Ingrid Betancourt

manifestoA ROMA L’EX OSTAGGIO INGRID BETANCOURT
«Guerriglieri arrendetevi, ascoltate la voce del cuore»

2 settembre 2008  –  di Geraldina Colotti
«Tornare a fare politica in Colombia? Perché no. Ma non è la mia priorità». Lo ha detto Ingrid Betancourt in una conferenza stampa alla Provincia di Roma rispondendo a una domanda sul suo futuro. «Dopo aver vissuto per sei anni come vittima dell’arbitrio e della guerra – ha detto l’ex ostaggio delle Farc – cambiano le prospettive di vita». Oggi la priorità è costruire «una squadra che aiuti ad alleviare il dolore delle altre persone che soffrono», non solo in Colombia ma «nel mondo intero». Come? «Ascoltando la voce del cuore» e il miracolo della fede – argomento che ha occupato buona parte della conferenza, seguita all’incontro fra il papa («un essere di luce») e Betancourt. Una via che l’ex ostaggio ha consigliato anche ai comandanti delle Farc (nominati uno ad uno) invitandoli a «uscire dall’autismo» e a deporre le armi: «Io vi riconosco il diritto di essere diversi – ha detto – ora sta a voi fare altrettanto e imboccare il cammino del cuore».

manifestoINGRID DEI MIRACOLI
Quasi una visita di Stato per Betancourt che arriva oggi a Roma
31 agosto 2008  –  di Guido Piccoli

L’ex-ostaggio franco-colombiano delle Farc, liberato dopo sei anni di penosa prigionia nella selva da una mirabolante operazione militare ordinata dal presidente Uribe, rischia di diventare, suo malgrado, un’icona. E una chiave di lettura troppo facile e sbagliata (i Buoni contro i Cattivi) di un conflitto complesso come quello della Colombia
Sei anni nella selva a invocare la Madonna e a leggere la Bibbia, l’unica pubblicazione consentita dal rigore guerrigliero. Poi, a luglio, la liberazione, lo sbarco in terra europea, i festeggiamenti con Sarkozy e la Legion d’Oro, la visita a Lourdes. Domattina l’udienza con Benedetto XVI a Castel Gandolfo e il pomeriggio una preghiera in San Pietro. Così Ingrid Betancourt conclude il suo pellegrinaggio di ringraziamento per l’Operazione Scacco nella selva del Guaviare che, per come è stata raccontata, appare un miracolo da ascrivere, come sostenne allora anche il presidente Alvaro Uribe, «all’intervento dello Spirito Santo e alla protezione di nostro Signore e della Vergine, in tutte le sue espressioni».

L’esercito Nazionale colpisce la popolazione civile
COLPI DI MITRAGLIA SULLA SCUOLA DI LAS GUACAS,
CORINTO, CAUCA

Las GuacasJORLEN SORIANO MARIN
Coordinatore Della Istituzione e Presidente del Comitato Municipale degli Educatori
29 luglio 2008

Mi permetto di riportare i fatti che si sono venuti presentando da alcuni mesi nel Corregimiento EL JAGUAL del municipio di Corinto, al nord del dipartimento del Cauca, dove funziona la Istituzione Educativa Las Guacas, e che il 27 di luglio di questo anno sono arrivati al limite:
• Il 29 maggio 2008,la Forza Militare hanno bombardato le frazioni di Las Guacas e La Comiera uccidendo due fratelli civili evangelici.
• Sono continuativi gli scontri a qualsiasi ora del giorno ed in qualsiasi luogo di questa zona, ma specialmente nelle frazioni menzionate.
• Ieri, 27 luglio 2008 tra le 6:30 della sera e le 11:00 della notte un aereo Della Forza Aerea ha mitragliato senza pietá il Collegio de Las Guacas e le case circostanti. Sono stati causati danni a porte, pareti, tuberie degli impianti per l’acqua, nella classe di informatica, sul pavimento, sui marciapiedi, nel campo di basket, sulle lavagne e nei tetti. Le persone che vivono nel negozio a 20 metri dalla scuola, ci hanno raccontato dei momento terribili che hanno vissuto e come l’aereo sparava senza pietá contro la loro casa, in cui stavano bambini e persone della comunitá.Nello stessomomento, un pó piú giú dal Collegio una ex alunna che stava in casa sua é stata ferita gravemente ed al momento la prognosi é riservata.

