marulandaFARC-EP
MANUEL MARULANDA E’ MORTO
Lo dice il Ministro della difesa. Piú tardi lo confermano le FARC
26 maggio 2008

A due mesi dalla morte avvenuta per infarto il 26 marzo di quest’anno e due giorni dopo l’annuncio dato da Manuel Santos, ministro della difesa Colombiano, ‘Timochenko’, Timoleon Jimenez conferma la morte del comandante in capo, ‘Tirofijo’, per infarto. Pedro Antonio Marín, questo il suo nome di battesimo, era da tempo malato.

dal Manifesto 25 maggio 2008 [IT]
Video di Timochenko conferma morte di Tirofijo [ES]
Comunicato FARC [Version es]


elnCOMUNICATO COMANDO CENTRALE ELN
sulla sospensione di Francisco Galán
da  TeleSur
6 aprile 2008

Il Comando Centrale dell’ELN tenendo conto del contenuto della lettera inviata da Francisco Galán, alla presidenza del Congresso di Colombia lo scorso 25 marzo e il suo successivo incontro col presidente Uribe, afferma:Che i punti di vista espressi da Francisco Galán, non compromettono l’ELN perché non corrispondono al suo pensiero.
Che a causa di queste attività e dei punti di vista da lui espressi, abbiamo deciso di sospenderne la condizione di portavoce e membro della delegazione dell’ELN per i dialoghi col Governo del presidente Uribe
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Colombia / FARC

‘INGRID LIBERA SOLO CON UNO SCAMBIO’

manifesto
  5 aprile 2008

In una lettera inviata all’Aop, l’Agenzia bolivariana del Venezuela, considerando il presidente Chavez l’unico interlocutore attendibile, due componenti di spicco delle Farc, hanno tolto molte illusioni sull’imminente liberazione di Ingrid Betancourt, la franco-colombiana catturata nel 2002 e in gravi condizioni di salute. Ingrid e l’altra quarantina di sequestrati eccellenti (tra cui tre contractors Usa della Cia) torneranno liberi “solo come effetto di uno scambio di prigionieri” e alle condizioni poste e sempre respinte da Uribe: il ritiro dell’esercito da due municipi del sud della Colombia.
A firmare la lettera sono Rodrigo Granda, liberato “senza condizioni”, da Uribe nel 2007 dietro pressioni del presidente francese Sarkozy e considerato una sorta di “ministro degli esteri” delle Farc, e Jesus Santrich, capo del Blocco Caribe. “Non è ammissibile che ci si chieda altri gesti di pace”, scrivono dopo la liberazione “unilaterale” di 6 sequestrati – fra cui la segretaria di Ingrid – Clara Rojas – grazie alle iniziative di Chavez e della senatrice colombiana anti-uribista Piedad Cordoba. Ricordano che se Uribe ha fatto un gran colpo, con il raid in Ecuador del 1 marzo in cui è stato ucciso tra gli altri anche il nr. 2 delle Farc Raul Reyes, i contraccolpo è stato il blocco dei negoziati per la liberazione della Betancourt a cui proprio Reyes stava lavorando con il presidente venezuelano e gli emissari francesi. Ora quei contatti si sono perduti e quei canali chiusi. Le Farc non si fidano di Uribe né dei suoi vaghi impegni, e con buoni motivi. Sarkozy, hanno detto le Farc, è stato “ingenuo” a mandare l’aereo per la “missione umanitaria” che da due giorni staziona in una base militare vicino a Bogotà, senza aver prima concordato il da farsi con le Farc. Anche Chavez ieri ha definito la missione francese “complicata”. Molto complicata.


