Catatumbo, 23 luglio 2007
CATATUMBO: OPERAZIONE CONGIUNTA FARC – ELN
farc eln congiuntoComunicato congiunto
Fronte di Guerra Nordorientale ELN
Colonna resistenza Bari FARC-EP


L’esercito governativo sta svolgendo una operazione civico-militare nella zona del Catatumbo, eseguendo gli ordini del governo e della oligarchia narcoparamilitare alleate all’impero. Tutto questo con l’obiettivo di garantire l’esproprio e lo sfruttamento delle risrse naturali e aprire la porta ai megaprogetti di mono-coltivazioni di interesse multinazionale e imperiale

In questo senso, l’esercito nazionale assomiglia ad un esercito di occupazione che oltraggia, saccheggia, minaccia, scaccia, assassina e fa scomparire gli umili abitanti della regione, restringe la libera circolazione, blocca l’entrata di alimenti, bombarda e mitraglia zone indigene e contadine.
Come nel 1999, oggi le FARC-EP e l’ ELN continuiamo uniti sonctrandoci con le forze repressive narcoterroriste dello stato che cercano lasciare senza il pane le attali e le future generazioni.

parapolitica 20 luglio 2007A ROMA !!
a cura del Comitato Carlos Fonseca / Oscar Paciencia
Alla metà di marzo durante la riunione di REDHER, la rete Europea di Solidarietà con la Colombia, esperesse la volontà di lanciare una iniziativa comune nei maggiori paesi della U.E. per il giorno 20 di luglio, per affermare nuovamente che il cosiddetto ‘scandalo’ della parapolitica (più di cento parlamentari della Repubblica Colombiana, alti funzionari dello stato e di istituzioni pubbliche sono accusati di nessi col paramilitarismo ed oltre una trentina di loro sono già nelle carceri) non meraviglia affatto il popolo colombiano che sulla propria pelle ha vissuto, inascoltato dal mondo – Europa compresa – la tragedia sociale e collettiva della perdita di vite e beni.
Oggi l’Europa firma accordi di scambio con il paese d’oltre oceano vincolandoli a supposti impegni a salvaguardia dei diritti umani, ma che si sogna bene di andare a verificarne l’esito.
Nei mesi scorsi gli alti vertici della Politica Colombiana e delle Forze di Polizia sono stati scossi da uno dei più grandi scandali della storia Colombiana: quello della PARAPOLITICA, con arresti di uomini politici, ex diplomatici, quadri delle forze armate e dei servizi di sicurezza. Il governo Uribe ha inviato e continua ad assegnare come personale diplomatico in tutto il mondo personaggi ambigui, dal passato sporco di sangue e costellato di legami con il paramilitarismo.
Uno dei più stretti collaboratori di Uribe, Jorge Noguera, messo a capo del DAS (Departamento Administrativo de Seguridad, i servizi segreti colombiani) dallo stesso presidente, a causa delle voci che cominciavano a circolare su di un suo coinvolgimento negli scandali della Parapolitica, ha dovuto riparare… in Italia! come console di Milano!!! In Italia
abbiamo una triste storia di diplomatici implicati in scandali e legami con i paramilitari.
Attualmente, Jorge Noguera, ex console di Milano, è sotto processo in Colombia per “Manipolazione di informazioni privilegiate” e “abuso di autorità”; Luis Camilo Osorio, ex ambasciatore in Italia, è imputato in tre processi in relazione alle supposte ingerenze dei paramilitari nel suo operato come Procuratore Generale della Nazione; Sabas Pretelt de la Vega, attuale ambasciatore in Italia, inventore della “Legge salvaparamilitari” è implicato in indagini relative per i pagamenti delle “tasse di guerra” ai paramilitari da parte degli industriali e per finanziamenti paras alla rielezione di Uribe.

