Intervista a Javer Correa

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Javier Correa

di Oscar Paciencia
Bologna – Bogotà
5 aprile 2014
“Non basta il tavolo di pace all’Avana per garantire al popolo Colombiano una pace duratura e con giustizia sociale”. Così Javier Correa, presidente del SINALTRAINAL, uno dei sindacati più longevi (30 anni di attività politico sindacale in Colombia sono quasi un miracolo) sintetizza la debolezza di un processo che intende la Pace esclusivamente come il silenzio delle armi. Infatti altre armi, più subdole, ma altrettanto visibili e dannose continuano ad essere usate in quella terra. Sono quelle usate dalle grandi multinazionali e da governi (nazionale e stranieri) compiacenti, che attraverso il cosiddetto libero mercato e una economia d’assalto, s’appropriano delle risorse di un Paese tanto ricco. E, con le risorse, delle vite di donne e uomini. “Vogliamo mostrare la Colombia vera, reale che non è rappresentata in questo parlamento e che continua a mobilitarsi e a risvegliare coscienze, nonostatne la repressione”. Un grande viaggio quindi attraverso la caparbia dignità dei tanti popoli che costituiscono Colombia.
Dialogos en Cuba y Caravana Global para la Paz y la Democracia [ES]

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Temas y territorios que abarcará la Caravana [ES]

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Principales responsables de las grandes diferencias sociales que padece Colombia [ES]

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Nueva conformación del Parlamento: ¿será un logro para la paz? [ES]

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Como y si esta Caravana Global llegará a las Mesa de Dialogos en Cuba [ES]

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Il Quimbo fuorilegge?

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quimbo

IL QUIMBO NELLA MIRA DELLA CORTE DEI CONTI
23 agosto 2012
La Contraloría General de la Nación (specie di Corte dei Conti) avvierà un a indagine preliminare al progetto idroelettrico di Il Quimbo nel Huila, dopo aver trovato presunte irregolarità nelle modalità di conferimento della licenza ambientale che ha dato il via libera all’opera il 15 di maggio del 2009. La decisione si è saputa ieri ed è stata presa dall’ente di controllo dopo aver valutato vari documenti presentati dall’Associazione dei colpiti dall’idroelettrica il Quimbo (Asoquimbo), che rappresenterebbero la prova che Emgesa-Endesa ottenne la licenza senza avere eseguito studi di impatto ambientale.

INTERVISTA AL RICERCATORE MILLER DUSSAN, SULLE INCHIESTE APERTE DALLA CORTE DEI CONTI
23 agosto 2012
L’attività di denuncia, la produzione di prove, evidenze di fatto e studi, consegnati da ASOQUIMBO agli organismi di controllo, in particolare alla Corte dei Conti, ha fatto in modo che la stessa Corte dei Conti avviasse una indagine preliminare per presunte irregolarità nella concessione della licenza ambientale per la costruzione della centrale idroelettrica El Quimbo, nel dipartimento del Huila.
Nell’intervista che segue il professor Miller Dussan dell’Università Surcolombiana di Neiva, spiega le circostanze che hanno prodotto questo risultato.
Audiointervista a cura di ASOQUIMBO [ES]

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Catatumbo duemiladodici

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Arzelia di San Pablo ha ereditato la macchina per macinare il caffè da Daniel Guerra, dopo che nel 2007 la guerriglia delle FARC lo ha assassinato nei pressi di El Aserrio. Ora è lei che si occupa di produrre, in associazione con un gruppo di donne del paese, il caffè Sabor del Catatumbo. Il suo vanto è la qualità e il basso costo.
Ma la produzione di caffè – non certo in quantità industriali – è quasi una scusa. Infatti le donne che partecipano di questa attività fanno parte di un gruppo affiatato di mujeres che cercano attraverso attività comuni e frequenti incontri di emanciparsi non solamente dall’oppressione politica che vivono nella loro comunità, ma anche dai loro uomini, cercando di conquistare maggiore spazio personale sia nelle organizzazioni sociali (quasi tutte ad appannaggio dei maschi) che nell’ambito familiare, ove gli uomini la fanno da padrone (in senso letterale). [di óscar paciencia – 14 luglio 2012]

