logosdbACCOMPAGNANDO IL RIENTRO NELLA COMUNITA’
Sud del Bolivar dal 10 al 16 ottobre 2006

Queste foto sono state scattate durante un accompagnamento nel Bolivar, in alcune comunità del municipio si San Pablo, a una famiglia campesina che rientrava nella sua piccola fattoria, dopo la detenzione arbitraria, la carceralzione e il rilascio del capofamiglia.
Durante il viaggio abbiamo visitato la vereda de El Jardin, dove abbiamo assisitito a una riunione della comunità che si confrontava sulla gestione di un progetto di sovranità alimentare. Poi ci siamo spostati nella fattoria de La Granja, sede di un progetto di agricoltura integrale e di una scuola. (AliceRebelde)


studiandoIntervista ad AliceRebelde di REDHER sulle condizioni attuali comunitarie del Sur del Bolivar (zona di San Pablo)

12 novembre 2007 – di Oscar Paciencia

audio  Parte 1    [ 13′ 45" – 4849 Kb]
audio  Parte 2    [ 13′ 47" – 4827 Kb]
audio  Parte 3    [   6′ 30" – 2286 Kb]


Assemblea a El Tarra

catatumbo
Dall’inizio dell’anno nel Catatumbo, nel Dipartimento del Nord di Santander, regione strategica al confine con il Venezuela, ricca di petrolio, carbone, biodiversità e cultura è sottoposta ad una non nuova forma di pressione da parte dell’Esercito Nazionale, quella che in quei luoghi viene chiamata ‘esecuzione extragiudiziaria‘. Cittadini inermi, siano essi contadini, indigeni, commercianti o studenti, vengono trovati uccisi e presentati come vittime di combattimento con la guerriglia. E questo perchè i soldati devono dimostrare dei risultati al governo di Uribe, il quale, a sua volta, deve presentare gli esiti di tutti i soldi che i Nordamericani spendono nel finanziargli la guerra alle ‘guerriglie’. Molte comunità sono affluite nelle scorse settimane al municipio di El Tarra dove, in un’assemblea pubblica con l’Alto Stato maggiore delle due Brigate Mobili impiegate nel Catatumbo, hanno reclamato spiegazioni all’esercito.
el tarra

Fotografie dell’assemblea a El Tarra
a cura di REDHER

ballo catatumbo
Intervista a dirigente del CISCA sull’attualità nel Catatumbo e sulle recenti elezioni
a cura di REDHER
audio Parte 1[ 4′ 45″ – 2787 Kb]
audio Parte 2 [ 6′ 47″ – 4013 Kb]
audio Parte 3 [ 3′ 50″ – 2251 Kb]
audio Parte 4 [ 7′ 15″ – 4261 Kb]

maniAZIONE URGENTE
S.O.S PER LE COMUNITA’ DEL CATATUMBO
12 ottobre 2007 – La Associazione per la promozione Sociale Alternativa MINGA, la Fondazione Progredire e il Comitato di Integrazione sociale del Catatumbo – CISCA, denunciano di fronte alla comunità nazionale ed internazionale l’aggravamento della crisi riguardante i diritti umani nella regione del Catatumbo, dipartimento di Nord di Santander, come risultato dei soprusi commessi da presunti membri della Forza Pubblica contro le comunità contadine.

resistendoMassacri, sparizioni forzate ed omicidi selettivi. Svendita delle risorse della terra. Persecuzione ed abbandono dello stato. Eserciti e polizie schierate per reprimere anche la più pallida forma di resistenza. E per condannare di terrorismo coloro i quali, per la liberazione della propria vita dallo sfruttamento, impugnano un cartello di protesta ed urlano la propria indignazione. Arauca continua la sua pena. Ma non dimentica
Indigeni, contadini, studenti, lavoratori delle industrie o del commercio. Uomini o donne. Tutta gente da mandare al macero se non può venire conformata alla plastica, resa oggetto da vetrina, spianata come lastra di metallo, utile solo per manovrarne cervello e sentimenti, nella speranza di poter continuare i propri traffici, cancellando anche la memoria.
Ma no.
Tutta questa gente continua a stare qui e lì. In tutti i luoghi. e da tutti i luoghi continua ad arrirvare.Non foss’altro per un buon sancocho libertador! che in Arauca lo sanno fare. E che – anche lui – aiuta allo scopo.
Ricordiamocelo anche qui da noi.


sancocho1

sancocho1

sancocho1

sancocho1
 
sancocho1

sancocho1 

sancocho1
 
sancocho1
 
sancocho1
immagini di Santillan / Organizzazioni Socali Arauca

La memoria

Los viejos amores que no están,
la ilusión de los que perdieron,
todas las promesas que se van,
y los que en cualquier guerra se cayeron.

