Incarcerato alla Modelo di Bucaramanga, patio numero 4

INTERVISTA A TEOFILO ACUÑA, ACCUSATO DI RIBELLIONE

di Oscar Paciencia
29 aprile 2007 – h. 21.30

Il presidente di Fedeagromisbol racconta con dignità e preoccupazione, l’episodio della sua cattura illegale, dove il sergente ed i soldati presenti lo hanno prelevato con la forza dalla sede della Federazine a Santa Rosa del Sur pochi minuti prima che si recasse ad una riunione ufficiale con rappresentatni del governo colombiano.
Racconta delle sue condizioni materiali e psicologiche, e soprattutto della preoccupazione per la gente che continua a vivere nelle montagne del Sud del Bolivar e che in questo momento subisce oltraggi continui da un esercito che si sente criticato nello svolgimento della funzione di cane da guardia per conto della multinazionale dell’oro Kedahda, che necessita lo spopolamento della zona per poter sfruttare le miniere.
Dalla Corporazione Sembrar si apprende che il giudice di Simitì ha negato l’abeas corpus richiesto dall’avvocato, per definire illegittimo l’arresto e quindi scarcerare Teofilo.

teofiloliberoAZIONE URGENTE
26 aprile 2007

ARRESTATO PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE
AGROMINERARIA DEL SUD DEL BOLIVAR


La Federazione Agromineraria del Sud del Bolivar, il Coordinamento Nazionale Agrario – CNA, il Processo delle Comunità Nere – PCN, la Corporazione Sembrar, la Rete di Fratellanza Colombiana e la Rete Europea di Fratellanza e Solidarietà con la Colombia denunciano i seguenti fatti:

1. Oggi 26 aprile 2007 verso le 9:00 di mattina nell’ufficio della Federazione nella zona urbana di Santa Rosa, Sud del Bolivar, è stato fermato da membri del battaglione antiaereo Nuova Granada della V Brigada, il presidente della Federazione TEÓFILO Manuel ACUÑA RIBÓN.

2. Che l’esercito allude ad un ordine di cattura del pubblico ministero n.28 sezione di Cartagena, Edward José Cabello Baquero, dove si accenna di un tale soprannominato Teófilo di professione leader sindacale.

3. Che nel momento della detenzione il leader della Federazione è stato picchiato e che fino ad ora secondo il respnsabile Cordova, per ordini superiori è vietata l’entrata dell’avvocato, e questo ci fa temere per la sua integrità fisica.

4. Che oggi si riunisce in Santa Rosa il Tavolo di Interlocuzione delle comunità col governo nazionale, ove stanno facendo presenza distinte autorità nazionali.

5. Che TEÓFILO Manuel ACUÑA RIBÓN aveva testimoniato nel processo in corso nei confronti del battaglione antiaerea Nuova Granada a seguito dell’assassinio di Alejandro Uribe leader della Federazione.


6. Che giusto in questo momento si stanno preparando gli incontri circa il codice Minerario in cui la Federazione aveva un ruolo protagonista.


7. Durante il verificarsi di questi fatti, è stata colpita anche una funzionaria della Defensoria del Pueblo

[versione IT]     [version ES]


redaudio corrispondenza  RedHer da Bogotà [IT]
27 aprile 2007 – h.3.30


Testimonianza in voce di Teofilo ACUÑA al Tribunale Internazionale di Opinione
Parigi, novembre 2003 – TIO PARIGI
teo e gabo

audio  Parte 1    [ 13′ 00" – 6099 Kb]
audio  Parte 2    [   8′ 24" – 3946 Kb]
audio  Parte 3    [   3′ 31" – 1657 Kb]
audio  Parte 4    [   7′ 35" – 3563 Kb]
audio  Parte 5    [   8′ 30" – 3992 Kb]
audio  Parte 6    [   3′ 42" – 1738 Kb]


Popolazioni indigene occupano la sede del governo locale
CHOCO’. LA TRAGEDIA CONTINUA….