Las Guacas scuolaImmagini da Las Guacas
di Óscar Paciencia
Las Guacas, 6 agosto 2008

Oltre l’istituzione scolastica è stata colpita anche la  casa del gestore del negozio comunitario e ll negozio stesso, dove al momento del mittragliamento vi erano 30 persone. Poi i bambini tornano a scuola.

[foto]


Intervista al signor Jorge Ortega, gestore del piccolo negozio comunitario, che funziona anche come luogo di ritrovo della comunità, che racconta come anche la sua casa è rimasta colpita dai colpi di mitragliatrice dell’avionetta dell’esercito dalle 19 alle 23 del 27 luglio 2008

audio Intervista Jorge Ortega [Español – 6′:24” – 2.9 mgb]

Intervista al professor Jorlen Soriano Marin, autore della denucia, professore dell’istituzione scolastica e presidente del Comitato Municipale degli Educatori, il quale, oltre a raccontare le condizioni della scuola e quelle psicologiche degli alunni, ricorda come da maggio i combattimenti tra il Sesto fronte delle FARC e l’esercito Nazionale colombiano continuino ininterrottamente, anche nelle case e nei villaggi limitrofi e che hanno fatto due morti in maggio di quest’anno

audio Intervista Jorlen Soriano Marin [Español – 19′:20” – 9.0 mgb]


Intervista a Jessica, sorella della ragazza di 22 anni rimasta gravemente ferita e tutt’ora in fin di vita, essendo stata colpita, nella cucina di casa sua, da un proiettile di alto calibro sparato dall’avionetta militare che le ha trapassato la spalla, colpito il polmone ed il fegato, il 27 luglio 2008

audio Intervista Jessica [Español – 5′:66” – 2.7 mgb]




7.200 PRIGIONIERI POLITICI: UNA REALTÁ OSCURA IN COLOMBIA
da Radio Mundial (Venezuela) – Ultime Notizie

carcere colombiaNell’ultimo anno, il conflitto colombiano ha girato per il mondo attraverso le pagine dei più importantiquotidiani del pianeta. Lo scambio umanitario e la liberazione dell’ex candidata presidenziale Ingrid Betancourt, come simbolo degli ostaggi nelle mani delle Forze armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), ha spinto a milioni di persone a chiedere la libertà per tutti i sequestrati e a esigere la disarticolazione della guerriglia.
Ma, Il conflitto colombiano non genera sofferenza da un solo lato; la realtà ha due facce. Di fronte agli oltre 700 ostaggi nelle mani delle FARC ci sono i 7.200 carcerati politici dello Stato chi scontano pene per "ribellione o affini".
Il Comitato di Solidarietà coi i Prigionieri Politici colombiani (Cspp), difensore dei diritti umani ed in permanente allerta sulla situazione che vivono questi detenuti, afferma che le violazioni alle garanzie dei reclusi sono costanti da parte dello Stato.

erradicando la cocaSará che associare la Colombia alla coca appartiene allo sport nazionale italiano (e non solo), ma spesso scherzi e battute su questo tema infastidiscono, quando ai coltivatori di questo prodotto chiamato ‘illecito’ (mentre illecita é la sua trasformazione in cocaina) non vengono date altre possibilitá di sussistenza, quando, per questo, vengono sottoposti a ‘fumigazioni‘ chimiche che uccidono tutte le altre loro coltivazioni lecite, quando per colpa di questa pianta diventano ostaggio delle manovre insensate di alcuni gruppi guerriglieri allo sbando o dell’esercito che strumentalizza le coltivazioni per farla finita con la resistenza sociale, civile e politica di questi contadini araucani.
E infastidisce ancora di piú ascoltare queste battute quando, nonostante l’abbandono dello Stato , in mezzo alla guerra, sottoposti a ricatto, incarcerati, sfollati, e spesso uccisi, loro stessi, i contadini diei municipi di Saravena, Tame, Arauquita, Fortul decidono di sradicare manualmente le piantagioni di coca, andando incontro al rischio di perdita di reddito, alla prospettiva di tempi lunghi per ottrenere nuovi e diversi raccolti.