Colombia / Ingrid

SARKO FORZA, AMBIGUO URIBE, NO DELLE FARC

manifesto
4 aprile 2008

Un aereo-ambulanza francese è atterrato ieri mattina vicino a Bogotà, nella speranza di potersi recare in un luogo indefinito della selva indicato dalle Farc per soccorrere e possibilmente liberare Ingrid Betancourt, la franco-colombiana in mano al gruppo guerrigliero da 6 anni e data in condizioni di salute drammatiche. E’ la “missione umanitaria” annunciata dal presidente francese Sarkozy per forzare la mani sia alla guerriglia sia la presiedente, che come ha ribadito ancora ieri la sorella di Ingrid, Astrid, ha sempre mantenuto una posizione “estremamente ambigua” Alvaro Uribe. A bordo ci sono, oltre che francesi, anche spagnoli e svizzeri nel ruolo di “facilitatori”
La forzatura di Sarkozy per ora non sembra aver avuto successo. Uribe aveva annunciato la sospensione delle operazioni militari nel Guaviare, sud della Colombia, dove presumibilmente Ingrid si trova, ma ieri le operazioni militari continuavano regolarmente.
Le Farc dal canto loro non si fidano: ieri l’agenzia a loro vicina, l’Anncol, ha scritto che Sarkozy è “un ingenuo” a lanciarsi in questa “pericolosa avventura”senza alcun accordo preliminare con loro. “Il ricordo dell’appello di esponenti del governo francese che ha consentito la localizzazione del campo di Raul Reyes” , il nr. 2 delle Farc ucciso l’1 marzo in un raid dell’esercito colombiano in Ecuador, “è ancora troppo vivido”.


FARC-EP
Il guerrigliero Iván Ríos é stato occiso dai suoi compagni
Da Semana – 7 marzo 2008

Ivan riosQuesto venerdì si é saputa la notizia della morte del guerrigliero Iván Ríos, nel municipio di Samaná in Caldas, un altro membro dei nove che costituivano il Segretariato delle Farc. Con questo è il secondo caduto degli alti comandi della guerriglia in meno di una settimana, dopo l’uccisione di Raúl Reyes in Ecuador il passato 1 marzo.
Benché in un principio si parlasse di uno con l’Esercito, Caracol Radio ha confermato questo pomeriggio che ad ammazzare Ríos furono i suoi stessi compagni. Il fatto, secondo quella emittente radio, é accaduto mercoledì, quando tre dei guerriglieri che l’accompagnavano, hanno deciso di ribellarsi perché il capoccia li aveva sottomessi ad una specie di regime da fame.
Non permetteva loro di accendere il fuoco per cucinare alimenti, per paura di essere localizzati dall’ Esercito che li seguiva da vari giorni. Secondo Caracol questa é stata la ragione per la quale é statu occiso e, per provare che si trattava proprio di lui, gli hanno tagliato una mano e l’hanno consegnata ai militari affinché stabilissero la sua identità.
Le informazioni fino ad ora conoscente dicono che i tre guerriglieri riceveranno una ricompensa di 5 milioni di dollari, ció che il governo offriva a chi aveesse dato informazioni che permettessero di localizzare questo leader delle Farc.

America Latina

IL NICARAGUA ROMPE RELAZIONI DIPLOMATICHE CON LA COLOMBIA

manifesto7 marzo 2008

Il Nicaragua ha annunciato ieri ufficialmente la rottura delle relazioni diplomatiche con la colombia. Il presidente Daniel Ortega , ricevendo il suo collega ecuadoriano Rafael Correa, è detto che questo è dovuto alle «azioni terroristiche» realizzate da Bogotà e al fatto che, a suo avviso, il governo del presidente Alvaro Uribe non rispetta una sentenza internazionale su una controversia di confine esistente fra i due paesi. Nel corso di una conferenza stampa Ortega ha precisato che il gesto va visto come un segno di solidarietà all’equador, che domenica ha annunciato l’interruzione delle relazioni diplomatiche, per l’attacco militare nel suo territorio, il primo marzo scorso, contro un accampamento dei guerriglieri colombiani delle FARC in cui ha perso la vita il «numero due» dell’organizzazine, Raul Reyes


elnCOMUNICATO DEL COMANDO CENTRALE ELN
da Indymedia Colombia
mercoldì, 5 marzo 2008