Todo está guardado en la memoria,
sueño de la vida y de la historia.

El engaño y la complicidad
de los genocidas que están sueltos,
el indulto y el punto final
a las bestias de aquel infierno.

Todo está guardado en la memoria,
sueño de la vida y de la historia.


La memoria despierta para herir
a los pueblos dormidos
que no la dejan vivir
libre como el viento.

Los desaparecidos que se buscan
con el color de sus nacimientos,
el hambre y la abundancia que se juntan,
el mal trato con su mal recuerdo.

Todo está clavado en la memoria,
espina de la vida y de la historia.


Dos mil comerían por un año
con lo que cuesta un minuto militar
Cuántos dejarían de ser esclavos
por el precio de una bomba al mar.

Todo está clavado en la memoria,
espina de la vida y de la historia.


La memoria pincha hasta sangrar,
a los pueblos que la amarran
y no la dejan andar
libre como el viento.

Todos los muertos de la A.M.I.A.
y los de la Embajada de Israel,
el poder secreto de las armas,
la justicia que mira y no ve.

Todo está escondido en la memoria,
refugio de la vida y de la historia.


Fue cuando se callaron las iglesias,
fue cuando el fútbol se lo comió todo,
que los padres palotinos y Angelelli
dejaron su sangre en el lodo.

Todo está escondido en la memoria,
refugio de la vida y de la historia.


La memoria estalla hasta vencer
a los pueblos que la aplastan
y que no la dejan ser
libre como el viento.

La bala a Chico Méndez en Brasil,
150.000 guatemaltecos,
los mineros que enfrentan al fusil,
represión estudiantil en México.

Todo está cargado en la memoria,
arma de la vida y de la historia.


América con almas destruidas,
los chicos que mata el escuadrón,
suplicio de Mugica por las villas,
dignidad de Rodolfo Walsh.

Todo está cargado en la memoria,
arma de la vida y de la historia.


La memoria apunta hasta matar
a los pueblos que la callan
y no la dejan volar libre como el viento.
Letra y música: León Gieco


carovana minera COMUNICATO PUBBLICO
CAROVANA NAZIONALE E INTERNAZIONALE
AGROMINERARIA

La carovana agromineraria, formata da delegazioni nazionali ed internazionali ha terminato il suo percorso di 17 giorni dopo essere passati per il Sud del Bolivar, Chocò, Risaralda, Cauca e Nariño.
In ognuna di queste tappe si sono evidenziate le condizioni di precarietà del settore della piccola attività mineraria, dove lo Stato ha svolto il suo ruolo abbandonando completamente questa attività produttiva, preferendo la svendita della risorsa aurifera alle imprese straniere e rinunciando una volta per tutte alla sovranità e ad una fonte di entrata per il paese.
Oltre a questo abbandono si osserva una campagna denigratoria contro il settore minerario artigianale per danni ambientali, campagna che mira alla sua chiusura e a dichiarare illegale questa forma di sopravvivenza di migliaia di famiglie colombiane.

dal 17 agosto al 3 settembre
CAROVANA NAZIONALE E INTERNAZIONALE

PER LA RESISTENZA DELLA ATTIVITA’ MINERARIA ARTIGIANALE

La Carovana Minera è un’iniziativa che coinvolge leader appartenenti a comunità minerarie di differenti parti del paese (Nariño, Chocó, Cauca, Bolivar, Risaralda) i cui territori sono stati richiesti dalla multinazionale AngloGold Ashanti – Kedahda – per esplorazione o sfruttamento. La Carovana percorrerà varie regioni a livello nazionale che stanno venendo colpite dagli interessi della multinazionale.
La Carovana ha come obiettivo quello di visibilizzare all’interno ed esterno della Colombia la problematica mineraria, gli oltraggi fisici e legislativi coi quali la transnazionale viene espandendo il suo dominio. Nello stesso modo tende a fortificare il movimento contro il grande settore minerario e difendere la permanenza delle comunità nei loro territori.

La Carovana sarà composta, per il livello nazionale, da due leader per ognuna delle regioni coinvolte: Cauca, Bolivar, Risaralda, Chocó e Nariño, e da membri di paesi coinvolti economicamente o legalmente nelle attività della Kedahda. Per questo a livello internazionale parteciperanno compagni inglesi, statunitensi, canadesi ed italiani.

