Da Cambio n.531

Nicolas Rodriguez Bautista, Gabino, comandante dell’ELN.

 

La unione con le FARC non e’ uno scoop publicitario

Circa un mese e mezzo dopo che il presidente Uribe fu a governare da Arauca, si e’ conclusa una nuova assemblea de fronte di guerra orientale dell’ELN. Piu’ di 3000 guerriglieri definirono in quella sede nuove strade e piani strategici dell’organizzazione per affrontare la strategia militare del Governo in questa zona del paese. In questa sede il comandante politico dell’organizzazione, Nicolas Rodriguez Bautista, conosciuto come Gabino, ha dialogato con CAMBIO.

 

CAMBIO Perche’ avete deciso di unirvi con le FARC?

In verita’ i rivoluzionari cercano sempre l’unita’.E’ un processo necessario per il futuro della patria. La unione con le FARC e’ un passo molto importante che stiamo annunciando al Paese. E’ un atto serio che va verso il superamento di limiti e di difficolta’. Come movimento insorto non possiamo essere da meno alla urgenza di unitarieta’ necessaria al processo colombiano e latinoamericano. Assieme alle FARC, crediamo che sia meglioprodurre fatti e che le parole siano la conferma di questi. Fu una riunione ai massimi livelli dirigenziali e di comando delle FARC e dell’ELN.

 

Quali sono i propositi di questa unione?

Sono incntri che stanno all’interno di processi che risalgono atantissimi anni fa, forse addirittura agli anni in cui erano vivi Jacobo Arenas e Manuel Perez, e c’erano pure altre organizzazioni. Abbiamo percorso strade di lotta que oggi riassumono grande importanza per gli insorti delle FARC e dell’ ELN. E’ il frutto di un grande sforzo di ricerca, di approssimazioni per affrontare il nemico della popolazione e dei rivoluzionari.

 

A seguito di questo patto di unione, quale sara’ il futuro di queste organizzazioni?

L’ELN e le FARC sono organizzazioni con piu’ di 40 annidi storia, naquero entrambe nel 1964. Hanno ciascuno la sua storia e continueranno con quella, con il loro bagaglio di esperienza e le loro particolarita’. Abbiamo valutato l’opportunita’ di unita’ e la abbiamo interpretata come una maniera per sommare intenti, piani di lavoro e obiettivi comuni. Pero’, naturalmente, ciascuna organizzazione continuera’ ad esitere, sviluppandosi con le sue proprie particolarita’. Non si tratta di una fusione, si tratta di mettersi d’accordo nel merito di come lottare, nell’immediato, per affrontare il nemico.

 

Si potrebbe dire che il governo di Uribe ha ottenuto cio’ che sembrava impossibile ottenere?

Non solo il Governo, e forse questo non e’ neppure l’aspetto piu’ importante. Sono realta’, circostanze. Tutti noi dirigenti di entrambe le organizzazioni abbiamo capito che e’ indispensabile la unita’ per poter continuare lottando. L’inno dell’ELN dice che la unita’ rappresenta gran parte della vittoria, ed in questo senso stiamo cercando questa unita’. Non e’ uno scoop pubbliciatario, ma un atto volto a far conoscere al paese gli sviluppi che si producono all’interno delle complesse realta’ di lotta. Siamo capaci di metterci d’accordo, di chiarire le difficolta’, di dirci la verita’ e di mettere al primo posto la unita’ rivoluzionaria per poter avanzare. Questa e’ la cosa piu’ importante.

 

C’e’ una qualche possibilita’ di dialogo con il Governo?

Praticamente Uribe ha scartato ogni possibilita’ di dialogo con le organizzazioni insorte per mettersi alla guida di un processo con i suoi compari, i suoi amici paramilitari. Ha cambiato le regole del gioco que furono stabilite dai governi precedenti, quando le organizzazioni ribelli avevano uno status politico e questo rendeva possibile dialogare. Siamo di fronte ad un governo fortemente reazionario, che rappresenta i capitali internazionali e quelli piu’ retrogradi di questo paese.

 

Sareste disposti a dialogare se cambiassero le condizioni?