Volantino della convocazione [Versione IT]  [Version ES]
Comunicato stampa [Versione IT]  [Version ES]
Appello di REDHER (aprile 2007) [Versione IT]  [Version ES]

Osorio, Sabas del alvega, Noguera

La multinazionale spagnola del petrolio e il suo finanziatore sotto accusa
PROTESTE CONTRO REPSOL IN SPAGNA
Spagna. Maggio , giugno, luglio 2007

caixa policialCariche poliziesche, bastonate e detenuti in una protesta pacifica di fronte alla sede centrale di La Caixa, Madrid

da Madrid Digital  – 04/07/2007
Un teatrino posto di fronte alla sede centrale di La Caixa realizzata dal collettivo "Rompiamo il Silenzio" per denunciare la sua partecipazione finanziaria nella  Repsol YPF, è stato fortemente soffocato dalla polizia,  che ha arrestato per lo meno due persone, dopo aver fermato una trentina di manifestanti nella stazione di Gregorio Marañón.
I partecipanti all’atto hanno denunciato che la Caixa "è il secondo maggiore  azionista della Repsol YPF, 12,5%, ed è la promotrice dell’espansione della multinazionale in America Latina, cos’ come della sua alleanza strategica con Gas Naturale. "L’attività di  Repsol YPF produce un forte impatto, tanto sociale come ambientale", accusano gli attivisti.
Circa 60 persone si sono mosse verso la piazza di Gregorio Marañón, dove è situata la sede centrale di La Caixa a Madrid. Lì, nel giardino, hanno realizzato una simulazione degli impatti che provocano le prospezioni petrolifere, dove la polizia li ha duramente repressi.

articolo da QuiendebeaQuien? [ES]

video da YOUTUBE [ES]

Fotografie della manifestazione
da OMAL


protesta XixonXixon, Asturia – 14 giugno 2007

Una ventina di attivisti di diverse organizzazione – coordinamento di ONGS, Soldepaz-pachakuti, Corrente Sindacale di Sinistra, negozio di commercio equo Picu Rabicu, Cambalache, Espacio alternativo ed autogestito Escanda, Collettivo contro la repressione Calecer, Cosal-Xixon e vari rifugiati colombiani e persone a titolo personale e all’interno della Campagna Asturiana contro la spoliazione compiuta dall’industria petrolifera Repsol in Colombia, hanno partecipato davanti ad un distributore di benzina di REPSOL del centro di Xixon in un atto di protesta e denunicia contro la politica della multinazionale in Colombia, America Latina, nel mondo e nello Stato Spagnolo; sono stati distribuiti trittici informativi, volantini, esposti striscioni, ed il gruppo di Escanda hanno sceneggiato l’effetto mortale che la compagnia esercita sulle comunità indigene, contadine,organizzazioni sociali ed in generale in tutta la colombia.
Fotografie della manifestazione
per COSAL-XIXON
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protesta CEDSALA MAdrid e BarcellonaMadrid, Barcellona – 9 maggio 2007
Oggi ha avuto luogo al riunione annuale della Giunta Generale degli Azionisti della impresa Repsol YPF. Differenti associazioni e organizzazioni sociali, raggruppate nella Campagna dei Colpiti dalla Repsol e nella Campagna Chi deve a CHI?, hanno approfittato della celebrazione di questa riunione per denunciare le conseguenze sociali, ambientali, economiche e culturali che hanno le attività di questa corporaizone sulle popolazioni del pianeta.

Fotografie della manifestazione
da OMAL – CEDSALA


Argentina… ANCHE IN ARGERNTINA……

Il Tribunale Supremo argentino investiga Repsol e altre imprese petrolifere per danno ecologico
 El Pays – 2 luglio 2007
di Jorge Marirrodriga

Il Difensore del Popolo (Defensor del Pueblo) argentino, Eduardo Mondino, ha denunciato davanti alla Corte suprema del paese, (Corte Suprema), 17 compagnie industrie petrolifere – tra cui la spagnola Repsol, la brasiliana Petrobras e la statunitense Total – per il danno ecologico che stanno causando in un’ampia zona vicina ai circa 10.000 pozzi di petrolio. Mondino esige che le imprese versino i 550 milioni di dollari (406 milioni di euro) stimati che costerà riparare i danni causati dalle installazioni che in molti casi sono abbandonate e in cattivo stato di conservazione.

logo TPP manifesto madrid DICHIARAZIONE FINALE
DELL’UDIENZA PRELIMINARE
DEL TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI
SULLA REPSOL IN COLOMBIA E NEL MONDO

Madrid, 16 giugno 2007

Lo sviluppo che si sta producendo nel diritto internazionale dei diritti umani in relazione allo stabilimento delle responsabilità di attori non governativi, specialmente delle imprese transnazionali, fa che possiamo determinare un certo grado di responsabilità dell’impresa Repsol YPF per le inadempienze ai patti internazionali sui diritti umani che si stanno dando nelle zone dove l’impresa opera. Speciale responsabilità hanno le imprese transnazionali che lavorano in America, dato l’obbligazione che hanno di rispettare i diritti umani riconosciuti nei patti internazionali applicabili in questi paesi, tale e come è stato detto dalla Corte Interamericana di Diritti umani e l’articolo 36 della Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani.