[Versione IT]    [Version ES]


Nunca mas!3 settembre 2007  – dal Comitato Carlos Fonseca

audio Corrispondenza da Bogotà [parte 3]  [10′:09" –  5.9 mgb]


Nunca mas!31 agosto 2007  – dal Comitato Carlos Fonseca

audio Corrispondenza dal Nariño [parte 1]  [11′:20" –  6.6 mgb]

audio Corrispondenza dal Nariño [parte 2]  [5′:10" – 3.0 mgb]

Nunca mas!27 agosto 2007  – dal Comitato Carlos Fonseca

audio Corrispondenza da Risaralda  [21′:35" –  6.0 mgb]

radio onda rossa25 agosto 2007  – da Radio Onda Rossa


samaniego bannersamaniego narinhoA cura di Oscar Paciencia
Nella pubblicità della pagina web del Governo si legge di una Samaniegopartecipativa e competitiva‘, simbolizzata dal logo di una enorme infrastruttura stradale che sovrasta la valle nariñense. Forse occorrerebbe aggiungere anche ‘conflittiva e desplazada‘, se come ci raccontano i più di 400 contadini scappati dalle montagne circostanti a seguito degli scontri armati che stanno avvenendo nelle comunità limitrofe, ove l’incursione paramilitare associata all’esercito nazionale stà cercando di fare posto alla multinazionale Kedhada per lo sfruttamento dell’oro e delle altre risorse minerali di cui la zona è ricca.
Nell’ambito dell’ultima giornata di attività della Carovana Minera Nazionale e Internazionale Il Comitato Carlos Fonseca  e la RedHER hanno  avuto modo di intervistare e raccogliere le denunce dei contadini e piccoli minatori scesi  dalle loro comunità per protestare e partecipare agli incontri.

bocche-cucite-uni-cauca1SI CUCIONO LA BOCCA PER PROTESTA

Intervista di Oscar Paciencia

30 agosto 2007
In sciopero della fame da due settimane, già con sintomi di grave disidratazione, vomitando sangue e con le bocche cucite,  gli studenti della Università del Cauca di Popayan continuano a protestare per le denunce subite, tra le vessazioni dell’istituzione universitaria, le minacce paramilitari,  la repressione dell’ESMAD (squadroni della polizia speciale antisommossa) e, adesso, anche con la possibile espulsione dalla università.
Pur decidendo per l’interruzione dello sciopero della fame che, da una nota dell’ultimissima ora, pare l’università abbia accettato discutere le richieste degli studenti, essi permangono in stato di allerta, continuando ad occupare gli spazi universitari, dal momento che è non la prima volta che le promesse fatte si sono dimostrate essere trappole.


Continuano le vessazioni contro gli universitari del Cauca
STUDENTI DELLA UNIVERSITA’ DEL CAUCA IN SCIOPERO DELLA FAME

studenti del cauca si cuciono la boccaPopayan, 25 agosto 2007
Julia

Dal 14 agosto dell’anno in corso, 14 studenti di differenti facoltà dell’Università del Cauca, con sede in Popayán, rimangono in sciopero di fame e con le bocche cucite. Da allora si "alimentano" solo con liquidi che prendono con una cannuccia. Di giorno rimangono nel chiostro della facoltà di Scienze Umane, nella notte cambiano differenti case, per la paura di essere presi dalla Polizia.
Di questi ce ne sono otto dei 16 studenti che sono stati detenuti arbitrariamente il 31 di maggio di quest’anno, quando i poliziotti dell’ESMAD sgomberarono violentemente gli studenti che avevano occupato pacificamente lo storico chiostro di Santo Domingo.Nello sciopero sono accompagnati da altri sei studenti solidali.

