Assemblea a El Tarra

catatumbo
Dall’inizio dell’anno nel Catatumbo, nel Dipartimento del Nord di Santander, regione strategica al confine con il Venezuela, ricca di petrolio, carbone, biodiversità e cultura è sottoposta ad una non nuova forma di pressione da parte dell’Esercito Nazionale, quella che in quei luoghi viene chiamata ‘esecuzione extragiudiziaria‘. Cittadini inermi, siano essi contadini, indigeni, commercianti o studenti, vengono trovati uccisi e presentati come vittime di combattimento con la guerriglia. E questo perchè i soldati devono dimostrare dei risultati al governo di Uribe, il quale, a sua volta, deve presentare gli esiti di tutti i soldi che i Nordamericani spendono nel finanziargli la guerra alle ‘guerriglie’. Molte comunità sono affluite nelle scorse settimane al municipio di El Tarra dove, in un’assemblea pubblica con l’Alto Stato maggiore delle due Brigate Mobili impiegate nel Catatumbo, hanno reclamato spiegazioni all’esercito.
el tarra

Fotografie dell’assemblea a El Tarra
a cura di REDHER

ballo catatumbo
Intervista a dirigente del CISCA sull’attualità nel Catatumbo e sulle recenti elezioni
a cura di REDHER
audio Parte 1[ 4′ 45″ – 2787 Kb]
audio Parte 2 [ 6′ 47″ – 4013 Kb]
audio Parte 3 [ 3′ 50″ – 2251 Kb]
audio Parte 4 [ 7′ 15″ – 4261 Kb]

maniAZIONE URGENTE
S.O.S PER LE COMUNITA’ DEL CATATUMBO
12 ottobre 2007 – La Associazione per la promozione Sociale Alternativa MINGA, la Fondazione Progredire e il Comitato di Integrazione sociale del Catatumbo – CISCA, denunciano di fronte alla comunità nazionale ed internazionale l’aggravamento della crisi riguardante i diritti umani nella regione del Catatumbo, dipartimento di Nord di Santander, come risultato dei soprusi commessi da presunti membri della Forza Pubblica contro le comunità contadine.

Scontri all’Università nella commemorazione del CHE

PROTESTE ALL’UNIVERSITA’ NAZIONALE DI BOGOTA’
RICORDANDO IL CHE E CONTRO IL GOVERNO URIBE

Scontri Università BogotaBogotà 15 ottobre 2007
da RED ANTORCHA IDENTIDAD ESTUDIANTIL
traduzione Comitato Carlos Fonseca

Alle 11,15 del 11 Ottobre 2007 più di 200 giovani di differenti organizzazioni politiche si sono presentati nella storica Piazza CHE della UNAL – di Bogotà, convocando agli altri studenti al “TROPEL” (come è conosciuta questa forma classica di protesta in Colombia).
I portavoci della manifestazione hanno denunciato la politica del Governo Nazionale che vuole implementare una serie di riforme puntano alla privatizzazione e con la nomina di alcuni funzionari direttivi imposti direttamente dalla “Casa de Narino” ( Palazzo presidenziale) e che applicano le politiche statali in modo autoritario.
I manifestanti hanno anche rivendicato le proteste sociali che erano programmate per i gioni 10-11-12 ottobre e convocate da contadini e lavoratori in rifiuto del Governo Uribe, considerato come “mafioso e paramilitare” e rispetto al quale gli ultimi accadimenti mostrano la relazione attuale tra il presidente stesso e il Cartello di Medellin e i gruppi paramilitari.
La protesta, alla quale parteciparono circa 2000 studenti, fu convocata per commemorare il 40° anniversario della morte di Ernesto Che Guevara avvenuta in Bolivia il 8 ottobre 1967 e si unisce agli eventi realizzati in tutto il mondo per ricordare e rivendicare il rivoluzionario.
Ricordiamo che ci sono state anche proteste nella università di ANTIOQUIA e nella università di NARINO dove sono stati lanciati slogal per la LIBERAZIONE NAZIONALE.
Università Nazionale di Bogotà – 9 ottobre 2007
da YouTube – [7′]