Dichiarazione finale   [Versione IT]  [Versione ES]


adelso Gallo
Immagini dell’Udienza Preliminare in Madrid
16 giugno 2007
da REDHER

[foto]


tpp

TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI
SESSIONE
COLOMBIA
UDIENZA PRELIMINARE ENERGETICA
RISORSE NATURALI, VITA E TERRITORIO
El Tarra, Catatumbo. 19 e 20 maggio 2007

Nel Catatumbo si stanno portando avanti diversi progetti di sfruttamento delle risorse naturali, specialmente energetiche: petrolio, carbone e quelli oggi chiamati agrocombustibili (canna da zucchero e palma olearia o africana). Inoltre questi piani economici, includono la costruzione di una gigantesca infrastruttura per lo sviluppo delle molteplici attività.
Le popolazioni Barí che hanno vissuto con e nella selva tropicale del Catatumbo per migliaia di anni, affrontano l’imposizione dell’esplorazione compiuta dall’industria petrolifera nei suoi territori. Il governo non ha realizzato alcuna consultazione equa e democratica, e ha continuato arbitrariamente nello sviluppo dei suoi progetti energetici, ignorando la popolazione Barí.

Convocazione [3/5/2007]   [versione IT]   [versione ES]
Invito [3/5/2007]   [versione IT]   [versione ES]


solidaridad antirepsol


MURALES
CONTRO GLI ABUSI DELLA REPSOL IN COLOMBIA
Valencia, Stato Spagnolo
Membri del Coordinamento Valenziano di Solidarietà con Colombia (Amnesy International, Cedsala, CEAR, Collettivo Sud Cacarica) hanno dipinto un murales  sulle sponde artificilai del fiume Turia (sul margine destro, all’altezza del ponte di via  San Vicente) per protestare contro gli abusi che commette la multinazionale spagnola Repsol en Colombia. Su di un fondo rossso, colore del sangue, e nero, colore del petrolio che travasa da un barile, gli attivisti hanno scritto le parole "Colombia si dissangua, Repsol si arricchisce". La compagnia spagnola sfrutta giacimenti petroliferi in Colombia senza tener conto i diritti delle popolazioni indigene e contadine.


repsolCOLOMBIA SI DISSANGUA
REPSOL SI ARRICCHISCE

Una camionetta lascia le orme sulla sabbia del deserto di Erfoud, Marocco.Sulla porta del conducente si nota il logotipo dell’ Impresa REPSOL YPF e, di seguito, un gruppo di persone della zona si appresta ad aiutare gli occupanti del veicolo a proseguire la loro strada. Sul fondo suona il classico di Vincent Clarke, Only you,  e una vuoce fuori campo sentenzia: "Noi della Repsol YPF sappiamo che ci sono persone che mettono tutta la loro energia in ognuna delle cose che fanno. E questa energia è la nostra fonte di ispirazione.La tua energia ci muove".
Nella sua ultima campagna pubblicitaria di marketing, la multinazionale petrolifera spagnola spiega in questo modo come la sua attività si fonda nella fiducia della gente, che mette tutte le sue energie nel far le cose. Di fronte a ciò, quello che abbiamo tentato di fare con questo quaderno è dare voce a queste persone, per lasciare la loro testimonianza sugli effetti reali che la presenza della compagnia spagnola lascia sul terreno. 
(da Colombia nel Pozzo. Gli impatti della Repsol in Arauca. A cura dell’Osservatorio sulle  Multinazionali in America Latina (OMAL), Associazione Paz con Dignidad e Istituto Nazionale Sindacale (CED-INS)                                     [version ES]