Vogliamo riaffermare che il dialogo con la guerriglia non e’ per la consegna delle armi, non e’ per arrivare alla pace dei cimiteri. E’ per trovare soluzioni serie in un paese che ci comprenda tutti. Non andremo a provocare frustrazioni in un tipo di dialogo come quello che propone il governo attuale, perche’ non andremmo da nessuna parte. L’unico progetto del governo e’ quello di portare la guerriglia al tavolo delnegoziato in una condizione di resa.

 

Le FARC hanno detto di essere disposte a dialogare con la chiesa. L’ELN con chi sarebbe disposto a dialogare?

Con tutti i settori sociali e politici che abbiano una posizione realistica e seria verso una soluzione politica al conflitto. Naturalmente anche con la Chiesa, con i paesi amici, con la Commissione Nazionale di Facilitazione e i vari settori, tanto del paese cosi’ come stranieri, che propendono per una soluzione politica seria.

 

Nel caso delle FARC il Governo ha proposto l’intervento dell’ONU. L’ELN accetterbbe questa ipotesi?

Non scartiamo nessuna possibilita’ e consideriamo che tutte le alternative siano valide. Crediamo che per prima cosa sarebbe bene cominciare da un processo di avvicinamento con i settori nazionali piu’ vicini e con la gente che e’ stata maggiormante coinvolta, e solo se cio’ dara’ risutati positivi si potra’ ampliare la gamma di interlocutori per una soluzione politica.

 

Come vede la trattativa tra Governo e paramilitari?

Un processo di pace e’ serio quando si svolge con tutte le parti in causa. Nel mal chiamato processo di pace con i paramilitari cio’ che avviene e’ un dialogo tra amici, tra parti coordinate per affrontare la guerriglia. Le azioni dei paramilitari, che sono state massacri di organizzazioni e dirigenti sociali, sono state compiute in difesa dello stato. Il dialogo con loro e’ una pantomima, un inganno. Per come stanno andando le cose, e’ il cammino verso la piu’ grottesca impunita’, che inizia a pianificarsi dentro lo stesso Governo che vagheggia un progetto di perdono e oblio, mentre non parla in termini di categorie politiche.

 

Il governo offre perdono ed oblio ai gruppi alzatisi in armi e voi siete uno di qesti…..

Questa cosa che dicono che e’ una legge per tutti, e’ una fesseria. E’ il film che vogliono vendere, cosi’ come quello che dissero circa il pericolo che rappresentava l’ Iraq per il mondo. Sono un tipo di menzogne che alcuni si bevono, lo abbiamo detto mille volte. Questo e’ un accordo dei paramilitari con Uribe, con colui il quale sei impegnato. L’unica cosa che si sta cercadno di fare e’ legalizzare le immense fortune che i paramilitari hanno ammassato attraverso l’esportazione della coca e dell’eroina.

 

Quale sara’ l’atteggiamento delle organizzazioni insorte circa le zone in cui si concentreranno i paramilitari durante la negoziazione?

Date le caratteristiche di questo – in modo sbagliato – chiamato processo di pace, le organizzazioni insorte non hannopreso nessun tipo di impegno che impedisca loro di difendere il loro territorio dall’avanzata del paramilitarismo. In nessuna maniera rispetteremo queste cosiddette zone di concentrazione.

 

In quali termini le diserzioni hanno colpito l’ELN?

I morti e le diserzioni sono cose che succedono nel corso di una guerra. Non esiste una situazione particolare che abbia aggravato le cose. Quello che in realta’ esiste e’ una grande orchestrazione, una grande campagna, perche’ il Presidente ha bisogno di mostrare risultati per adempiere ai dettati degli Stati Uniti.

 

L’ ELN quindi non e’ stato debilitato?

La nostra forza e’ intatta. Se siamo messi cosi’ male e siamo sul punto di scomparire, non si capisce la grande preoccupazione del Governo. Se fosse davvero cosi’, peche’ le Forze armate continuano a crescere, Perche’ sta aumnentando il lavoro dell’intelligence militare e i volumi di armamenti? Quando mori’ Camilo Torres dissero che l’ELN era scomparso. Quando ci fu’ la Operazione Anori’, nel 1973, annunciarono la nostra socmparsa. Pero’ siamo qui e qui continuiamo.