catatumbo

VOCES DE MUJERES
interviste di óscar paciencia
25 giugno 2012 – 30 giugno 2012
Arzelia di San Pablo, Maria del Carmen di El Tarra, Yamile di Filo Gringo, Miriam del Bovalì. Diverse, con un grande obiettivo: liberarsi dalla oppressione sia politica che maschile. Organizzate in gruppi di donne, rivendicano la specificità di genere, difendendo la vita e l’ambiente circstante. Eppoi Ylian di Media Aguita, che racconta di come l’esercito le abbia ucciso il marito, dopo averlo torturato, castrato e camuffato da guerrigliero.
Ylian [ES]

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Arzelia [ES]

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Miriam [ES]

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Yamile [ES]

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Maria del Carmen [ES]

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Miriam, Yamile, Maria del Carmen y los sueños [ES]

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PRESENZA MILITARE, ECONOMIA E COCA
intervista a Benjamín Pérez, presidente JAC
Trinidad, 2 luglio 2012
Il presidente della Junta de Acción Comunal (JAC) della Trinidad fa un riassunto delle difficili condizioni di vita nella regione, dovute alla mancanza totale di servizi sanitari, di una educazione scolastica decente per i giovani e le giovani, della quasi impossiblità a spostarsi, dal momento che le ‘strade’ non sono altro che ammasso di terra, fango e pietra. Racconta della presenza dell’esercito all’interno della comunità stessa, nelle case e nei vicoli del villaggio. Di come la coca si sia trasformata nell’unico mezzo di sussistenza per queste polopazioni che, progressivamente, stanno abbandonando la coltvazione dei prodotti tipici, per l’impossibilità della loro commercializzazione.
B. Pérez: presencia del Ejército [ES]

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B. Pérez: economía, social y coca [ES]

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B. Pérez: trabajo de la JAC [ES]

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sdb

IMMAGINI DEL CATATUMBO MEDIO
foto di óscar paciencia
25 giugno 2012 – 11 luglio 2012
L’ambiente naturale e la vita quotidiana nei villaggi. La gente di La Quina, San Calixto, San Pablo, Cartagenita, Trinidad, La Libertad, Maracaibo, Honduras, Comunità indigena Barì.

Permanenza nel territorio

logo sdb

Le zone del basso Bolivar, sia montuose che pianeggianti, sono costantemente sottoposte, ormai da decenni, alla pressione delle multinazionali dell’oro e degli agrocombustibili. La totalità del 1.600.000 ettari costituente la regione è già stato dato in concessione a queste multinazionali. Minatori e contadini sono stati costretti a difendersi dall’ingordigia dei grandi monopoli internazionali adottando strategie per la permanenza nel territorio, frenando i tentativi costanti di esproprio.
Nonostante gli attacchi di gruppi paramilitari al servizio indiretto delle trasnazionali e di uno stato presente solo con i suoi apparati repressivi, questa popolazione si organizza per continuare a vivere su queste terre: difficili ma stupefacenti. E non è una questione di ideologia, solo di vita e di dignità.
FEDEAGROMISBOL è una di queste organizzazioni di base, che associa decine di migliaia di contadini e minatori artigianali, distribuiti sui 10066 ettari di territorio a lei assegnato. Da marzo di quest’anno il governo nazionale si è visto cotretto a riprendere le trattative con loro (da lui interrotte nel 2008) nella denominata Mesa de Interlocucion. Il primo incontro dei quattro previsti avverrà in Aguachica (Cesar) il 21 giugno prossimo e tratterà la questione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Seguiranno quelli sugli investimenti sociali, le miniere e l’ambiente, terra e territorio.
Dal 8 al 16 di questo mese si sono svolti leader e dirigenti della federazione si sono incontrati con i minatori nei loro territori per organizzare, tra l’altro, i prossimi incontri col governo colombiano.
parte dell’intervento di Marquiño a Mina Caribe [ES]

