imparare a leggere e scrivere, non possono quindi andare a scuola e la maggiorparte di loro rimane a casa, per via della grande distanza e dei sentieri impraticabili.

Alcuni mesi fa e’ venuta una professoressa che per un piccolo periodo di tempo ci ha aiutato con l’educazione dei bambini. Poi pero’ se ne e’ andata per difficolta’ economiche che noi avevamo per pagarla. In questo periodo anche i bambini piu’ lontani dal villaggio poterono partecipare alle lezioni. Stiamo aspettando che qualche organizzazione o entita’ statale ci aiutino a costruire una scuola per i bambini di questo villaggio.

Tra glialtri problemi, i bambini, per poter arrivare al luogo in cui c’e’ la scuola, si svegliano alle 5 della mattina, preparano le cose che servono loro e quindi, che piova o non piova, devono camminare per diverse ore. Pure con difficolta’ lo fanno volentieri perche’ hanno voglia di imparare. Loro vanno soli, senza che nessuno adulto li accompagni. I bambini hanno un’eta’ che va dai 7 anni ai 12. Ai genitori rimane sempre il timore che possa succedere loro qualcosa lungo il percorso. Se ritardano anche di poco rispetto all’ora solita di rientro, noi grandi pensiamo che sia successo qualcosa di brutto, visto come stanno le cose circa lordine pubblico.Chissa’ cosa puo’ accadere lungo il tragitto con tutto quello che succede qui….. Come padri di famiglia tutti siamo molto preoccupati. Inoltre dato che il percorso che devono fare e’ molto lungo, a volte rimangono feriti a causa di animali che incontrano tornando a casa….

Il problema prncipale che continuiamo ad avere come minatori e’ quello della sicurezza. Non riusciamo a lavorare tranquillamente perche’ non sappiamo se quando torneremo a casa troveremo la famiglia a casa. Oppure perche’ la terra sotto la quale uno sta lavorando,crolla e la persona rimane chiusa nel tunnel. Oppure quando all’uscita del tunnel della sua miniera si ritrova circondato dai soldati dell’esercito. Oppure se viene la guerriglia a parlare con lui. In questa situazione viviamo con un continuo timore. Per quello che mi riguarda, essendo un rappresentante della comunita’, ho spesso bisogno di andare in altre comunita’ o nel capoluogo del municipio, per gestire le tematiche del villaggio. Se mi attardo un po’ di piu’ fuori, quando ritorno la guerriglia pensa male, pensa che sia un informatore. Pero’ anche l’esercito ci tormenta. All’uscita ci peruqisisce, guanda quanti soldi hai, se gli stivali di gomma sono marcati, oppure se hai o no calli nelle mani: tutti segni che implicano, per i soldati, che tu sei un guerrigliero. Per tutto questo ho parua tutte le volte che devo lasciare il villaggio e cosi’ non posso assolvere ai compiti che come presidente mi spetterebbero.

Un altro aspetto disastroso qui a Bolivador e’ l’aspetto sanitario che va molto, molto male.Quando qualcuno si aggrava gravemente, anche se non abbiamo fondi, cerchiamo di aiutarci l’un con l’altro, raccogliendo un po’ di denaro. Poi trasportiamo l’ammalato inamaca fino al capoluogo municipale, affinche’ gli possano fornire l’assistenza necessaria. Qui nella nostra zona non abbiamo nessun ambulatorio e per questo se uno ha bisogno anche solo di una pastiglia per un mal di testa, e’ costretto ada andare in un altro villaggio per comprarla in un negozio, senza nessuno gliela abbia prescritta e senza sapere da dove proviene questa pastiglia. L’esercito non permette che entrino medicine da fuori ed allora la gente cerca la maniera per fare arrivare le medicine prodotte dai laboratori riconosciuti dalla stato nella nostra zona.

Gilberto.

Sono un minatore. Si, e’ vero, a livello lavorativo abbiamo molti problemi, mentre tra di noi, siamo molto cordiali e solidali. Comunque il peggio che succede qui in Bolivador ed in tutto il Sud del Bolivar e nel Paese e’ la guerra. Le cito un esempio, il caso di ieri. Verso le tre del pomeriggio, lungo quel sentiero molto pendente che si vede li davanti (ndr lo indica) 15 o 20 persone adulte con i bambini piccli caricati sulle spalle, mentre il cielo stava per inzupparli di acqua, stavano fuggendo dall’ultimo combattimento avvenuto al mattino nel loro villaggio. Che pena vedere questa gente che e’ costretta a ascappare dalle proprie case…. Colpa della guerra. E noi, qui in Bolivador siamo spettatori di questa guerra. Non abbiamo niente a che veder con essa, ma se i soldati vengono anche qui da noi, pure noi saremo colpiti. Ci confonderanno con la guerriglia ed anche noi patiremo le conseguenze per questo, cosi’ come queste famiglie di profughi ci raccontano. Il combattimento e’ avvenuto vicino ai coampi dove loro hanno piccole coltivazioni. Per non soffrire e per timore di morire, quando arriva l’esercito scappano dalle loro case, lasciando tutte le loro poche cose. Per di piu’ quando ritornano – se possono ritornare – di solito non trovano piu’ nulla: a volte i soldati bruciano le case , in altri casi si rubano le cose e si mangiano gli animali. Quando finalmente la gente torna nelle proprie case sperando che l’esercito se ne sia definitivamente andato, succede che i soldati ritornano e cosi’ la gente e’ costretta a fuggire di nuovo. Questo e’ quello ceh vorremmo superare…