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Sradicare adesso!
Quando
le avionette passano sulle piantagioni
di caffé, banane, yucca, mais, fagioli
e scaricano il glisolfato,
fumigando
come dicono qui nei villaggi,
quello che rimane sono
piantagioni morte.
Quando va bene
i contadini non si ammalano,
ma essendo costretti ad andare al campo
per cercare di recuperare parte delle piante,
le dermatiti da glisolfato
sono frequenti.
Alcuni raccontano che le fumigaizoni
non colpiscono le piantagioni di coca
per il fatto che la mappatura geografica
che possiede il governo é troppo vecchia
e che ad essere colpite
sono solo le coltivazini lecite.

La resistenza sociale civile e politica
dei contadini di queste terre araucane
non si esaurisce nell’organizzazione
di manifestazioni pubbliche
ed eventi culturali,
ma dá il meglio di sé
nelle scelta che
centinaia di famiglie hanno fatto:
sradicare manualmente
ognuna delle piante coca
della loro piantagione.
In moltissimi villaggi di Fortul,
Tame, Arauquita ed anche Saravena
dopo aver preso questa decisione,
da circa dieci mesi
proseguono sradicando,
mentre il governo prosegue
ad intossicarli col glisolfato,
incurante delle loro scelte,
ed anche infastidito nel veder perdere
la strumentale motivazione
attraverso la quale giustificava
l’alta militarizzazione
e la repressione di questi
irriducibili contadini
.

Óscar Paciencia – Immagini della vita nelle comunitá
8-14 luglio 2008


Udienza Finale TPP

logo TPP manifesto TPP Udienza fin ale UDIENZA FINALE DEL TPP
Bogotà, Universitá Nazionale
21, 22, 23 giugno 2008

Al termine di un lungo processo durato due anni e mezzo, che  ha preso in esame migliaia di denunce nei confronti delle multinazionali presenti in colombia e contro il governo di questo paese, la giuria internazionale, presieduta dal premio nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel, al termine dell’udienza finale, ha emesso un sentenza di condanna per le 34 trasnazionali giudicate (Coca-Cola, Chiquita Brands, Repsol; Union fenosa, Oxxy, BP,Kedhada,Drummond, Ecopetrol, tra le altre), per il Governo Colombiano e per i governi degli stati a cui appartengono le imprese.
All’interno delle giornate di lavoro del Tribunale si é svolta una manifestazione in Bogotá contro la presenza invasiva delle imprese trasnazionali e contro il governo di Uribe che la facilita.
Alcuni studenti dichiaratisi ‘in clandestinitá’, a volto coperto, hanno voluto portare la loro solidarietá al TPP, alle organizzazioni sociali presenti, agli indigeni, agli afrodiscendenti ed ai campesinos.
Gli atti del Tribunale Permanente dei Popoli, Sessione Colombia, sono stati trasmessi in maniera formale a tutte le istanze politiche inazionali e nternazionali che hanno competenza per assumere la sentenza (Nazioni Unite, OEA Commissione, Cortre e Tribunale Interamericano per i Diritti Umani, Parlamento Europeo, in tutti i paesi sedi delle impresie , al Governo, alla Procura  e alla Corte Suprema Colombiana)

Appello [Versione IT]  [Version ES]
Dossier TPP [Versione IT]  [Version ES]


fallo esquivelSENTENZA FINALE TPP
Bogotá, 23 luglio 2008
Visti i fatti provati, il tribunale condanna:

Il Governo Colombiano…… le case madri delle imprese Coca Cola, Nestlé, Chiquita Brands, Drummond, Cemex, Holcim, Muriel mining corporation, Glencore-Xtrata, Anglo American, Bhp Billington, Anglo Gold Ashanti, Kedhada, Smurfit Kapa – Cartón de Colombia, Pizano S.A. y su filial Maderas del Darién, Urapalma S.A., Monsanto, Dyncorp, Multifruit S.A. filial de la transnaciona Del Monte, Occidental Petroleum Corporation, British Petroleum, Repsol YPF, Unión Fenosa, Endesa, Aguas de Barcelona, Telefónica, Canal Isabel II, Canal de Suez, Ecopetrol, Petrominerales, Gran Tierra Energy, Brisa S.A., Empresas Públicas de Medellín, B2 Gold – rame e oro di Colombia S.A….. Gli stati di cui abbiano la nazionalitá le case madri delle imprese trasnazionali…. Il Governo degli Stati Uniti di America

[versione IT – sintesi]    [version ES -integral]
  audio Audio completo della Sentenza Finale [23′ – 11 mgb] [Version ES]


libardoINTERVENTO DI LIBARDO SARMIENTO
Economista, filosofo e professore di teoria economica. Scrittore e ricercatore sociale indipendente

audio Prima parte     [24′ – 11 mgb]    [Version ES]
audio Seconda parte [22′ – 10 mgb]    [Version ES]

Proiezione Power Point dell’esposizione [Version ES]


IMMAGINI dal TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI
Bogotá 21, 22, 23 luglio 2008
di Óscar Paciencia

universita nazionale L’ Universitá Nazionale di Bogotá – Nacho – ha ospitato le attivitá del Tribunale.