BANANE DI DISTRUZIONE DI MASSA

Multinazionale Chiquita Brands (1970-2006) o United Fruit Company (1928-1970): una storia di terrorismo di Stato in Colombia.

ciquitada Indymedia Colombia
traduzione Oscar Paciencia

Nel 1970, United Fruit si è fusa con un’altra impresa e ha cambiato nome in United Brands Company che a sua volta lo ha cambiato in Chiquita Brands (1990), secondo dati disponibili nella sua pagina web. Con oltre 15.000 ettari di banano seminati in Colombia, la storia della Chiquita Brands illustra perfettamente come si è sviluppato il terrorismo di stato in Colombia.
La stessa multinazionale autrice del massacro delle bananiere del 6 dicembre 1928, United Fruit, ora Chiquita Brands, oggi riconosce davanti al tribunale degli Stati Uniti avere finanziato il paramilitarismo di Stato in Colombia. Mentre però il presidente Colombiano Álvaro Uribe Vélez dichiara ai mezzi di informazione che l’estradizione potrà essere applicata ai dirigenti della Chiquita Brands, la Procura afferma che ha appena iniziato le investigazioni, e il ministro della Difesa e Sicurezza Nazionale Juan Manuel Santos dice che non sarebbe possibile giuridicamente.
E’ tutto chiaro: Chiquita Brands o United Fruit Company finanziava in dollari i paramilitari attraverso l’organizzzazione Convivir; portava loro armi (migliaia di fucili e milioni di cartucce) e per loro conto portava la cocaina in Europa. E vai a sapere cos’altro! Ora dovranno solamente pagare una multa al governo degli Stati Uniti per avere massacrato attraverso paramilitari e militari colombiani migliaia di contadini, lavoratori e sindacalisti. Secondo la Rivista Semana, dal 1997 fino al 2004, epoca nella quale finanziava i paramilitari, Chiquita Brands fu la causa, nella regione dell’Urabá antioqueño, dello sfollamento di circa 60.000 persone, e 3778 che morirono, tra le quali ci sono le 432 vittime dei 62 massacri. Tra i massacri più ricordati di questa epoca c’è quello di Urabá, nel gennaio del 1998, dove un gruppo paramilitare bruciò nell’acido 11 contadini per far loro confessare di appartenere alla guerriglia, dopodiché li assassinò.

Nota di stampa Adital da Rebelión [Versione IT]
Varios textos por Indymedia Colombia [Version ES]
audio Corrispondenza
Red Prensa Alternativa Sur Occidente [ES]


Da Il Manifesto – 16 marzo 2007
BANANE (USA) CHE GRONDANO SANGUE
ciquitaUna corte di Washington condanna la Chiquita Brands (ex United Fruit) a una multa di 25 milioni di dollari per aver pagato i «paras» della Colombia. Ma…
di Guido Piccoli

Se José Arcadio Secondo avesse fatto il sindacalista dei raccoglitori di banane in questi anni e non a Macondo tre quarti di secolo fa, avrebbe avuto ancora meno probabilità di morire di vecchiaia. Le banane, allora come oggi, continuano a grondare sangue.
Lo conferma la sentenza del tribunale di Washington, che ha condannato la Chiquita Brands (delle famose «Chiquita 10 e lode») a pagare una multa di 25 milioni di dollari per avere finanziato, dal 1997 al 2004, attraverso la sua filiale Banadex, le Autodefensas Unidas de Colombia (Auc). La storia, quindi, si ripete, sebbene siano cambiati il nome della multinazionale (che una volta si chiamava United Fruit) e i metodi della repressione, realizzata negli anni ’20 con i massacri dell’esercito (come racconta Gabriel García Márquez in Cent’anni di solitudine), adesso con le mini-Uzi dei sicari paramilitari. Il pagamento delle Auc furono approvati «per garantire in buona fede la sicurezza dei nostri impiegati», si è difeso dalla sua sede di Cincinnati, nell’Ohio, il presidente della Chiquita Brands. «La multa ad un’impresa, rea per avere pagato un gruppo illegale, è un magnifico segnale», ha commentato il ministro della difesa colombiano, Juan Manuel Santos. Sebbene abbia suscitato scalpore, la sentenza del tribunale Usa è quasi una burla, per quello che decreta e omette.

