no rescateMORTI UNDICI DEPUTATI DIPARTIMENTALI DETENUTI DAL 2002 DALLA GUERRIGLIA DELLE FARC-EP
a cura di Oscar Paciencia
La politica guerrafondaia di Uribe Velez, che urla a destra e a sinistra la liberazione dei sequestrati dalle guerriglie a "fuoco e sangue", produce altre undici vittime ed allontana ancora di più l’ unica vera possibilità di soluzione: lo scambio umanitario. E quando i familiari degli undici assieme a centinaia di organizzazioni colombiane che si battono per la negoziazione promuovono una giantesca manifestazione a Bogotà,  il governo  ‘se la come‘ , se ne appropria, e con arroganza mista a sfacciataggine partecipa con ipocrisia al cordoglio espresso dal corteo che tutti i grandi media della disinformatia colombina riportano come una ‘grande manifestazione contro i terroristi delle FARC’. E, senza ritegno, accusano il discorso fatto dal palco dalla giovane figlia di uno degli uccisi, Carolina Charry, di essere ingenuo e irrispettuoso.
L’intenzione principale dietro le mobilitazione consiste in una strategia tracciata dai potenti e dai mezzi di comuniczione al servizio dei nemici della pace, che cercano di coprire con cortine di fumo l’attuale scandolo della parapolitica.


COMUNICATO DELLE FARC-EP sulla morte dei deputati
Comando Congiunto  d’Occidente
23 giugno 2007

Il Comando Unito di Occidente delle FARC informa che il giorno 18 del presente mese, 11 deputati dell’Assemblea della Valle che mantenevamo dall’aprile di 2002, sono morti in mezzo al fuoco incrociato, quando un gruppo militare senza identificazione fino al momento, ha attaccato l’accampamento in cui si trovavano. Sopravvive il deputato Sigifredo López che non stava in quell’istante vicino agli altri detenuti.

ANNCOL – 10 luglio 2007
LE FARC INVESTIGANO SULLA FORZA CHE HA EFFETTUATO L’ASSALTO
Comunicato delle FARC_EP
Comando Congiunto  d’Occidente
5 luglio 2007

Siamo decisi a consegnare, celermente, i resti mortali dei deputati ai loro familiari. Il ritardo attuale dipende esclusivamente dalla ricerca di un’organizzazione intermediaria che garantisca obiettività nella gestione e negli esami forensi che possano essere fatti
Abbiamo fallito nella missione di custodire i prigionieri e portarli allo scambio a causa degli oltre cinque anni di rifiuto del Governo, ma continueremo l’investigazione per sapere quale forza ha condotto l’attacco all’accampamento fino a fare luce su questa tragedia, che è servita soltanto a portare lutto nelle case dei deputati ed a far calare un’altra cortina fumogena sulla vera portata della para-politica all’interno dello Stato colombiano..


Il Manifesto – 7 luglio 2007
GLI OSTAGGI SMUOVONO, I MORTI NO.
SEQUESTRI, LA COLOMBIA IN PIAZZA

Nel sud-ovest delle Farc l’esercito avanza e l’aviazione bombarda, nelle città forse milioni di persone manifestano contro i rapimenti

Guido Piccoli

Chi, anche recentemente, ha coltivato illusioni di pace per la Colombia è servito. A volare sopra il suo cielo non sono le colombe della pace, ma gli avvoltoi insieme con centinaia di elicotteri blindati e bombardieri. La parola è ancora alle armi e alla propaganda di guerra. Mentre nel sud-occidente l’esercito ha l’ordine di avanzare in un territorio da sempre dominato dalle Farc e l’aviazione scarica bombe come non ha mai fatto, ieri l’altro centinaia di migliaia di cittadini, forse milioni, hanno marciato contro il sequestro, un delitto crudele prerogativa soprattutto delle Farc.
Il messaggio dei promotori della mobilitazione era semplice: il governo agisce, il popolo l’appoggia, la comunità internazionale ne tenga conto. Il tema del sequestro (unico delitto capace di commuovere la borghesia colombiana, indifferente ai massacri, alle esecuzioni mirate o alle sparizioni forzate che colpiscono colombiani di serie B come i contadini, i sindacalisti e gli oppositori politici) è salito alla ribalta da un mese.

El Turbion
QUI C’E’ QUALCOSA CHE NON VA
2 luglio 2007
Con l’annuncio della morte di undici dei dodici ex deputati dell’Assemblea dipartimentale del dipartimento del Valle che, da cinque anni, sono rimasti nelle mani della guerriglia delle FARC, si è aperto la porta ad un gigantesco dibattito nazionale nel quale hanno imperato la confusione, la molteplicità di vaghe ipotesi e la manipolazione governativa del dolore delle famiglie delle vittime.
Mentre le accuse corrono da un lato all’altro, le lacrime delle famiglie dei deputati rapiti sono mostrate a tutto il paese, ‘dal vivo ed in ogni colore’, dai principali monopoli mediatici, che non mostrano il benché minimo rispetto per le vittime, e neppure nessun interesse all’ascolto dei loro lamenti davanti all’indifferenza di un governo che insiste fanaticamente in un riscatto militare degli ostaggi che già ha provato la sua inutilità.
Dall’alba di giovedì, quando l’agenzia Anncol pubblicò un comunicato del Comando Unito Occidentale dell’organizzazione guerrigliera, segnalando la morte di queste persone "in mezzo al fuoco incrociato quando un gruppo militare, senza identificazione al momento, ha attaccato l’accampamento dove si trovavano", la valanga di versioni emessa da alcuni mezzi, basate solamente su congetture, hanno contribuito alla confusione e all’incertezza che hanno regnato nel paese da questo momento.