23 aprile 2007 – da Indymedia Colombia
choco protestaProtestano 500 indigeni davanti alla sede del Governo del dipartimento del Chocó


"Abbiamo preso la decisione di manifestare contro l’abbandono e l’umiliazione alle quali siamo stati sottomessi dalle autorità municipali, dipartimentali e nazionali, non solamente in questi giorni, ma da molto tempo… Siamo stanchi della sistematica violazione dei nostri diritti, specialmente quello alla salute, alla alimentazione, all’educazione, alla protezione della vita. Vogliamo venga garantita la integrità culturale di nostri popoli."choco protesta 2
La tragedia delle popolazioni nere, indigene e meticce continua. Oltre che sopportare gli effetti dell’arretratezza sociale, continuano ad essere vittima della ripresa del paramilitarismo, della politica militarista dello stato, dei soprusi degli insorti e della corruzzione dei governanti.
Nei loro territori, convertiti in scenari di guerra, assistono come spettatori o vittime ad una crescente militarizzazione della loro vita quotidiana, dei loro villaggi e dei loro fiumi e soffrono di conseguenti e permanenti soprusi, essendo popolazione civile disarmata ed estranei alla guerra, osservano che le risorse che vengono loro negate per la sanità e la educazione vengono convertite in capacità militare, mentre continunano con la stessa frequenza gli assassini, le minacce e gli sfollamenti.

Comunicato 1   [versione IT]   [version ES]
Comunicato 2   [versione IT]   [version ES]
Informazioni dalla Diocesi di Quibdò  [versione ES]
Pronunciamento del presidente  ONIC      


radio libertad
logo RORSpeciale LATINO AMERICANA

Laboratorio radiofonico a Filo Gringo

trasmissione del 2 aprile 2007
a cura del Comitato Carlos Fonseca di Roma

 
All’interno dei progetti di solidarietà che RedHer (Red de Hermandad Y solidaridad con Colombia) ha messo in essere, il racconto di una esperienza concreta tra le montagne profonde del Catatumbo (dipartimento Norte de Santander). La realizzazione da parte del Comitato Carlos Fonseca in collaborazione con Rado Onda Rossa di un laboratorio sulla comunicazione radiofonica che ha coninvolto una ventina di ragazze e ragazzi della comunità di Filo Gringo

audio  Parte 1  [ 10′ 89" – 6096 Kb]         audio  Parte 2  [ 8′ 05" – 4853 Kb]
audio  Parte 3  [ 10′ 21" – 6215 Kb]         audio  Parte 4  [ 9′ 51" – 5916 Kb]
audio  Parte 5  [ 05′ 17" – 3181 Kb]         audio  Parte 6  [ 4′ 12" – 2530 Kb]


BANANE DI DISTRUZIONE DI MASSA

Multinazionale Chiquita Brands (1970-2006) o United Fruit Company (1928-1970): una storia di terrorismo di Stato in Colombia.

