M I N A C C E

di Oscar Paciencia
paracoGli «smobilitati» delle Autodefensas Unidas de Colombia – storico gruppo narcoparamilitare nato dall’esperienza di Convivir, organizzazione creata dall’attuale Presidente della repubblica colombiana Alvaro Uribe Velez – facendosi beffe della legge di «giustizia e pace», per loro appositamente varata alla fine del 2005, hanno cambiato nome, ma non lo stile (e neppure le finalità).
Le neonate Autodefensas de Colombia Libre hanno minacciato, nel nome di Alvaro Uribe Velez, rivendicando la copertura delle forze militari regolari ed attraverso documenti comparsi in rete, indirizzati via mail, molte organizzazioni che difendono i diritti umani, associazioni sindacali, attivisti in generale e, infine, alcune delle organizzazioni internazionali di solidarietà con le popolazioni colombiane in resistenza che da anni sono impegnate per la soluzione politica al conflitto che il paese vive.

E-mail inviata ad una organizzazione internazionale spagnola
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domenica 17 settembre 2006
Osservatori umanitari chiamati dagli indigeni dichiarati «bersagli militare» dalle squadre paramilitari di estrema destra amiche del presidente Alvaro Uribe.

Colombia, le minacce dei «paras»
Di Geraldina Colotti
«A tutti gli stranieri che con la scusa ‘umanitaria’ pretendono di venire in Colombia con le loro organizzazioni, diciamo che sono nostro obiettivo militare permanente». Questo il tono di un lungo comunicato diffuso da un comando centrale di paramilitari colombiani, le Autodefensas Colombia Libre. Destinatari, sindacalisti, ecologisti, avvocati per i diritti umani, esponenti della sinistra.
Una minaccia che incombe anche sulla delegazione internazionale che, dal 19 al 29 settembre, si recherà in Colombia, su richiesta dell’Organizzazione Nazionale degli Indigeni (ONIC). Una minaccia da prendere sul serio, visto il numero di omicidi impuniti di cui sono responsabili queste bande di mercenari. Ufficialmente, i corpi paramilitari si sono smobilitati dopo la legge «Giustizia e Pace», l’amnistia malmascherata che il presidente Alvaro Uribe ha promulgato nel 2005. Ma, come attesta il nuovo documento ufficiale della Commissione Internazionale dei Giuristi, lo scioglimento è stato solo di facciata, e nuove filiazioni possono aver preso il testimone. La commissione torna perciò a puntare il dito sulle responsabilità del governo colombiano.