carovana minera COMUNICATO PUBBLICO
CAROVANA NAZIONALE E INTERNAZIONALE
AGROMINERARIA

La carovana agromineraria, formata da delegazioni nazionali ed internazionali ha terminato il suo percorso di 17 giorni dopo essere passati per il Sud del Bolivar, Chocò, Risaralda, Cauca e Nariño.
In ognuna di queste tappe si sono evidenziate le condizioni di precarietà del settore della piccola attività mineraria, dove lo Stato ha svolto il suo ruolo abbandonando completamente questa attività produttiva, preferendo la svendita della risorsa aurifera alle imprese straniere e rinunciando una volta per tutte alla sovranità e ad una fonte di entrata per il paese.
Oltre a questo abbandono si osserva una campagna denigratoria contro il settore minerario artigianale per danni ambientali, campagna che mira alla sua chiusura e a dichiarare illegale questa forma di sopravvivenza di migliaia di famiglie colombiane.

dal 17 agosto al 3 settembre
CAROVANA NAZIONALE E INTERNAZIONALE

PER LA RESISTENZA DELLA ATTIVITA’ MINERARIA ARTIGIANALE

La Carovana Minera è un’iniziativa che coinvolge leader appartenenti a comunità minerarie di differenti parti del paese (Nariño, Chocó, Cauca, Bolivar, Risaralda) i cui territori sono stati richiesti dalla multinazionale AngloGold Ashanti – Kedahda – per esplorazione o sfruttamento. La Carovana percorrerà varie regioni a livello nazionale che stanno venendo colpite dagli interessi della multinazionale.
La Carovana ha come obiettivo quello di visibilizzare all’interno ed esterno della Colombia la problematica mineraria, gli oltraggi fisici e legislativi coi quali la transnazionale viene espandendo il suo dominio. Nello stesso modo tende a fortificare il movimento contro il grande settore minerario e difendere la permanenza delle comunità nei loro territori.

La Carovana sarà composta, per il livello nazionale, da due leader per ognuna delle regioni coinvolte: Cauca, Bolivar, Risaralda, Chocó e Nariño, e da membri di paesi coinvolti economicamente o legalmente nelle attività della Kedahda. Per questo a livello internazionale parteciperanno compagni inglesi, statunitensi, canadesi ed italiani.

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Nunca mas!3 settembre 2007  – dal Comitato Carlos Fonseca

audio Corrispondenza da Bogotà [parte 3]  [10′:09" –  5.9 mgb]


Nunca mas!31 agosto 2007  – dal Comitato Carlos Fonseca

audio Corrispondenza dal Nariño [parte 1]  [11′:20" –  6.6 mgb]

audio Corrispondenza dal Nariño [parte 2]  [5′:10" – 3.0 mgb]

Nunca mas!27 agosto 2007  – dal Comitato Carlos Fonseca

audio Corrispondenza da Risaralda  [21′:35" –  6.0 mgb]

radio onda rossa25 agosto 2007  – da Radio Onda Rossa


bocche-cucite-uni-cauca1SI CUCIONO LA BOCCA PER PROTESTA

Intervista di Oscar Paciencia

30 agosto 2007
In sciopero della fame da due settimane, già con sintomi di grave disidratazione, vomitando sangue e con le bocche cucite,  gli studenti della Università del Cauca di Popayan continuano a protestare per le denunce subite, tra le vessazioni dell’istituzione universitaria, le minacce paramilitari,  la repressione dell’ESMAD (squadroni della polizia speciale antisommossa) e, adesso, anche con la possibile espulsione dalla università.
Pur decidendo per l’interruzione dello sciopero della fame che, da una nota dell’ultimissima ora, pare l’università abbia accettato discutere le richieste degli studenti, essi permangono in stato di allerta, continuando ad occupare gli spazi universitari, dal momento che è non la prima volta che le promesse fatte si sono dimostrate essere trappole.


