fumigazioni nel CaucaDENUNCIA PUBBLICA
FUMIGAZIONE A LA DOMINGA E CAÑA BRAVA.
BOLIVAR, CAUCA
Comitato Municipale di ASOINCA – Bolivar
Giunta Direttiva Dipartimentale ASOINCA

11 febbraio 2008
traduzione
AliceRebelde

Le frazioni di La Dominga e Caña Brava si trovano a 20 km di strada dal capoluogo municipale del Bolivar, più 5 km di cammino sterrato, nel sud del dipartimento del Cauca. Gli abitanti sono contadini che si dedicano all’agricoltura di sussistenza con coltivazioni di yucca, fagioli, guandul, guineo, platano, canna da zucchero e mais. La terra è di regolare qualità, con suoli gialli ed un terreno abbastanza friabile. Non ci sono vie transitabili di accesso né elettricità. A La Dominga alcune fattorie coltivano un pò di coca, ma realmente non è molta. A Caña Brava avevano sradicato la coca manualmente sei mesi fa e l’avevano sostituita con coltivazioni di mais, yucca, platano e fagioli.
Tutto questo si è perso con la fumigazione del 4 gennaio di quest’anno.

desplazamiento forzadoVerdetto del Tribunale Internazionale di Opinione
 sullo sfollamento forzato in Colombia
CONDANNIAMO PER AZIONI E OMISSIONI LO STATO E IL GOVERNO COLOMBIANO, LE COMPAGNIE MULTINAZIONALI ED I GOVERNI DI STATI UNITI, CANADA, INGHILTERRA, SVIZZERA, SPAGNA, ISRAELE, SUDAFRICA E L’ UNIONE EUROPEA


Salón Elíptico del Congresso della Repubblica della Colombia
Bogotà 21, 22 e 23 Novembre 2007
traduzione di AliceRebelde

Il clamore dei milioni di sfollata e sfollati forzati della Colombia è arrivato alla Comunità internazionale. Come risposta solidale, questo Tribunale d’Opinione si è stabilito a Bogotà, dal 21 al 23 novembre 2007, per ascoltare le vittime di questo crimine contro l’Umanità, vittime disdegnate e perseguitate, con l’obiettivo di contribuire alla piena restaurazione della Giustizia e del Diritto.
Il Tribunale Internazionale composto da 8 membri ha raccolto i dati esistenti sul sfollamento e le sue cause, tanto da parte delle istanze ufficiali del Governo della Colombia e delle Nazioni Unite (ACNUR), quanto di organismi non governativi. Cinque udienze regionali hanno avuto luogo in Valle del Cauca, Chocò, Zona centro, Arauca e Costa atlantica, dove varie centinaia di testimonianze sono state raccolte. Finalmente una giuria internazionale si è riunita nel Congresso della Repubblica, per raccogliere più di 30 testimonianze e venire a conoscenza di tre studi socio-giuridici che sono stati aggiunti alla documentazione raccolta. Le Autorità colombiane precedentemente convocate per presentare i loro punti di vista non si sono presentate. Inoltre, i dirigenti Coordinamento Nazionale degli Sfollati e i membri del Tribunale hanno ricevuto costanti minacce da parte del gruppo paramilitare autodenominato le Aquile Nere, per aver realizzato questo tribunale. 

carovana minera COMUNICATO PUBBLICO
CAROVANA NAZIONALE E INTERNAZIONALE
AGROMINERARIA

La carovana agromineraria, formata da delegazioni nazionali ed internazionali ha terminato il suo percorso di 17 giorni dopo essere passati per il Sud del Bolivar, Chocò, Risaralda, Cauca e Nariño.
In ognuna di queste tappe si sono evidenziate le condizioni di precarietà del settore della piccola attività mineraria, dove lo Stato ha svolto il suo ruolo abbandonando completamente questa attività produttiva, preferendo la svendita della risorsa aurifera alle imprese straniere e rinunciando una volta per tutte alla sovranità e ad una fonte di entrata per il paese.
Oltre a questo abbandono si osserva una campagna denigratoria contro il settore minerario artigianale per danni ambientali, campagna che mira alla sua chiusura e a dichiarare illegale questa forma di sopravvivenza di migliaia di famiglie colombiane.