Udienza L’udienza del Tribunale si é svolta principalmente nell’auditorio Leon de Greiff. All’incirca 2000 persone hanno presenziato provenienti da tutto il mondo.

Manifestazione Il 22 luglio, dichiarata Giornata Mondiale contro le Trasnazionali, una grande manifestazione ha attraversato Bogotá, ritornando all’universitá.

Cultura Durante le attivitá del Tribunale si sono svolte attivitá culturali proposte dalle comunitá indigene e contadine che partecipavano.


ingrid betancourtCon una operazione (‘Jaque‘, scacco) apparentemente spettacolare, venduta dal governo colombiano a tutto il mondo come frutto di lunghi mesi di esclusivo lavoro dell’intelligence del ministero della Difesa, Ingrid Betancourt, figlia dell’alta borghesia colombiana, ex-candidata presidenziale, dopo sei anni di prigionia nelle manidelle FARC-EP torna in libertá. E solo una settimana dopo il rilascio le crepe, giá presenti nelle iniziali dichiarazioni sulla liberazione del ministro Santos, diventano voragini: l’elicottero militare dipinto di bianco per farlo apparire della Croce Rossa, insegne di TeleSur (emittente venezuelana),  un militare che indossa un giubbotto con il simbolo della Croce Rossa, l’evidente partecipazione dei servizi segreti Israeliani e nordamericani. E una ricompensa da 20 milioni di dollari.


manifestoLIBERA INGRID BETANCOURT

3 luglio 2008  –  di Guido Piccoli
Tornano a casa la franco-colombiana, tre americani e altri 11 ostaggi delle Farc. Falsa operazione umanitaria inganna le Farc nella jungla del Guaviare
Ingrid Betancourt libera. Pochi mesi fa non ci credeva più nessuno. Sembrava che stesse morendo, che avesse finito la riserva di speranza. Ed era anche prigioniera di un destino che sembrava fatale. Era stata condannata a stare ancora nella selva a pagare colpe non sue, per un conflitto diventato senza regole. Intanto nel mondo era diventata famosa, compatita, ammirata, trasformata in icona. Ma anche assurta ad una fama che avrebbe potuto ammazzarla. Ingrid era infatti il vero jolly nelle mani delle Farc, mentre gli altri sequestrati e i prigionieri di guerra erano importanti soltanto per i loro familiari.


manifestoI BUONI VINCONO, I CATTIVI PERDONO. E’ ANDATA COSÍ?

4 luglio 2008  –  di Guido Piccoli
Ingrid dei miracoli. Meeting fantasma, elicottero di soldati travestiti da guerriglieri, comandante che ci casca: degna di Hollywood la liberazione di Betancourt e degli altri 14 ostaggi. Ma le versioni si moltiplicano. In ogni caso è un successo di Uribe, che ora può perpetuarsi al potere e deve temere un solo avversario: proprio lei
«Un’operativo da film» ha dichiarato raggiante il ministro della difesa colombiano, Juan Manuel Santos. La storia della liberazione di Ingrid Betancourt, dei tre agenti statunitensi e di undici militari colombiani sembra effettivamente scritta a Hollywood.
Da una parte, i buoni: quindici Rambo incaricati di una missione «audace, pericolosa e senza ritorno», secondo il racconto del comandante dell’esercito, Mario Montoya. Due in particolare, capaci d’infiltrarsi nel territorio nemico e di guadagnarsi la fiducia dei guerriglieri. «Devi concentrare i prigionieri da mandare a colloquio col segretario Alfonso Cano» dicono al quarantanovenne Gerardo Antonio Aguilar, alias Cesár (messo a loro guardia direttamente dal Mono Jojoy, il capo militare delle Farc).