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sdb

IMMAGINI DAL SUD DEL BOLIVAR
foto di óscar paciencia
4 giugno 2012 – 16 giugno 2012
Comunità di Las Pavas su terre occupate. Le miniere artigianali del municipio di Santa Rosa. I dintorni di Rioviejo. La gente e il territorio.

sdb

COMUNITA’ LAS PAVAS E LA TERRA
intervista a Misael (ASOCAB)
6 giugno 2012
Costretti a difendersi dall’esproprio del territorio ove da decine di anni coltivano i prodotti necessari al loro sopravvivenza, la popolazione della comunità Las Pavas, associatasi in ASOCAB, federata con FEDEAGROMISBOL, continua ad opporsi al potere delle multinazionali agroalimentari che vorrebbero appropriarsi di questa zona per piantare la palma aceitera dalla quale si produce combustibile, ma che distruggerebbe ulteriormente il territorio e precarizzerebbe ulteriormente la vita di questi contadini.
Intervista a Misael [ES]

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Indigeni in resistenza

minga indigenaMINGA NAZIONALE DI RESISTENZA INDIGENA

Nei dipartimenti di Guajira, Córdoba, Sucre, Atlántico, Chocó, Norte de Santander, Risaralda, Caldas, Quindío, Valle del Cauca, Cauca, Tolima,Huila, Casanare, Meta e Boyacá il Movimento Indigeno e popolare, da sei giorni sta rivendicando pacificamente la propria autonomia, la liberazione della ‘madre terra’, in difesa della vita e dei diritti territoriali, contro un governo legato al paramilitarismo. Mentre Uribe Velez dichiara lo stato di Conmoción Interior (che equivale ad uno stato di eccezione, ove tutti i poteri passano nelle sue mani), la sua polizia, con mezzi brutali ed arcaici, ferisce oltre 200 indigeni (di cui il 10% con proiettili) e ne uccide quattro.
Nella sola Panamericana all’altezza della cittá di La María, Piendamó (CAUCA), territorio di dialogo, negoziazione e convivenza del CRIC, si trovano oltre 20 mila indigeni di differenti luoghi del Cauca. La forza pubblica ha ucciso Mariano Morano Dizú, vittima di un colpo di fucile alla testa e ci sono almeno altri 20 feriti. Informano che lí ci sono anche individui in abiti civili che stanno sparnado contro gli indigeni.

BILANCIO PRIME SEI GIORNATE DELLA MINGA
da ONIC –  16 ottobre 2008

represion cauca

Durante le azioni intraprese dal movimento indigeno nei dipartimenti di Guajira, Córdoba, Sucre, Atlántico, Chocó, Norte de Santander, Risaralda, Caldas, Quindío, Valle del Cauca, Cauca, Tolima,Huila, Casanare, Meta e Boyacá, si stanno presentando nelle ultime ore fatti di enorme gravità che evidenziano le politiche repressive e di criminalización della protesta sociale intraprese dal Governo.
I fatti più gravi si vengono presentando in La María – Piendamó nel Cauca e nel municipio di Candelaria del Valle dove l’ESMAD, l’Esercito e la Polizia attaccano gli indigeni a colpi di fucile, gas lacrimogeni, tanquetas, elicotteri e persino a machete per reprimere la protesta.
Preoccupano inoltre le versioni date dai mezzi di comunicazione, ove si afferma che queste manifestazioni sono infiltrate dalle FARC, con lo scopo di legittimare l’offensiva militare e le morti degli indigeni che continuano ad essere annunciate con insistenza dalle organizzazioni indigene e per i diritti umani che sono stati al tanto di questa situazione purtroppo non nuova.
Ocorre ricordare che il 15 marzo nel Consiglio Comunitario realizzato a Popayán, il Presidente Álvaro Uribe ha offerto una ricompensa per la testa dei dirigenti delle popolazioni indigene presenti durante il processo della Liberazione della Madre Terra e da allora in colombia non ha cessato la violenza e la morte di indigeni
.