ciquitada Indymedia Colombia
traduzione Oscar Paciencia

Nel 1970, United Fruit si è fusa con un’altra impresa e ha cambiato nome in United Brands Company che a sua volta lo ha cambiato in Chiquita Brands (1990), secondo dati disponibili nella sua pagina web. Con oltre 15.000 ettari di banano seminati in Colombia, la storia della Chiquita Brands illustra perfettamente come si è sviluppato il terrorismo di stato in Colombia.
La stessa multinazionale autrice del massacro delle bananiere del 6 dicembre 1928, United Fruit, ora Chiquita Brands, oggi riconosce davanti al tribunale degli Stati Uniti avere finanziato il paramilitarismo di Stato in Colombia. Mentre però il presidente Colombiano Álvaro Uribe Vélez dichiara ai mezzi di informazione che l’estradizione potrà essere applicata ai dirigenti della Chiquita Brands, la Procura afferma che ha appena iniziato le investigazioni, e il ministro della Difesa e Sicurezza Nazionale Juan Manuel Santos dice che non sarebbe possibile giuridicamente.
E’ tutto chiaro: Chiquita Brands o United Fruit Company finanziava in dollari i paramilitari attraverso l’organizzzazione Convivir; portava loro armi (migliaia di fucili e milioni di cartucce) e per loro conto portava la cocaina in Europa. E vai a sapere cos’altro! Ora dovranno solamente pagare una multa al governo degli Stati Uniti per avere massacrato attraverso paramilitari e militari colombiani migliaia di contadini, lavoratori e sindacalisti. Secondo la Rivista Semana, dal 1997 fino al 2004, epoca nella quale finanziava i paramilitari, Chiquita Brands fu la causa, nella regione dell’Urabá antioqueño, dello sfollamento di circa 60.000 persone, e 3778 che morirono, tra le quali ci sono le 432 vittime dei 62 massacri. Tra i massacri più ricordati di questa epoca c’è quello di Urabá, nel gennaio del 1998, dove un gruppo paramilitare bruciò nell’acido 11 contadini per far loro confessare di appartenere alla guerriglia, dopodiché li assassinò.

Nota di stampa Adital da Rebelión [Versione IT]
Varios textos por Indymedia Colombia [Version ES]
audio Corrispondenza
Red Prensa Alternativa Sur Occidente [ES]


Da Il Manifesto – 16 marzo 2007
BANANE (USA) CHE GRONDANO SANGUE
ciquitaUna corte di Washington condanna la Chiquita Brands (ex United Fruit) a una multa di 25 milioni di dollari per aver pagato i «paras» della Colombia. Ma…
di Guido Piccoli

Se José Arcadio Secondo avesse fatto il sindacalista dei raccoglitori di banane in questi anni e non a Macondo tre quarti di secolo fa, avrebbe avuto ancora meno probabilità di morire di vecchiaia. Le banane, allora come oggi, continuano a grondare sangue.
Lo conferma la sentenza del tribunale di Washington, che ha condannato la Chiquita Brands (delle famose «Chiquita 10 e lode») a pagare una multa di 25 milioni di dollari per avere finanziato, dal 1997 al 2004, attraverso la sua filiale Banadex, le Autodefensas Unidas de Colombia (Auc). La storia, quindi, si ripete, sebbene siano cambiati il nome della multinazionale (che una volta si chiamava United Fruit) e i metodi della repressione, realizzata negli anni ’20 con i massacri dell’esercito (come racconta Gabriel García Márquez in Cent’anni di solitudine), adesso con le mini-Uzi dei sicari paramilitari. Il pagamento delle Auc furono approvati «per garantire in buona fede la sicurezza dei nostri impiegati», si è difeso dalla sua sede di Cincinnati, nell’Ohio, il presidente della Chiquita Brands. «La multa ad un’impresa, rea per avere pagato un gruppo illegale, è un magnifico segnale», ha commentato il ministro della difesa colombiano, Juan Manuel Santos. Sebbene abbia suscitato scalpore, la sentenza del tribunale Usa è quasi una burla, per quello che decreta e omette.

Articolo completo [versione IT]


Autobomba nel Cantón Norte
uribe militari
Davanti all’ultimo attentato, cancellano lo scambio umanitario tra Stato e FARC ed ordinano un assalto militare per liberare i sequestrati. Appello di Uribe al terrorismo di Stato.