COLOMBIA NON PUO’ ESSERE L’ISRAELE DELL’AMERICA
COCE-ELN

Con profondo sentimento di solidarietà rivoluzionaria, inviamo il nostro saluto al Segretariato delle FARC ed a tutti i suoi membri, in questo momento di dolore per la scomparsa degna e conseguente del Compagno Raúl Reyes, e di altri agguerriti guerriglieri.
Si sbagliano i guerrafondai seguaci di Bush ed Uribe quando cantano vittoria per il colpo dato, loro non possono capire che ogni lottatore che cade compiendo il suo dovere, si trasforma in un simbolo di fermezza e di dignità per chi come noi segue nella lotta rivoluzionaria.
È di estrema preoccupazione che il governo della Colombia, sia strumento della politica espansionista e guerrafondaia del governo di Bush, così come lo è Israele per il Medio Oriente.
I fatti dimostrano dimostra che in questi luttuosi avvenimenti non avvennero a seguito di un combattimento ma di un massacro, che è falso che ci sia stata una situazione di scontro e altrettanto chiara la violazione del territorio ecuadoriano per mezzo di bombardamenti, sbarco di truppe e recupero di cadaveri come trofeo di guerra.

LA GUERRA DI URIBE
logo manifesto mercoledì 5 marzo 2008
di Roberto Zanini

La vuole morta, Ingrid Betancourt. Ma soprattutto vuole che la guerra sopravviva, si moltiplichi, alimenti il circolo vizioso del sangue travestito da politica, il domino degli schieramenti diplomatici e degli aiuti incrociati (tutti quei dollari contro il narcotraffico finiti in tasche paramilitari…), la distribuzione di certificati di iscrizione a quel fantastico grimaldello delle democrazie detto «lotta al terrore».
Alvaro Uribe è il presidente della Colombia, un paese in guerra da quanto? trentacinque, quarant’anni, e domani saranno quarant’anni e un giorno, e poi un altro e un altro ancora. La Colombia è in guerra con se stessa e domani potrebbe esserlo con i suoi vicini, già si mobilitano battaglioni lungo i confini, a nord con il Venezuela di Chavez, a sud con l’Ecuador di Correa sorvolato e bombardato per colpire a morte Raul Reyes, l’uomo della guerriglia che trattava, quello con cui persino la Francia – non lo spericolato Chavez ma Kouchner – aveva aperto trattative, l’uomo che si nascondeva di meno e dialogava di più.


«Genocidio», Uribe accusa Chavez
Dopo l’uccisione di Raul Reyes, il leader colombiano attacca: «Voglio il Venezuela al Tribunale penale internazionale». Le «prove» dei finanziamenti alla guerriglia nel computer di Reyes. I «complimenti» di George W. Bush
di Guido Piccoli

Dagli insulti si è passati alle accuse formali. Anche se il passo successivo – alle armi – non sembra ancora probabile, la tensione tra la Colombia e i suoi vicini Ecuador e Venezuela s’infiamma di ora in ora. Dopo aver vissuto un isolamento pesante nel continente latinoamericano, Alvaro Uribe ha ricevuto i complimenti del suo sponsor George Bush, per l’impresa militare che sabato scorso ha ucciso Raúl Reyes e una ventina di guerriglieri delle Farc in territorio ecuadoriano. Ed è passato al contrattacco, forte di un appoggio che gli è arrivato anche dal Polo Democratico Alternativo (che non ha trovato di meglio che accusare Chávez di aver mancato di rispetto a Uribe) e di un’opinione pubblica ammaestrata dai media allineati come mai è successo in questi anni.