Chi vuole può esprimere solidarietà ai 14 studenti in sciopero di fame, che per ragioni di sicurezza chiedono non menzionare i loro nomi, scrivendo a:
[Versione IT]   [Version ES]

alcune foto dell’iniziativa

CHAVEZ   PROPONE IL VENEZUELA PER NEGOZIARE UN ACCORDO UMANITARIO TRA BOGOTA’ E LE FARC

Cordoba e Chavez Venezuelada TeleSUR
16/08/07 ore 21:25

Chávez, ha ricevuto la senatrice colombiana Piedad Cordoba, a cui manifestò la volontà che esiste da parte del suo Governo per aiutare a propiziare un accordo tra Bogotà e le Forze armate Rivoluzionarie della Colombia, FARC, che permetta di ottenere la liberazione delle persone che si trovano in potere del gruppo armato.
[Versione IT]   [Version ES]

  16 agosto 2007 – da YouTube

Dopo molteplici incontri con i parenti delle persone in potere delle FARC,
tra cui Clara de Rojas, Piedad Cordoba e il Professor Moncayo,
Chavez si rende disponibile ad aiutare per l’accordo umanitario
che vede lo scambio tra prigionieri

21 agosto 2007 – da El Tiempo


indigenas

LA NOSTRA SOLITUDINE:
FINO A CHE NON SAREMO UN
SOLO POPOLO
NON SAREMO NESSUNO

ACIN, Associazione di Calbidos Indigeni del Nord del Cauca

17 luglio 2007

Siamo da 515 anni condannati alla solitudine.

Ci siamo abituati a privatizzare tutto; lo sfollamento è un problema degli sfollati, il problema della terra è degli indigeni e dei contadini, il problema dei contadini non è il problema dei neri, il problema di neri non è il problema degli indigeni, le violazioni ai Diritti umani sono un problema delle ONG´s che rappresentano le vittime e delle vittime che cercano di essere rappresentate, il problema del salario è dei lavoratori e dei loro padroni, il problema dell’educazione è dei maestri e degli studenti, il problema della salute è dei malati e dei lavoratori del settore, il TLC è un problema di coloro i quali protestano contro di esso e coloro i quali protestano lo fanno esclusivamente contro ciò che colpisce il loro ambito, la parapolítica e i paramilitari sono un problema del governo, la guerra e il terrore sono questioni dello Stato.
Come indigeni siamo nella tristezza le vittime più antiche di questi 515 anni di persecuzione ed è per il dolore delle vittime che ci mobilitiamo ora, per la dignità nazionale, perché un giorno ci sveglieremo per abbattere il muro che non ci permette di sentire che tutti siamo neri, indigeni, contadini, rapiti, scomparsi, sfollati, esiliati, minacciati..

Intervista a Cristóbal Silva Gonzalez
LA DEMOCRADURA DELLA COLOMBIA

CristobalBologna, 15 marzo 2007
Direttore dell’Istituto Nazionale Sindacale di Bogotà,
Cristóbal Silva Gonzalez, in Europa per un giro di conferenze, racconta di come la dittatura democratica (democradura, come la chiama) colombiana mentre svende le risosrse naturali e strategiche al grande capitale internazionale, reprima ogni forma di dissenso politico con la repressione ed il terrore agite da forze regolari ed irregolari dello stato, e di come cerchi appoggi e consenso alla sua strategia tra i governi dell’Unione Europea e le grandi imprese trasnazionali.

Intervista in voce audio [IT]    Entrevista en voz  audio [ES]
Testo dell’intervista [IT]


sdb lottandoNonostante le pressioni dell’esercito
ASSEMBLEA DEI MINATORI di FEDEAGROMISBOL
Mina Mocha, Sud del Bolivar.
11 maggio 2007
di Oscar Paciencia

Mentre Teofilo Acuña viveva con trepidazione quelli che sarebbero stati i suoi ultimi giorni di prigione, l’ organizzazione che presiede, FEDEAGROMISBOL, si raccoglieva in assemblea per organizzare le iniziative volte alla liberazione del suo presidente, per contrastare l’arroganza delle forze dell’ordine e dei soldati nazionali, per rivendicare le proprie terre ed il porprio lavoro nelle miniere contro l’arrogante avanzata della multinazionale ANGLO GOLD ASHANTI che, attraverso la filiale-fantoccio Kedhada, sta cercando di terrorrizzare i contadini abitanti di queste montagne per indurli alla fuga.
Nonostante la presenza dei militari gomito a gomito con i contadini riuniti, nonostante le loro minacce implicite ed esplicite, i minatori sono giunti al luogo di incontro ed hanno portato a termine le loro discussioni, invitando le organizzazioni sociali e politiche internazionali a verificare di persona lo stato di rischio nelle quali versano.


assembleaImmagini di Mina Mocha e dell’Assemblea
di RedHer, 5/7 maggio 2007

[Fotografie]

Intervista a RedHer presente a Mina Mocha

di Oscar Paciencia, 11 maggio 2007
audio Audiointervista [IT]