dal 17 agosto al 3 settembre
CAROVANA NAZIONALE E INTERNAZIONALE

PER LA RESISTENZA DELLA ATTIVITA’ MINERARIA ARTIGIANALE

La Carovana Minera è un’iniziativa che coinvolge leader appartenenti a comunità minerarie di differenti parti del paese (Nariño, Chocó, Cauca, Bolivar, Risaralda) i cui territori sono stati richiesti dalla multinazionale AngloGold Ashanti – Kedahda – per esplorazione o sfruttamento. La Carovana percorrerà varie regioni a livello nazionale che stanno venendo colpite dagli interessi della multinazionale.
La Carovana ha come obiettivo quello di visibilizzare all’interno ed esterno della Colombia la problematica mineraria, gli oltraggi fisici e legislativi coi quali la transnazionale viene espandendo il suo dominio. Nello stesso modo tende a fortificare il movimento contro il grande settore minerario e difendere la permanenza delle comunità nei loro territori.

La Carovana sarà composta, per il livello nazionale, da due leader per ognuna delle regioni coinvolte: Cauca, Bolivar, Risaralda, Chocó e Nariño, e da membri di paesi coinvolti economicamente o legalmente nelle attività della Kedahda. Per questo a livello internazionale parteciperanno compagni inglesi, statunitensi, canadesi ed italiani.

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Nunca mas!3 settembre 2007  – dal Comitato Carlos Fonseca

audio Corrispondenza da Bogotà [parte 3]  [10′:09" –  5.9 mgb]


Nunca mas!31 agosto 2007  – dal Comitato Carlos Fonseca

audio Corrispondenza dal Nariño [parte 1]  [11′:20" –  6.6 mgb]

audio Corrispondenza dal Nariño [parte 2]  [5′:10" – 3.0 mgb]

Nunca mas!27 agosto 2007  – dal Comitato Carlos Fonseca

audio Corrispondenza da Risaralda  [21′:35" –  6.0 mgb]

radio onda rossa25 agosto 2007  – da Radio Onda Rossa


bocche-cucite-uni-cauca1SI CUCIONO LA BOCCA PER PROTESTA

Intervista di Oscar Paciencia

30 agosto 2007
In sciopero della fame da due settimane, già con sintomi di grave disidratazione, vomitando sangue e con le bocche cucite,  gli studenti della Università del Cauca di Popayan continuano a protestare per le denunce subite, tra le vessazioni dell’istituzione universitaria, le minacce paramilitari,  la repressione dell’ESMAD (squadroni della polizia speciale antisommossa) e, adesso, anche con la possibile espulsione dalla università.
Pur decidendo per l’interruzione dello sciopero della fame che, da una nota dell’ultimissima ora, pare l’università abbia accettato discutere le richieste degli studenti, essi permangono in stato di allerta, continuando ad occupare gli spazi universitari, dal momento che è non la prima volta che le promesse fatte si sono dimostrate essere trappole.


Continuano le vessazioni contro gli universitari del Cauca
STUDENTI DELLA UNIVERSITA’ DEL CAUCA IN SCIOPERO DELLA FAME

studenti del cauca si cuciono la boccaPopayan, 25 agosto 2007
Julia

Dal 14 agosto dell’anno in corso, 14 studenti di differenti facoltà dell’Università del Cauca, con sede in Popayán, rimangono in sciopero di fame e con le bocche cucite. Da allora si "alimentano" solo con liquidi che prendono con una cannuccia. Di giorno rimangono nel chiostro della facoltà di Scienze Umane, nella notte cambiano differenti case, per la paura di essere presi dalla Polizia.
Di questi ce ne sono otto dei 16 studenti che sono stati detenuti arbitrariamente il 31 di maggio di quest’anno, quando i poliziotti dell’ESMAD sgomberarono violentemente gli studenti che avevano occupato pacificamente lo storico chiostro di Santo Domingo.Nello sciopero sono accompagnati da altri sei studenti solidali.