Da Cristiani per la Pace con Dignità e Giustizia / Indymedia Colombia
21 ottobre 2006


Giovedì 19 ottobre, l’esplosione di una carro-bomba nel complesso militare più importante del paese, ha lasciato più di una ventina di feriti alcuni minuti prima di un’attività accademica sui Diritti umani dove sarebbe intervenuto il delegato dell’ONU e il comandante generale dell’esercito. L’artefatto esplosivo è stato messo fronte alla sede della Scuola Superiore di Guerra, nelle vicinanze dell’Università Nuova Granada, un’università pubblica diretta dale forze armate dove studiano anche civili.
In mezzo al crollo di governabilità del governo di Uribe, e davanti a questo evidente fallimento della politica di "Sicurezza Democratica", Uribe ha impartito l’ordine di offensiva militare totale.
Mentre lo Stato in toto responsabilizza le FARC per questo attentato, l’ultimo comunicato di questo gruppo guerrigliero smentisce il fatto, ed entrambe le parti affermano che la controparte è contro la soluzione negoziata al conflitto.

Continua nota  [Versione IT]  [version ES]
  Audio dell’intervento di Alvaro Uribe Velez


Non è la prima volta che atti come questo vengono attribuiti alla guerriglia delle FARC, ma poi si viene a sapere che gli organizzatori facevano parte dell’Esercito Nazionale [version ES].
Carlos A. Lozano Guillén
, direttore de la VOZ, afferma:"Ho quasi la certezzza che i responsabili di quest’autobomba sono gli stessi denunciati alcuni giorni fa". Mentre le FARC in un comunicato riportato da R.C.N. Radio, accusano organismi interni agli Stati Uniti di essere dietro l’attentato.


Missione Internazionale di verifica sulla situazione dei diritti umani dei popoli indigeni colombiani

Dichiarazione finale

indigenidi A SUD da O.N.I.C.  19 – 29 settembre 2006
 
Di fronte all’aggravarsi della crisi umanitaria delle Comunità indigene in Colombia, le principali organizzazioni indigene, riunite nel Consiglio Nazionale Indigeno di Pace, hanno convocato una Missione Internazionale dal carattere indipendente per dare seguito alle raccomandazioni fatte nel 2004 dal Relatore Speciale delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali delle popolazioni indigene, Rodolfo Stavenhagen.

Tra il 19 e il 29 settembre 2006 questa Missione internazionale di verifica sulla situazione umanitaria e dei diritti umani delle popolazioni indigene della Colombia, ha voluto verificare lo stato di adempimento delle raccomandazioni e la situazione attuale delle popolazioni indigene, e si è posta come obiettivo quello di produrre un rapporto che permetta alla Comunità Internazionale di sollecitare al governo colombiano l’adempimento agli accordi e agli impegni di ordine internazionale e nazionale, in relazione al rispetto dei diritti dei popoli indigeni.

Alla Missione hanno partecipato le organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani della società civile di Europa, dell’America Latina, degli Stati Uniti e del Canada, insieme ad osservatori delle agenzie delle Nazioni Unite, dell’ambasciata della Svizzera, dell’ambasciata della Germania, della delegazione della Commissione Europea e del MAPP-OEA. La missione ha visitato cinque regioni: la Sierra Nevada di Santa Marta, l’Alto Sinú Cordoba, il dipartimento di Arauca, il dipartimento del Cauca ed il dipartimento del Guaviare. In ogni regione la missione ha realizzato delle interviste alle comunità indigene e alle loro organizzazioni, ha raccolto le testimonianze delle vittime delle violazioni dei diritti umani e degli abusi al diritto umanitario internazionale, ha incontrato le autorità locali civili e militari e i rappresentanti degli organismi dicontrollo nazionale.


Dichiarazione finale [versione IT]  [version ES]
audio Radio Città Aperta: intervista a Giuseppe De Marzo [21/10/2006]

joven Immagini della Missione di Verifica sulla condizione Indigena in Colombia

dalla pagina di
O.N.I.C.