COMUNICATO DELLE FARC SULLA MORTE DI RAUL REYES
telesurIl gruppo gurerrigliero ha confermato l’assassinio del comandante che “è caduto compiendo la missione di concretizzare attraverso il presidente Chávez un incontro con il presidente Sarkozy”
TeleSUR  04/03/08 – 12:10

4 Marzo 2008
Comunicato

1. Informiamo al paese colombiano e l’opinione internazionale che è morto il comandante Raúl Reyes, rivoluzionario integro ed esemplare, che ha consegnato tutta la sua vita alla causa degli sfruttati, per la liberazione nazionale e la Patria Grande che sognò Bolivar. Rendiamo onore a lui e agli altri 15 guerriglieri caduti al suo fianco.
2. Il comandante, è caduto compiendo la missione di concretare attraverso il Presidente Chávez, un’intervista col presidente Sarkozy, dove si avanzasse nel trovare soluzioni alla situazione di Ingrid Betancurt e all’obiettivo dello scambio umanitario.
3. La perfidia dell’attacco, la perversità ed il cinismo bugiardo di Álvaro Uribe per deformare le circostanze della morte del comandante Raúl, non solo pericolosamente mettono in tensione le relazioni di questo governo con le repubbliche sorelle, ma colpiscono gravemente le possibilità dello Scambio Umanitario ed annullano la soluzione politica al conflitto con questo regime paramilitarizzato e pro-yankee.

RUMORI DI GUERRA IN AMERICA LATINA
logo manifesto martedì 4 marzo 2008
Il decennale conflitto in Colombia e il mancato riconoscimento delle Farc come attore politico sono alla base dell’esplosione di tensione tra stati delle ultime ore
di Guido Piccoli

A Bogotà nel piazzale del Canton Norte, la caserma più importante e famosa del paese, il presidente Alvaro Uribe circondato dall’intero vertice militare, definisce «eroe» il soldato professionale Carlos Hernández, unica vittima colombiana dell’incursione in territorio ecuadoriano successiva all’attacco aereo dell’accampamento guerrigliero di sabato scorso. A Caracas il presidente Hugo Chávez decreta un minuto di silenzio in omaggio al «rivoluzionario conseguente» Raúl Reyes, la vittima più importante del bombardamento descritto come un «codardo assassinio».
Accanto a Uribe stanno idealmente gli Usa, che gli hanno, tra l’altro, fornito la tecnologia e le bombe usate per individuare l’accampamento e ammazzare i guerriglieri che vi dormivano, l’Unione Europea che, con l’obiettivo della «governabilità», continua a finanziare il suo governo, qualche sparuto paese latinoamericano come il Perù, la stampa colombiana, mai così allineata come adesso, e, pur con qualche distinguo e imbarazzo, tutto lo schieramento politico, compreso il principale movimento d’opposizione, il Polo Democratico Alternativo


Tutti Contro la Colombia
Uribe isolato Truppe allertate in Venezuela ed Ecuador. Anche Lula contro il falco di Bogotà
di Guido Piccoli
Dalle guerra di parole alla guerra vera: il limite è sempre più vicino tra i Caraibi e le Ande. «Non sognarti di ripetere con noi quello che hai fatto all’Ecuador» ha detto a muso duro in televisione Hugo Chávez a Alvaro Uribe. L’uccisione del numero 3 delle Farc, Raúl Reyes, sta facendo esplodere l’America Latina. Per ora, la tensione è bollente tra la Colombia e l’Ecuador (il cui territorio è stato prima bombardato e poi invaso dal commando militare colombiano) e tra la Colombia e il Venezuela, già ai ferri corti per la contrastata mediazione di Chávez nella vicenda di Ingrid Betancourt e dei suo compagni di sventura. Mentre Chávez e il presidente dell’Ecuador Rafael Correa hanno chiamato «mafioso e assassino» e «spudorato bugiardo» Uribe, quest’ultimo ha sostenuto che i due paesi siano i santuari delle Farc. Le conseguenze sono pesanti: ambasciatori richiamati, chiusura delle sedi diplomatiche, ma anche dislocamento alla frontiera di decine di battaglioni, pronti a dar battaglia.