Chi vuole può esprimere solidarietà ai 14 studenti in sciopero di fame, che per ragioni di sicurezza chiedono non menzionare i loro nomi, scrivendo a:
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alcune foto dell’iniziativa

encuntrro agrominero bogotaDICHIARAZIONE PUBBLICA
PER IL TERRITORIO, LA DIGNITA’ E LA AUTODETERMINAZIONE
NO ALLE MULTINAZIONALI NEL NOSTRO TERRITORIO

Bogotà, 24 luglio 2007


In quanto partecipanti al Primo Incontro Nazionale Agrominerario Interetnico (contadini, afrocolombiani, indigeni e lavoratori sindacalizzati del settore minerario) provenienti dal Sud del Bolivar, Catatumbo (Nord di Santander), Cauca, Nariño, Risaralda, Caldas ed Antiochia, coscienti della problematica che oggi colpisce le nostre comunità, riuniti nella città di Bogotà nei giorni 23 e 24 di luglio del 2007, manifestiamo davanti alla comunità nazionale ed internazionale che:
Storicamente ed ancestralmente occupiamo i nostri territori, i quali sono fonte di vita, benessere e sviluppo, nel caso delle comunità contadine. Per le comunità indigene ed afrocolombiane, il nostro territorio è elemento essenziale per la stessa nostra esistenza e sopravvivenza come popolo, asse essenziale della nostra cultura, mentre la nostra cosmovisione, esprime forme differenti di relazione con lo stesso.
Oggi la pacifica relazione che storicamente ed ancestralmente abbiamo avuto col territorio, è seriamente minacciata, di fronte alle politiche governative, che pretendono ignorare i nostri diritti, la sovranità e l’autodeterminazione. Oggi, queste politiche governative impongono la negazione al libero sviluppo, equilibrato e sostenibile, in cui il libero utilizzo delle nostre risorse naturali viene elargita ad interessi stranieri.

sradicando

DI SRADICATORI E GUARDABOSCHI

di Julia

25 marzo 2006. La Carbonera, Cauca. 

Da poco sono arrivati gli ‘sradicatori’ di coca in differenti frazionii del municipio di Bolivar, quattro gruppi di trenta uomini, paisas e del Caquetá, accompagnati passo passo da più di 200 poliziotti carabineros e soldati dell’esercito, stanziati nei paraggi. Sono venuti per togliere dalla radice gli arbusti di coca, unico sostento per molte famiglie della regione.

Uno può essere di accordo o no con l’eliminazione delle coltivazioni di uso illecito; ma il tema va molto più in là poiché  mostra tutto il cinismo del sistema capitalista in Colombia.

Fotografie della Comunità e erradicazione della coca
di Didier

 

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El Costeño e Lucas
Intervista esclusiva a due comandanti intermedi E.L.N.
Sudoccidente Colombiano

di nuncamas.info
26 febbraio 2007
eln    E’ ancora valida la resistenza armata in Colombia?
    Processo di Pace con l’ELN. Possibile smobilitazione
    Conflitto con le FARC
    Relazione con narcotraficanti
    Elezioni e Polo Democratico Alternativo (PDA)


uribeScontro FARC-EP ELN
Mentre Uribe sta a guardare…

di Oscar Paciencia
Segue lo scontro armato tra le due guerriglie più vecchie del pianeta. Tra accuse di settarismo da un lato e collaborazione col nemico dall’altro, lo scontro si estende dal dipartimento di Arauca al sud Occidente e nella zona Atlantica.
Non sono comprensibili le ragioni dell’assassinio di tante speranze (oltre che di vite umane ribelli e rivoluzionarie) a tutte quelle organizzazioni sociali, politiche e di movimento, gruppi per i diritti umani, alle popolazioni civili che da decenni resistono all’oligarchia colombiana e al potere statunitense, per trasformare la realtà di quel paese.
Uribe guarda e sogghigna.


comunicato FARC-EP e rapporto del Fronte 60
dicembre 2006 e gennaio 2007
FARC-EP: I CAPI DELL’ELN SI SONO ALLEATI CON
LA MAFIA E L’ESERCITO NEL CAUCA!