[Foto]


TRASFERITI FORZATAMENTE PIU’ DI 1.300 TRA MINATORI E CONTADINI DEL SUD DEL BOLIVAR  A SEGUITO DELLE PERSECUZIONI E DAGLI ASSASSINI COMPIUTI DALL’ESERCITO NAZIONALE.
A SANTA ROSA L’ESERCITO INSINUA CHE I MINATORI IN LOTTA SIANO INFILTRATI DA GRUPPI GUERRIGLIERI


Il Sud de Bolivar è stato storicamente una regione dove le politiche di controllo sociale e politico hanno portato il segno di gravi e sistematiche violazioni ai diritti umani, rimaste nella totale impunità; la guerra civile colombiana ha segnato anche a questo territorio ricco di ogni tipo di materie prime, e la cui popolazione civile è stata, e sta, fuori da ogni protezione da parte dello Stato colombiano.
La lotta per il controllo delle zone aurifere – soggette ad alcune forme di estrazione che seguono il modello di sfruttamento ispanico dell’argento, scomparso a metà del secolo XIX – si sono mantenute fuori del potere della polizia di stato, perfino il controllo su minerali che costituiscono una riserva di ricchezza con la quale finanziare lo sviluppo della Colombia.
Il 19 settembre 2006 il giovane Alejandro Uribe, leader e Presidente della Giunta di Azione Comunale del casale Mina Gallo, Municipio di Morales, e membro della Federazione Agrominera del Sud del Bolivar – FEDEAGROMISBOL – secondo versioni date dalla comunità, è stato assassinato da soldati appartenenti al Battaglione Nuova Grenada al comando del Capitano Blanco, eseguendo ordini di Benjamín Palomino Capitano Ufficiale delle Operazioni di quel Battaglione.
Così come informa la Diocesi di Magangue in un comunicato pubblico, rifiutando questo omicidio, Alejandro Uribe aveva partecipato il l’8 settembre 2006 all’Assemblea di Previa per il Tribunale Permanente dei Popoli che si realizzerà i 11 e 12 di novembre del presente anno nella città di Medellin. In quell’evento erano presenti la Defensoria del Pueblo e Organizzazioni per Diritti umani. In quella sede si trattò di Ecosistema di Multinazionali, e si esposero pubblicamente gli abusi delle Forze Militari della Colombia contro la popolazione civile, col proposito di facilitare l’entrata alla regione della Multinazionale KEDAHDA S. A. filiale dell’Anglo GOLD ASHANTI.
La morte del leader menzionato si somma ad una preoccupante catena di attentati, blocchi, minacce ed altri assassini che secondo versioni degli abitanti sono eseguiti in maniera deplorevole da membri del Battaglione Nuova Grenada, dell’Esercito della Colombia.
Questi fatti hanno portato al trasferimento forzoso di tutto il settore minerario che è arrivato al posto conosciuto come L’Ipsilon, giurisdizione del Municipio di Santa Rosa del Sud, Dipartimento di Bolivar.
In questo contesto, circa 1.300 contadini e minatori si sono mobilitati davanti contro questo assassinio.


Comunicato Stampa No 1
COMUNITÀ AGROMINERARIE DEL SUD DEL BOLIVAR
25 settembre di 2006

Come comunità agrominerarie del sud di Bolivar, vogliamo rendere note all’opinione pubblica nazionale ed internazionale le ragioni che ci hanno portato a trasferirci forzatamente dai nostri villaggi verso il capoluogo municipale di Santa Rosa:
Le nostre comunità hanno vissuto e lavorato nella regione, vivendo dell’attività mineraria e dell’agricoltura da varie generazioni. 10 anni fa, multinazionali del settore minerario, motivate dalla grande ricchezza della regione, hanno voluto usurpare il nostro territorio, sviluppando la stessa strategia negli anni fatta di assassini, terrore, saccheggio, etc. appoggiate dallo Stato e dal paramilitarismo.