[Versione IT]


Comunicato del Comitato Carlos Fonseca
INGRID BETANCOURT E’ STATA LIBERATA; IL PRESIDENTE PARAMILITARE ALVARO URIBE VELEZ SARA’ NUOVAMENTE E ILLEGALMENTE RIELETTO IN COLOMBIA

2 luglio 2007
Con una operazione militare, lungamente, scientificamente, politicamente e mediaticamente preparata, è stata liberata Ingrid Betancur, ex-candidata presidenziale, da sei anni sequestrata dalle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC).
Il governo Narco-Paramilitare di Alvaro Uribe Velez ha in questo modo fatto fallire e definitivamente bloccato la tanto osteggiata trattativa diplomatica ad alto livello che per l’ennesima volta si era attivata tra una delegazione franco-svizzera e le stesse FARC, dopo la fucilazione, assieme ad altri 15 combattenti, del negoziatore e comandante delle FARC, Raul Reyes in territorio ecuatoriano, solo alcuni mesi fa.


pascual serranoIL TRADIMENTO DI INGRID
da Rebelión – 5 luglio 2008
di Pascual Serrano


Leggo un clamore di indignazione tra i settori progressisti venezuelani per la reazione di disprezzo di Ingrid Betancourt e della sua famiglia verso persone che tanto interesse hanno avuto nella sua liberazione, specialmente il presidente del Venezuela Hugo Chávez e la senatrice Piedad Cordoba. Parlano di tradimento indignati per quello che, a tutti gli effetti, è una prova di ingratitudine.
Betancourt e famiglia non hanno tradito nessuno, sono ritornati alla classe sociale, politica ed economica alla quale appartengono da sempre: la borghesia neoliberale ricca della Colombia. Ingrid è figlia di Gabriel Betancourt, ministro di Educazione durante il governo del dittatore Gustavo Rajas Pinilla, e di Yolanda Pulecio che fu regina di bellezza arrivando ad essere Miss Colombia e Rappresentante alla Camera per Bogotà. Betancourt, come buona figlia dell’oligarchia, per gli studi secondari ha frequentato il Liceo Francese di Bogotá e più tardi scienze politiche in Francia nell’Istituto di Studi Politici di Parigi; si é specializzata in commercio estero e relazioni internazionali. Ha vissuto vari anni a Parigi, dove suo padre lavora come ambasciatore per l’Unesco; lì ha conosciuto il suo primo marito, il diplomatico francese Fabrice Delloye, con cui si é sposata nel 1981.


manifestoVENTI MILIONI PER BETANCOURT

5 luglio 2008  –  di Guido Piccoli
Esperti di Usa e Israele, una donna arrestata… Traballa quel «blitz perfetto» L’altra verità: carceriere delle Farc corrotto tramite la fidanzata
Le bugie hanno le gambe corte anche in Colombia. Nonostante la disponibilità dei media internazionali ad accettarla a scatola chiusa, la favola raccontata dal governo di Alvaro Uribe sulla liberazione di Ingrid Betancourt comincia a far acqua da tutte le parti. Ad essere smontata per intero è l’attribuzione d’ogni merito all’esercito colombiano, fatta dal ministro della difesa Juan Manuel Santos. Che vi avessero partecipato agenti statunitensi era quasi certo, visto che si trattava di liberare dei connazionali fatti prigionieri dalle Farc cinque anni fa. Come già fatto in altre occasioni (ad esempio quando, nel dicembre 1993, fu ammazzato il capo dei narcos Pablo Escobar), Washington fa filtrare mezze ammissioni per non urtare la suscettibilità del fidato alleato colombiano. All’operazione «Scacco» hanno dato il loro contributo anche decine di esperti israeliani.

[Versione IT]


FARC – EP
COMUNICATO
5 luglio 2007 – da Rebelión
1. La fuga dei 15 prigionieri di guerra, lo scorso mercoledì 2 Luglio, é conseguenza diretta della spregevole condotta di Cesar ed Enrique i quali hanno tradito il loro compromesso rivoluzionario e la fiducia che in essi era stata riposta.
2. Indipendente da un episodio come questo, possibile in qualunque scontro politico e militare dove ci sono vittorie e sconfitte, manteniamo vigente la nostra politica per concretare accordi umanitari che permettano lo scambio ed inoltre proteggano la popolazione civile dagli effetti del conflitto. Se continuerá a persistere nella ricerca del riscatto, il governo dovrá assumersi tutta la responsabilitá delle conseguenze di questa temeraria ed avventurosa decisione.
3. La lotta per liberare i nostri e altri combattenti politici carcerati sará sempre all’ordine del giorno in tutte le unità fariane, specialmente nella sua direzione. Tutti loro sono nelle nostre menti e nel cuore.