Continuano le vessazioni contro gli universitari del Cauca
STUDENTI DELLA UNIVERSITA’ DEL CAUCA IN SCIOPERO DELLA FAME

studenti del cauca si cuciono la boccaPopayan, 25 agosto 2007
Julia

Dal 14 agosto dell’anno in corso, 14 studenti di differenti facoltà dell’Università del Cauca, con sede in Popayán, rimangono in sciopero di fame e con le bocche cucite. Da allora si "alimentano" solo con liquidi che prendono con una cannuccia. Di giorno rimangono nel chiostro della facoltà di Scienze Umane, nella notte cambiano differenti case, per la paura di essere presi dalla Polizia.
Di questi ce ne sono otto dei 16 studenti che sono stati detenuti arbitrariamente il 31 di maggio di quest’anno, quando i poliziotti dell’ESMAD sgomberarono violentemente gli studenti che avevano occupato pacificamente lo storico chiostro di Santo Domingo.Nello sciopero sono accompagnati da altri sei studenti solidali.

Chi vuole può esprimere solidarietà ai 14 studenti in sciopero di fame, che per ragioni di sicurezza chiedono non menzionare i loro nomi, scrivendo a:
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alcune foto dell’iniziativa

logo TPP manifesto TPP Bogota UDIENZA
SULLE IMPRESE PETROLIFERE.
SENTENZA

Bogotà, 4 agosto 2007

Al termine di tre giornate intense emotivamente e politicamente importanti, la giuria del TPP, dopo aver ascoltato le decine di testimoni provenienti da varie parti del paese, ha emesso una sentenza di condanna alle imprese transnazionali del petrolio (OXY, REPSOL, BP), al governo Colombiano, agli stati a cui appartengono le imprese ed in particolar modo al governo degli Stati Uniti. Tra l’altro si legge nell’atto conclusivo: "Il Tribunale considera che ci sono fondamenti ragionevoli per qualificare una gran quantità degli atti concreti di assassinio, massacro, tortura, sfollamento forzoso di popolazione e persecuzione, che gli sono stati presentati, come crimini di lesa umanità, nella misura in cui sono stati commessi in maniera sistematica e generalizzata, contro una popolazione civile." Tra motivazioni alle accuse alle multinazionali e ad ECOPETROL si legge: "per lo sviluppo di politiche di esplorazione e sfruttamento dei giacimenti che comportano lo sfollamento forzoso delle popolazioni che risiedono in esse; per lo sviluppo di politiche di esplorazione e sfruttamento carenti di qualunque valutazione di impatto ambientale, e che comportano la distruzione di boschi altri spazi naturali e l’inquinamento grave e crescente dei corsi di acqua, come è il caso del fiume Arauca, e presuppongono una restrizione forzata per la forme vita delle popolazioni colpite; in particolare per la persecuzione sistematica e generalizzata di sindacalisti, come è il caso dei dirigenti e militanti dell’Unione Sindacale Operaia, in colpendo i diritti sindacali riconosciuti internazionalmente e costituzionalmente."

Sentenza completa (Dictámen)   [Versione IT]  [Version ES]
Invito all’udienza   [Versione IT]  [Version ES]
Motivazioni al TPP sul Petrolio   [Versione IT]  [Version ES]
Comunicato stampa n. 1   [Versione IT]  [Version ES]

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19 LUGLIO. ROVINATA LA FESTA ALL’AMBASCIATORE COLOMBIANO A ROMA

a cura del Comitato Carlos Fonseca
Roma, 19 luglio 2007

In occasione della Festa per l’indipendenza, l’ambasciatore colombiano a Roma, PRETELT de la VEGA, aveva organizzato presso la sua residenza un brindisi con inviti al personale diplomatico a Roma. Decine di persone in contemporanea hanno realizzato una manifestazione di protesta per ricordare che la classe politica colombiana è da mesi sotto accusa per aver sostenuto, finanziato, coperto, promosso le attività dei gruppi paramilitari che si sono macchiati in questi anni di atroci delitti con lo scopo di tutelare gli interessi delle multinazionali e di sterminare l’opposizione politica e sociale. Iniziative simili si sono svolte a Parigi e a Berna 4000 sindacalisti uccisi dagli anni ’80 ad oggi, popolazioni indigene in via di estinzione, 3,5 milioni di profughi interni sono alcune delle cifre di questa barbarie.

