M I N A C C E
Le neonate Autodefensas de Colombia Libre hanno minacciato, nel nome di Alvaro Uribe Velez, rivendicando la copertura delle forze militari regolari ed attraverso documenti comparsi in rete, indirizzati via mail, molte organizzazioni che difendono i diritti umani, associazioni sindacali, attivisti in generale e, infine, alcune delle organizzazioni internazionali di solidarietà con le popolazioni colombiane in resistenza che da anni sono impegnate per la soluzione politica al conflitto che il paese vive.
domenica 17 settembre 2006
Colombia, le minacce dei «paras»
Di Geraldina Colotti
«A tutti gli stranieri che con la scusa ‘umanitaria’ pretendono di venire in Colombia con le loro organizzazioni, diciamo che sono nostro obiettivo militare permanente». Questo il tono di un lungo comunicato diffuso da un comando centrale di paramilitari colombiani, le Autodefensas Colombia Libre. Destinatari, sindacalisti, ecologisti, avvocati per i diritti umani, esponenti della sinistra.
Una minaccia che incombe anche sulla delegazione internazionale che, dal 19 al 29 settembre, si recherà in Colombia, su richiesta dell’Organizzazione Nazionale degli Indigeni (ONIC). Una minaccia da prendere sul serio, visto il numero di omicidi impuniti di cui sono responsabili queste bande di mercenari. Ufficialmente, i corpi paramilitari si sono smobilitati dopo la legge «Giustizia e Pace», l’amnistia malmascherata che il presidente Alvaro Uribe ha promulgato nel 2005. Ma, come attesta il nuovo documento ufficiale della Commissione Internazionale dei Giuristi, lo scioglimento è stato solo di facciata, e nuove filiazioni possono aver preso il testimone. La commissione torna perciò a puntare il dito sulle responsabilità del governo colombiano.