L’anno 2007 è iniziato nel bel mezzo della vergognosa situazione di un governo eletto con voti ora comprati ora inventati, in elezioni gravide della violenza e degli inganni della cosca paramilitare. Pare che la parola “decenza” non faccia parte del vocabolario dell’attuale governo, che in modo sfacciato ufficializza la storica combutta tra l’oligarchia -che ha gestito lo Stato- ed il paramilitarismo…..
Come se non bastasse, i capi dell’ELN in questa regione si sono alleati con la mafia del Norte del Valle e si coordinano con l’esercito ufficiale per espellere le FARC dalla Costa del Pacifico, al fine di dar via libera ai progetti di appropriazione e saccheggio che narcotrafficanti, transnazionali e latifondisti hanno in cantiere in questa zona del paese….

L’ELN ASSASSINA A TRADIMENTO IL COMANDANTE DELL’8° FRONTE DELLE FARC
Rapporto al Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP del Fronte 60

  1. Lo scorso 1 dicembre il compagno Ramírez, comandante dell’ottavo Fronte “José Gonzalo Sánchez”, è morto in un’imboscata tesa da unità dell’ELN sotto il comando di Oscar, nella frazione Barranquilla, tra Palomas e La Calera nel Cauca.
  2. Poco prima di morire, il compagno aveva sostenuto conversazioni con quell’unità dell’ELN, al termine delle quali si era concordato di tornare a dialogare una volta fosse finito l’operativo dell’esercito ufficiale in corso. Il compagno si era congedato e si stava allontanando con il proprio gruppo di sicurezza, quando più avanti si sono presentati combattimenti con l’esercito, che avanzava. Nella manovra di ripiegamento, il compagno Ramírez è caduto, insieme a 16 combattenti, in un’imboscata tesa dallo stesso Oscar dell’ELN, con cui aveva conversato poco prima.

Due comunicati di gennaio 2007 dell’ELN
CHE SI ARRESTI L’ASSURDO CONFRONTO ARMATO TRA RIVOLUZIONARI

I problemi della Colombia sono di carattere storico con profonde radici che racchiudono in sé una complessità tale per cui è difficile da sviscerare e risolvere la crisi ed il conflitto interno….
L’ELN parte dalla considerazione dell’inesistenza di un’organizzazione che sia avanguardia unica che stia capeggiando il processo rivoluzionario e goda del riconoscimento delle grandi maggioranze della nazione; ciò che esiste sono varie espressioni di avanguardia con riconoscimento e legittimità parziale. È con questa maniera di vedere la realtà che valuta l’unità tra i rivoluzionari, i democratici e i progressisti come un elemento strategico fondamentale e che, senza detta unità, intesa nelle differenti espressioni e livelli che esprime il concetto, sarebbe impossibile il trionfo rivoluzionario
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Comunicato del Blocco Caribe delle FARC – 10 Febbraio 2007
VOLTAFACCIA DELL’ELN
È molto deplorevole la carta dell’ELN nel suo triste tramonto come movimento insorto. Malgrado non sia mai stato colpito dal Piano Patriota, si appresta – demotivato della sua lotta armata -, ad incorporarsi al sistema politico vigente, alla lotta istituzionale, elettorale, e di liquidazione, lasciandosi utilizzare dall’Intelligence Militare dell’esercito, contro le FARC.
Negli ultimi tempi hanno cominciato a sparare contro la nostra organizzazione ed ora si presentano davanti al mondo, olimpicamente, come le vittime di una risposta ad essi obbligata.


cambSterminio dell’Eln
da Cambio del 6 febbraio 2007
In cinque mesi, le Farc hanno assassinato oltre 300 miliziani e simpatizzante dell’Eln in Arauca, Nariño e Cauca.

Durante la vigilia di Natale 2006, monsignor Carlos Germán Mesa Ruiz, vescovo di Arauca, arrivò col bastone pastorale e gli ornamenti in una località ai piedi del monte della pianura per un appuntamento con i capi del blocco nordorientale dell’Eln. Prima di sedersi a tavola sistemata per la riunione, il prelato indossò la stola, iniziò un discorso per la pace e chiese che cessasse la sanguinosa offensiva che questo gruppo guerrigliero aveva iniziato contro le Farc da già 10 mesi.
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semanaFarc contro ELN
Dalla rivista Semana  del 3 febbraio 2007