manifestazionoe romaImmagini del Sit-In
all’Ambasciata Colombiana in Roma


19 luglio 2007

a cura del Comitato Carlos Fonseca

[foto]


no rescateMORTI UNDICI DEPUTATI DIPARTIMENTALI DETENUTI DAL 2002 DALLA GUERRIGLIA DELLE FARC-EP
a cura di Oscar Paciencia
La politica guerrafondaia di Uribe Velez, che urla a destra e a sinistra la liberazione dei sequestrati dalle guerriglie a "fuoco e sangue", produce altre undici vittime ed allontana ancora di più l’ unica vera possibilità di soluzione: lo scambio umanitario. E quando i familiari degli undici assieme a centinaia di organizzazioni colombiane che si battono per la negoziazione promuovono una giantesca manifestazione a Bogotà,  il governo  ‘se la come‘ , se ne appropria, e con arroganza mista a sfacciataggine partecipa con ipocrisia al cordoglio espresso dal corteo che tutti i grandi media della disinformatia colombina riportano come una ‘grande manifestazione contro i terroristi delle FARC’. E, senza ritegno, accusano il discorso fatto dal palco dalla giovane figlia di uno degli uccisi, Carolina Charry, di essere ingenuo e irrispettuoso.
L’intenzione principale dietro le mobilitazione consiste in una strategia tracciata dai potenti e dai mezzi di comuniczione al servizio dei nemici della pace, che cercano di coprire con cortine di fumo l’attuale scandolo della parapolitica.


COMUNICATO DELLE FARC-EP sulla morte dei deputati
Comando Congiunto  d’Occidente
23 giugno 2007

Il Comando Unito di Occidente delle FARC informa che il giorno 18 del presente mese, 11 deputati dell’Assemblea della Valle che mantenevamo dall’aprile di 2002, sono morti in mezzo al fuoco incrociato, quando un gruppo militare senza identificazione fino al momento, ha attaccato l’accampamento in cui si trovavano. Sopravvive il deputato Sigifredo López che non stava in quell’istante vicino agli altri detenuti.

ANNCOL – 10 luglio 2007
LE FARC INVESTIGANO SULLA FORZA CHE HA EFFETTUATO L’ASSALTO
Comunicato delle FARC_EP
Comando Congiunto  d’Occidente
5 luglio 2007

Siamo decisi a consegnare, celermente, i resti mortali dei deputati ai loro familiari. Il ritardo attuale dipende esclusivamente dalla ricerca di un’organizzazione intermediaria che garantisca obiettività nella gestione e negli esami forensi che possano essere fatti
Abbiamo fallito nella missione di custodire i prigionieri e portarli allo scambio a causa degli oltre cinque anni di rifiuto del Governo, ma continueremo l’investigazione per sapere quale forza ha condotto l’attacco all’accampamento fino a fare luce su questa tragedia, che è servita soltanto a portare lutto nelle case dei deputati ed a far calare un’altra cortina fumogena sulla vera portata della para-politica all’interno dello Stato colombiano..


Il Manifesto – 7 luglio 2007
GLI OSTAGGI SMUOVONO, I MORTI NO.
SEQUESTRI, LA COLOMBIA IN PIAZZA

Nel sud-ovest delle Farc l’esercito avanza e l’aviazione bombarda, nelle città forse milioni di persone manifestano contro i rapimenti

Guido Piccoli

Chi, anche recentemente, ha coltivato illusioni di pace per la Colombia è servito. A volare sopra il suo cielo non sono le colombe della pace, ma gli avvoltoi insieme con centinaia di elicotteri blindati e bombardieri. La parola è ancora alle armi e alla propaganda di guerra. Mentre nel sud-occidente l’esercito ha l’ordine di avanzare in un territorio da sempre dominato dalle Farc e l’aviazione scarica bombe come non ha mai fatto, ieri l’altro centinaia di migliaia di cittadini, forse milioni, hanno marciato contro il sequestro, un delitto crudele prerogativa soprattutto delle Farc.
Il messaggio dei promotori della mobilitazione era semplice: il governo agisce, il popolo l’appoggia, la comunità internazionale ne tenga conto. Il tema del sequestro (unico delitto capace di commuovere la borghesia colombiana, indifferente ai massacri, alle esecuzioni mirate o alle sparizioni forzate che colpiscono colombiani di serie B come i contadini, i sindacalisti e gli oppositori politici) è salito alla ribalta da un mese.

