Ingrid Betancourt

manifestoA ROMA L’EX OSTAGGIO INGRID BETANCOURT
«Guerriglieri arrendetevi, ascoltate la voce del cuore»

2 settembre 2008  –  di Geraldina Colotti
«Tornare a fare politica in Colombia? Perché no. Ma non è la mia priorità». Lo ha detto Ingrid Betancourt in una conferenza stampa alla Provincia di Roma rispondendo a una domanda sul suo futuro. «Dopo aver vissuto per sei anni come vittima dell’arbitrio e della guerra – ha detto l’ex ostaggio delle Farc – cambiano le prospettive di vita». Oggi la priorità è costruire «una squadra che aiuti ad alleviare il dolore delle altre persone che soffrono», non solo in Colombia ma «nel mondo intero». Come? «Ascoltando la voce del cuore» e il miracolo della fede – argomento che ha occupato buona parte della conferenza, seguita all’incontro fra il papa («un essere di luce») e Betancourt. Una via che l’ex ostaggio ha consigliato anche ai comandanti delle Farc (nominati uno ad uno) invitandoli a «uscire dall’autismo» e a deporre le armi: «Io vi riconosco il diritto di essere diversi – ha detto – ora sta a voi fare altrettanto e imboccare il cammino del cuore».

manifestoINGRID DEI MIRACOLI
Quasi una visita di Stato per Betancourt che arriva oggi a Roma
31 agosto 2008  –  di Guido Piccoli

L’ex-ostaggio franco-colombiano delle Farc, liberato dopo sei anni di penosa prigionia nella selva da una mirabolante operazione militare ordinata dal presidente Uribe, rischia di diventare, suo malgrado, un’icona. E una chiave di lettura troppo facile e sbagliata (i Buoni contro i Cattivi) di un conflitto complesso come quello della Colombia
Sei anni nella selva a invocare la Madonna e a leggere la Bibbia, l’unica pubblicazione consentita dal rigore guerrigliero. Poi, a luglio, la liberazione, lo sbarco in terra europea, i festeggiamenti con Sarkozy e la Legion d’Oro, la visita a Lourdes. Domattina l’udienza con Benedetto XVI a Castel Gandolfo e il pomeriggio una preghiera in San Pietro. Così Ingrid Betancourt conclude il suo pellegrinaggio di ringraziamento per l’Operazione Scacco nella selva del Guaviare che, per come è stata raccontata, appare un miracolo da ascrivere, come sostenne allora anche il presidente Alvaro Uribe, «all’intervento dello Spirito Santo e alla protezione di nostro Signore e della Vergine, in tutte le sue espressioni».