Le due principali guerriglie sono inguerra mortale per tutto il paese, nella quale ci sono tradimenti, fucilazioni e centinaia dimorti. Perchè si stanno uccidendo?
gabinomeru
I colombiani conoscono fino ad ora solo la guerra tra nemici dichiarati. Militari e poliziotti contro guerriglieri. Paramilitari contro insorti. Militari contro paramilitari. Quella che è difficile da immaginare è una battaglia tra eserciti che sembravano essere dalla stessa parte. Questa guerra di guerriglie è tanto crudele come silenziosa. I suoi morti non escono sulla stampa, le sue vessazioni non sono denunciate dalle organizzazioni per i diritti umani e le sue vittorie militari si celebrano solo negli anfratti profondi della selva. Quello che icominciò come scaramuccia tra comandi intermedi, si è trasformato in un’offensiva per tutto il paese, comandata dai più duri e sanguinari capi di entrambe le guerriglie.
e f
43 anni fa Manuel Marulanda Vélez, alias ‘Tirofijo’, e Nicolás Rodríguez alias ‘Gabino’ erano due giovani rivoluzionari che pretendevano cambiare lo Stato per la via delle armi. ‘Tirofijo’ fondò le Farc e ‘Gabino’, a soli 14 anni di età entrò nel nascente ELN. All’inizio degli anni 90 i due gruppi guerriglieri si unirono nella Coordinadora Guerrigliera. In un’epoca in cui Farc ed ELN erano amici. Oggi i due gruppi sono nemici mortali e si scontrano in tutto il paese La guerra tra le Farc e l’ELN ha lasciato un numero indeterminato di morti in ogni posto. Alcuni stimano che ad oggi la cifra può superare i 500 sovversivi morti in questa guerra tra guerriglie. L’ordine di annichilire all’ELN provenne dal proprio ‘Tirofijo’ che lo scorso dicembre, ordinò ai suoi uomini di cancellare della mappa gli elenos

Passeggiata sull’Altopiano

paesaggio paramodi Julia
Novembre 2006

Nella camminata sull’Altopiano tra Silvia e Belalcázar, nella riserva indigena di Mosoco, il visitatore rimane innamorato dell’aspra bellezza di questa specialissima vegetazione, delle differenti gradazioni di verde, giallo e marron, delle panoramiche che si aprono sulle valli e montagne.
Improvvisamente però ci si sorprende della presenza della brigata contro-guerriglia mobile, lassù in cima, ma adesso al visitatore interessano altre cose.

Se si ha fortuna e un indigeno invita nella sua piccola fattoria, ci si può scaldare attorno al fuoco acceso in cucina, unico luogo della casa che protegge dal freddo e che illumina dal tramonto fino all’ora di andare a dormire, e approfittare di una spessa zuppa di mais, habas, patate e olluco che riscalda lo stomaco e l’anima.

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La Anglogold Ashanti Mines nelle miniere su territorio indigeno
da Prensa Rural – 3 novembre 2005
dalla redazione Nasa                                                                      [versione ES]

nonnoFotografie dell’Altopiano
di Julia
novembre 2006
[foto]
[carta geografica]


titolojambaloZumbico-Fabian-Hurtado

Fabian Hurtado, 10 anni, indigeno, ucciso da una bomba lanciata dall’esercito nazionale

di Julia / ASOINCA

Il 16 settembre del 2006, nella notte, si sono riunite circa 2.500 persone nella frazione Zumbido, nella riserva indigena di Jambaló, a nord del dipartimento del Cauca, per celebrare il "Giorno di Amore ed Amicizia" con un bingo. A mezzanotte, la truppa del Battaglione Pichincha, ascritta alla Terza Brigata, ha lanciato un mortaio dall’ accampamento militare situato vicino all’edifico del locale liceo del capoluogo municipale, verso la comunità, che è esploso a cinque metri della casa del signore Bautista Yule Rivera, causandogli varie ferite da scheggia nella parte inferiore del corpo. Le schegge sono entrate anche nel luogo in cui si stava svolgendo il bingo, ferendo a morte morte il bambino indigeno Wilder Fabián Rubato, di dieci anni.

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Articolo da El Tiempo [ES]
Articolo da Radio Café Estereo [ES]
Articolo da El Turbion [ES]
Articolo da Indymedia Colombia [ES]


mortaioFotografie

[foto] di Julia / ASOINCA / Cabildo Indigena Jambaló

[foto] da Indymedia Colombia