El Turbion
QUI C’E’ QUALCOSA CHE NON VA
2 luglio 2007
Con l’annuncio della morte di undici dei dodici ex deputati dell’Assemblea dipartimentale del dipartimento del Valle che, da cinque anni, sono rimasti nelle mani della guerriglia delle FARC, si è aperto la porta ad un gigantesco dibattito nazionale nel quale hanno imperato la confusione, la molteplicità di vaghe ipotesi e la manipolazione governativa del dolore delle famiglie delle vittime.
Mentre le accuse corrono da un lato all’altro, le lacrime delle famiglie dei deputati rapiti sono mostrate a tutto il paese, ‘dal vivo ed in ogni colore’, dai principali monopoli mediatici, che non mostrano il benché minimo rispetto per le vittime, e neppure nessun interesse all’ascolto dei loro lamenti davanti all’indifferenza di un governo che insiste fanaticamente in un riscatto militare degli ostaggi che già ha provato la sua inutilità.
Dall’alba di giovedì, quando l’agenzia Anncol pubblicò un comunicato del Comando Unito Occidentale dell’organizzazione guerrigliera, segnalando la morte di queste persone "in mezzo al fuoco incrociato quando un gruppo militare, senza identificazione al momento, ha attaccato l’accampamento dove si trovavano", la valanga di versioni emessa da alcuni mezzi, basate solamente su congetture, hanno contribuito alla confusione e all’incertezza che hanno regnato nel paese da questo momento.

La multinazionale spagnola del petrolio e il suo finanziatore sotto accusa
PROTESTE CONTRO REPSOL IN SPAGNA
Spagna. Maggio , giugno, luglio 2007

caixa policialCariche poliziesche, bastonate e detenuti in una protesta pacifica di fronte alla sede centrale di La Caixa, Madrid

da Madrid Digital  – 04/07/2007
Un teatrino posto di fronte alla sede centrale di La Caixa realizzata dal collettivo "Rompiamo il Silenzio" per denunciare la sua partecipazione finanziaria nella  Repsol YPF, è stato fortemente soffocato dalla polizia,  che ha arrestato per lo meno due persone, dopo aver fermato una trentina di manifestanti nella stazione di Gregorio Marañón.
I partecipanti all’atto hanno denunciato che la Caixa "è il secondo maggiore  azionista della Repsol YPF, 12,5%, ed è la promotrice dell’espansione della multinazionale in America Latina, cos’ come della sua alleanza strategica con Gas Naturale. "L’attività di  Repsol YPF produce un forte impatto, tanto sociale come ambientale", accusano gli attivisti.
Circa 60 persone si sono mosse verso la piazza di Gregorio Marañón, dove è situata la sede centrale di La Caixa a Madrid. Lì, nel giardino, hanno realizzato una simulazione degli impatti che provocano le prospezioni petrolifere, dove la polizia li ha duramente repressi.

articolo da QuiendebeaQuien? [ES]

video da YOUTUBE [ES]

Fotografie della manifestazione
da OMAL


protesta XixonXixon, Asturia – 14 giugno 2007

Una ventina di attivisti di diverse organizzazione – coordinamento di ONGS, Soldepaz-pachakuti, Corrente Sindacale di Sinistra, negozio di commercio equo Picu Rabicu, Cambalache, Espacio alternativo ed autogestito Escanda, Collettivo contro la repressione Calecer, Cosal-Xixon e vari rifugiati colombiani e persone a titolo personale e all’interno della Campagna Asturiana contro la spoliazione compiuta dall’industria petrolifera Repsol in Colombia, hanno partecipato davanti ad un distributore di benzina di REPSOL del centro di Xixon in un atto di protesta e denunicia contro la politica della multinazionale in Colombia, America Latina, nel mondo e nello Stato Spagnolo; sono stati distribuiti trittici informativi, volantini, esposti striscioni, ed il gruppo di Escanda hanno sceneggiato l’effetto mortale che la compagnia esercita sulle comunità indigene, contadine,organizzazioni sociali ed in generale in tutta la colombia.
Fotografie della manifestazione
per COSAL-XIXON
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protesta CEDSALA MAdrid e BarcellonaMadrid, Barcellona – 9 maggio 2007
Oggi ha avuto luogo al riunione annuale della Giunta Generale degli Azionisti della impresa Repsol YPF. Differenti associazioni e organizzazioni sociali, raggruppate nella Campagna dei Colpiti dalla Repsol e nella Campagna Chi deve a CHI?, hanno approfittato della celebrazione di questa riunione per denunciare le conseguenze sociali, ambientali, economiche e culturali che hanno le attività di questa corporaizone sulle popolazioni del pianeta.