Comunicato N° 1 – 25 settembre 2006   [Versione IT]    [Version ES]
Comunicato N° 2 – 26 settembre 2006   [Versione IT]    [Version ES]
Comunicato N° 3 – 28 settembre 2006   [Versione IT]    [Version ES]
Comunicato N° 4 – 30 settembre 2006   [Versione IT]    [Version ES]
Comunicato N° 5 – 3 ottobre 2006         [Versione IT]    [Version ES]
Comunicato N° 6 – 11 ottobre 2006       [Versione IT]    [Version ES]

Fotografie da Indymedia Colombia    
[Fotografie]


teoIntervista a Teófilo Acuña di FEDERAGROMISBOL
COMUNITÀ AGROMINERARIE DEL SUD DEL BOLIVAR
IN LOTTA

da Radio Nizkor – Madrid / Indymedia Colombia
2 ottobre 2006


Teofilo Acuña spiega con chiarezza l’origine del problema. Gli interessi delle multinazionali dell’oro sono la causa di questa tragedia.

 audio  Intervista [ES] [9′:33" – 8958 Kb]


UN DIVERSO PUNTO DI VISTA.

manifestazione  soldatos


Fotografie della mobilitazione
San Luquitas e Santa Rosa del  Sur
25 set. / 2 ott. 2006 – REDHER


logo RORSpeciale LATINO AMERICANA

Colombia e multinazionali asssassine

trasmissione del 25 settembre 2006 2a Puntata
a cura del Comitato Carlos Fonseca di Roma

  • Relazione sulla "brigata estiva 2006" di agosto
  • Situazione dopo la rielezione del presidente Alvaro Uribe
  • Le multinazionali assassine….non si muore di sola Coca Cola: Sur de Bolivar,  Catatumbo,  Arauca
audio  Parte 5  [ 11′ 42" – 6864 Kb]         audio  Parte 7  [ 8′ 25" – 4929 Kb]
audio  Parte 6  [ 10′ 11" – 5977 Kb]         audio  Parte 8  [ 5′ 10" – 3037 Kb]


Un’altra esecuzione mirata da parte dell’esercito. Si opponeva all’esproprio delle miniere d’oro intentato dalla multinazionale Khedada

ALEJANDRO URIBE
assassinato dal Battaglione Nueva Grenada
traduzioni di Oscar Paciencia

Alejandro Uribe, membro della Giunta Direttiva dell’Associazione dei Minatori del Bolivador, filiale della Federazione Agromineraria del Sud del Bolívar, FEDEAGROMISBOL e presidente della Giunta di Azione Comunale della frazione di Mina Gallo, del municipio di Morales, è stato ucciso il 19 settembre da membri del Battaglione antiaereo di alta montagna Nueva Grenada –  BAGRE.
Già Il giorno 7 settembre di quest’anno, Alejandro Uribe, alla presenza di membri di alcune Organizzazioni Non Governative per i Diritti umani e alla Defensoria del Pueblo aveva denunciato l’esecuzione extragiudiziale di Arnulfo Pabón, fatto avvenuto a Bolivador, una comunità che dista poche ore di cammino da Mina Gallo dove è avvenuto questo omicidio. Anche in quella occasione erano stati i militari del Battaglione Bagra gli artefici dell’esecuzione extragiudiziale di Arnulfo.

Denuncia Pubblica Organizzazioni colombiane 22/9  [versione IT]  [version ES]

Wradio di Bogotà
22 settembre 2006. Intervista sull’omicidio di Alejandro Uribe al Presidente del Coordinamento Nazionale Agrario (CNA) GERMAN BEDOYA e al Generale della V Brigata, Comandante del Battaglione Antiaereo Nueva Grenada, JOSE JOAQUIN CORTES.

audio Intervista del 22 settembre 2006
[10′ 33" – 4946Kb]


Denuncia Pubblica Organizzazioni colombiane 20/9  [versione IT]  [version ES]
Denuncia Pubblica Organizzazioni Italiane 20/9         [versione IT]  [version ES]


Fotografie della Comunità di Mina Gallo
Alejandro Uribe viveva qui. I minatori artigianali del luogo  stanno contrastando l’arrivo di una multinazionale dell’oro, la Khedada, la quale ha già chiesto concessioni per espropriare la loro terra per oltre di 150000 ettari di terreno.