Articolo completo [versione IT]


LIBERA appoggia la Commissione Etica Internazionale a fianco delle vittime in Colombia


daSelvas.org

comision etica

nella foto: Rappresentanti della Commissione Etica Internazionale in Colombia presenti all’inaugurazione del monumento alle vittime: Iván Cepeda Castro, el Movimiento Nacional de Víctimas de Crímenes de Estado; Carlos Fazio, de víctimas en Uruguay; Mirta Baravalle, fundadora del Movimiento de las Madres de la Plaza de Mayo en Argentina; Lorenzo Loncón, del pueblo Indígena Mapuche de Chile y Alberto Giraldéz, de la Comunidad Santo Tomás de Madrid.

Libera – associazioni nomi e numeri contro le mafie, appoggia la nascita della Commissione Etica Internazionale in Colombia, promossa dal Movimento di vittime di crimini di Stato.

Il Movimento delle Vittime dei Crimini di Stato è impegnato nella costruzione di una Colombia libera dal conflitto armato, sociale e politico che insanguina da decenni il paese andino, nella convinzione che l’unica soluzione possibile al conflitto sia una quella politica e negoziata, basata sui principi della Verità, della Giustizia e della Riparazione Integrale per le Vittime e sulla costituzione di una Commissione della Verità Indipendente per indagare le rispettive responsabilità.
Per queste ragioni, 25 personalità a livello mondiale, riconosciute per la loro autorità morale hanno presentato la Commissione Etica Internazionale in Colombia (con audizioni nel “Cacarica” (Chocó), San onore (Sucre), Barrancabermeja, Santander e Bogotá) – dal 15 febbraio al 3 marzo scorso, con l’obiettivo di “salvaguardare il diritto alla memoria storica, per difendere la verità storica delle vittime dei crimini di stato, di fronte all’assenza di un sistema istituzionale di giustizia che affronti seriamente il genocidio e i crimini contro l’umanità, di fronte al mancato riconoscimento dei diritti delle vittime”.
Questa Commissione Etica Internazionale lavorerà per ben 10 anni raccogliendo le testimonianze delle vittime, le denunce e gli elementi per costituire una Commissione della Verità Indipendente che faccia luce sui crimini di lesa umanità, una sorta di commissione di chiarificazione storica.

tpp

TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI
SESSIONE
COLOMBIA
IIa UDIENZA PRELIMINARE SUL PETROLIO

 Club Bambini di Barrancabermeja – Santander
  23 e 24 marzo de 2007 


Invito alle
ORGANIZZAZIONI SOCIALI, DIFENSORI DI DIRITTI UMANI,
COLLETTIVI DI SOLIDARIETA’, MOVIMENTI POPOLARI.


Il Tribunae Permanente dei Popoli, coninuando nel suo processo di visibilizzazione, denuncia e giudizio della politica delle trasnazionali in Colombia, realizzerà nei giorni 24 2 24 marzo 2007 nel Club Bambini di Barrancabermeja, nel dipartimento di Santander, la seconda udienza preliminare sul petrolio
Questo evento fa parte di 7 sessioni nazionali e internazionali preparatorie della udienza sul petrolio che giudicherà la politica di terrore impiantata dalla Imprese Trasnazionali OXY, REPSOL e BP e la responsabilità dello stato Colombiano.

Organizzano:
Observatorio Social de Empresas Transnacionales, Megaproyectos y Derechos Humanos en Colombia –OSET-, Comité Operativo del TPP Sesión Colombia, Organizaciones Sociales de Arauca (Aduc, Asojer, Coagrosarare, Asojuntas, Cut), Fundación Comité de Derechos humanos “Joel Sierra”, SINALTRAINAL, Colectivo de Abogados José Alvear Restrepo CAJAR, Instituto Nacional Sindical, Corporación Aury Sara Marrugo, CREDHOS, OFP, Corporación Social para la Asesoría y Capacitación Comunitaria “COSPACC”, Unión Sindical Obrera “USO”, Comité de Integración Social del Catatumbo “CISCA”, Fundación Comité de Solidaridad con los Presos Políticos, Red de Solidaridad y Hermandad Colombia, Lorenzo Loncon.

barranca[versione IT]                             [version ES]