Fotografie della manifestazione
da OMAL – CEDSALA


Argentina… ANCHE IN ARGERNTINA……

Il Tribunale Supremo argentino investiga Repsol e altre imprese petrolifere per danno ecologico
 El Pays – 2 luglio 2007
di Jorge Marirrodriga

Il Difensore del Popolo (Defensor del Pueblo) argentino, Eduardo Mondino, ha denunciato davanti alla Corte suprema del paese, (Corte Suprema), 17 compagnie industrie petrolifere – tra cui la spagnola Repsol, la brasiliana Petrobras e la statunitense Total – per il danno ecologico che stanno causando in un’ampia zona vicina ai circa 10.000 pozzi di petrolio. Mondino esige che le imprese versino i 550 milioni di dollari (406 milioni di euro) stimati che costerà riparare i danni causati dalle installazioni che in molti casi sono abbandonate e in cattivo stato di conservazione.

logo TPP manifesto madrid DICHIARAZIONE FINALE
DELL’UDIENZA PRELIMINARE
DEL TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI
SULLA REPSOL IN COLOMBIA E NEL MONDO

Madrid, 16 giugno 2007

Lo sviluppo che si sta producendo nel diritto internazionale dei diritti umani in relazione allo stabilimento delle responsabilità di attori non governativi, specialmente delle imprese transnazionali, fa che possiamo determinare un certo grado di responsabilità dell’impresa Repsol YPF per le inadempienze ai patti internazionali sui diritti umani che si stanno dando nelle zone dove l’impresa opera. Speciale responsabilità hanno le imprese transnazionali che lavorano in America, dato l’obbligazione che hanno di rispettare i diritti umani riconosciuti nei patti internazionali applicabili in questi paesi, tale e come è stato detto dalla Corte Interamericana di Diritti umani e l’articolo 36 della Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani.

Dichiarazione finale   [Versione IT]  [Versione ES]


adelso Gallo
Immagini dell’Udienza Preliminare in Madrid
16 giugno 2007
da REDHER

[foto]


UNIVERSITA’ PUBBLICHE SI PRENDONO LE STRADE DI BOGOTA’ PROTESTANDO CONTRO IL PIANO NAZIONALE DI SVILUPPO

studenti in maricaRedazione di El Turbión
10 maggio 2007

Più di 20.000 studenti, lavoratori e professori universitari sono scesi in strada per contestare le misure adottate dal governo nel Piano Nazionale di Sviluppo, (PND), recentemente varato dal Congresso che metterebbe le università pubbliche del paese sull’orlo del fallimento passando gli oneri per il pagamento del passivo delle pensioni della Nazione ad ognuna di queste istituzioni. La convocazione della mobilitazione è partita dalla Università Nazionale che ha portato in piazza oltre 11.000 manifestanti.
Il carnevale, come si è preferito chiamare questa dimostrazione di cultura e colorito da parte degli studenti, è iniziato nell’Università Nazionale dall’ingresso sulla carrera 30 con calle 45. Da lì si è camminato, su di una sola carreggiata, fino alla calle 53 con carrera settima, dove gli studenti si sono mescolati con i quasi con 3.000 dei loro omologhi dell’Università Pedagogica Nazionale. Più tardi, ai mercanti si sono uniti ad altri 1.500 dell’Università Distrettuale ed un numero non definito di manifestanti solidali di diverse organizzazioni sociali e di studenti di università private.

Immagini da Indimedya Colombia da El Turbión