Selvas ColombiaSpeciale BETANCOURT / COLOMBIA 2008


elnPER UNA ECONOMIA ALTERNATIVA PER ARAUCA

Comunicato del Fronte di Guerra Orientale
29 maggio 2008
traduzione di Aiki

In un recente comunicato, il Fronte 10 delle FARC afferma che il Fronte Domingo Laín dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) è un nuovo battaglione antinarcotici. Queste gravi accuse ci portano ad esprimere al paese e al mondo la nostra posizione.
Molte comunità contadine del dipartimento di Arauca, di propria volontà dallo scorso anno hanno ricominciato a seminare gli alimenti, come via per eliminare la dipendenza dalle coltivazioni di coca ed procurare la propria sicurezza alimentare.
È necessario ricordare che queste comunità, nella scorsa decade anticiparono questi stessi piani di semina di alimenti, per tentare di evitare che il campo araucano fosse piagato dalle piantagioni di coca.

marulandaFARC-EP
MANUEL MARULANDA E’ MORTO
Lo dice il Ministro della difesa. Piú tardi lo confermano le FARC
26 maggio 2008

A due mesi dalla morte avvenuta per infarto il 26 marzo di quest’anno e due giorni dopo l’annuncio dato da Manuel Santos, ministro della difesa Colombiano, ‘Timochenko’, Timoleon Jimenez conferma la morte del comandante in capo, ‘Tirofijo’, per infarto. Pedro Antonio Marín, questo il suo nome di battesimo, era da tempo malato.

dal Manifesto 25 maggio 2008 [IT]
Video di Timochenko conferma morte di Tirofijo [ES]
Comunicato FARC [Version es]


estradizione paras“TUTTI NEGLI USA”, URIBE ESTRADA I CAPI NARCO-PARAS

manifesto14 maggio 2008
di Guido Piccoli

Colombia, mossa a sorpresa (e disperata) del presidente che impacchetta e spedisce negli Stati Uniti 14 capi paramilitari. Tra cui il boss Salvatore Mancuso, le cui rivelazioni gli avevano fatto il vuoto intorno. L’urlo dall’aereo: figli di puttana!
  
Figli di puttana ci hanno tradito!” L’urlo soffocato di Rodrigo Tovar Pupo, alias Jorge 40, sulla pista dell’aeroporto militare di Bogotà, qualche secondo prima di essere spinto sull’aereo della Dea, è il miglior commento dell’estradizione del gotha del narco-paramilitarismo negli Stati Uniti. Tutti i grandi criminali colombiani, nessuno escluso, sono stati svegliati nel cuore della notte tra lunedì e martedì nelle loro celle dorate (a Itaguí, Barranquilla e nel carcere “La Picota” a Bogotà), prelevati da centinaia di militari e consegnati agli agenti statunitensi: oltre a Jorge 40 sono stati estradati, l’italo-colombiano Salvatore Mancuso, Diego Fernando Murillo detto don Berna (erede di Escobar a Medellín), il boss della Costa Atlantica Hernán e altri dieci boss.

Uribe e Paramilitari

URIBE PERDE PEZZI

manifesto27 aprile 2008
di Guido Piccoli

In Colombia ultimi incarcerati il cugino Mario, la presidente del Congresso e il capo del partito “U” accusati con altri “padri della patria”, di essere collusi con i paramilitari in affari omicidi
Il cerchio si stringe intorno ad Alvaro Uribe. Giorno dopo giorno, il suo regime perde pezzi. Gli ultimi a cadere sono stati il cugini Mario, senatore e grande regista della maggioranza governativa che, cercando di sfuggire alla cattura, si è rifugiato nell’ambasciata del Costarica (dichiarandosi umoristicamente un “perseguitato politico”), il presidente del congresso Nancy Gutiérrez, e Carlos García, il presidente del partito della “U” (che sta per Uribe). Ad oggi, oltre a decine di sindaci, funzionari statali ,alti ufficiali, sono rinchiusi nel carcere della “Picota” più di una trentina di “padri della patria”, mentre altrettanti sono accusati di aver fatto affari con i paramilitari e aver loro indicato gli oppositori politici e sociali e la gente comune da ammazzare a pistolettate o a fendenti di motosega.