Fuori dalla Colombia!

redLETTERA APERTA

di REDHER sulle espulsioni della cittadina tedesca, dei due cittadini francesi, sulle dichiarazioni di Uribe e sulle pressioni a fotografi e difensori per i diritti umani. La lettera é stata inviata alla Presidenza, Vicepresidenza, Defensoría del Pueblo, Ministerio degli Esteri, DIpartimento Administrativo di Sicurezza
e per conoscenza Stampa nazionale, Stampa internazionale, Corpo diplomatico.

Bogotá, 22 ottobre 2008

Coloro i quali sottoscrivono il presente documento, si dirigono a Voi col fine di condividere la profonda preoccupazione rispetto alla situazione sorta a causa dell’espulsione della cittadina tedesca Friederike Müller, il giorno 2 ottobre e l’espulsione di due cittadini francesi il giorno 14 ottobre e con i fatti ad esso relazionati.
In quanto organizzazioni della Rete Europea e Americana di Fratellanza e Solidarietà con la Colombia (REDHER), osservatori, giornalisti, cooperanti e persone solidarie, attraverso il nostro lavoro e la presenza a fianco delle vittime, realizziamo una attivitá di protezione dei diritti umani, di accompagnamento ed azioni umanitarie in differenti regioni del territorio colombiano, nell\u2019ambito previsto dal regime costituzionale e legale. Ci preoccupano profondamente le conseguenze che, a causa di questi fatti, si sono generate.

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Il presidente Uribe contro gli stranieri espulsi
“NON DOVEVAMO ESPELLERLI, MA INCARCERARLI”
Uribe intertvistatoda VANGUARDIA.COM
18 ottobre 2008
Il Presidente Uribe si lancia all’attacco degli stranieri espulsi un paio di settimane fa con l’accusa di partecipare in attivitá non conformi al tipo di visto posseduto. “Questi signori stranieri dovrebbero stare in carcere, non avremmo dovuto deportarli, ma avremmo dovuto giudicarli e incarcerarli perché loro sono colpevoli di stimolare la violenza“, ha detto durante un discorso pubblico rivolto alla popolazione di Quetame. Uribe, dopo aver chiesto alla Procura Generale che “investighi per la partecipazione in attivitá violente, per incitamento alla violenza“, ha detto che “qui (in Colombia) sono apologeti del delitto e all’estero sono distorsionisti della veritá“.