MOTIVAZIONI PER LA MINGA INDIGENA
da ONIC –  10 ottobre 2008

represion caucaI Popoli Indigeni e le loro autoritá convocano ai settori sociali, popolari e democratici della societá colombiana alla MINGA NAZIONALE DI RESISTENZA INDIGENA, una giornata di unitá comunitaria, sociale e popolare

I NOSTRI OBIETTIVI
1. Seminare nuovamente nella memoria collettiva che i Popoli Indigeni dal 1492 vengono sistematicamente sterminati, situazione che si é aggravata con le politiche dell’attuale governo.
2. Difendere la vita e i diritti territoriali, politici ambientali e alimentari.
3. RIfiutare la illegittimitá e illegalitá del governo e del congresso della Repubblica per essere legati al paramilitarismo.
4. Esiger il pieno sviluppo dei diritti umani e costruire tutti assieme un paese per tutti.
5. Liberare la >Madre Terra perché fino a che essa sarà sottomessa e distrutta non ci sarà futuro per nessuno.


INDEGENI EMBERA (CHOCÓ)
OCCUPANO LA DEFENSORIA IN QUIBDO

 

 

 

  Tutta la informazione sulla  Minga Indígena[ES]

Assassinato l’indigeno Nicolás Lemus

Era fratello di un noto e stimato leader di comunitá

ASSASSINATO UN ALTRO INDIGENO NASA NEL CAUCA

Nicolas_Valencia_LemusSantander de Quilichao
12 ottobre 2008

da Tejido de comunicación ACIN

Il comunero Nicolás Valencia Lemus di 39 anni , guidava un veicolo nella via che conduce a Toribío da Il Palo, accompagnato da sua moglie e suo figlio quando é stato fermato ed obbligato a scendere dal veicolo da due uomini incappucciati che si identificarono come membri del gruppo paramilitare “Aquile Nere” Gli assassini inmediatamente lo crivellarono di colpi in presenza della sua famiglia.Gli assassini, prima di fuggire, hanno scritto sui vetri del veicolo “Aquile Nere.”

Medellin: omicidi e resistenza

Medellin

olga MArina Vergara

ASSASSINATA OLGA MARINA VERGARA
Integrante della Rotta Pacifica delle Donne Colombiane, Olga Vergara é stata uccisa il 24 settembre scorso nelle strade di Prado, quartiere centrale di Medellin. Con lei sono state assassinate altri tre membri della sua famiglia, suo figlio di 26 anni, sua nuora di 22 anni ed il suo nipotino, un bambino di 5 anni. Il Movimento Sociale delle Donne contro la Guerra e per la Pace, denuncia che Questo massacro é avvenuto a Medellin, lo scorso 24 settembre, in una città che oltre ad essere la seconda del paese per il numero di abitanti, è stata presentata al mondo come ‘modello di successo del processo di smobilitazione paramilitare’, i massacri, gli assassini di civili, le sparizioni forzate, sono gli indicatori di successo con i quali il governo della ‘sicurezza democratica’, occulta e beneficia i criminali.

La Aurora, quartiere Robledo

UNA GIORNATA DI ACCOMPAGNAMENTO E FORMAZIONE A DESPLAZADOS DI MEDELLIN

barrio la auroraCon Associazione Campesina di Antioquia
13 settembre 2008

L’attivitá di accompagnamento é rivolta alla Associazione di Desplazados di Medellin (ASDMA) nata in ottobre 2007 ed integrafa da 50 famiglie in situazione di sfollamento forzato a causa dela violenza. Pressioni, minacce, paura o violazione ai diritti umani da parte di gruppi armati al margine della legge come paramilitari o guerrigli, ma anche dallo stesso esercito, hanno portato queste persone ad abbandonare le loro terre. Provengono da varie regioni del Paese: Catatumbo, Sur del Bolivar, altre zone di Antioquia, dove i processi organizzativi sono forti, ma ci sono anche famiglie non politicizzate che cercano di trovare una collocazione piú degna per la loro vita. Il lavoro che svolge l’ACA (
Associazione Campesina di Antioquia) con queste persone é basicamente un lavoro di formazione e rafforzamento organizzativo, affinché cadauna di loro possano riconoscere i propri diritti e da lí rivendicare azioni concrete nei confronti dell’amministrazione pubblica. Il lavoro agricolo che viene portato avanti in questa piccola fattoria nella periferia di Medellin é di carattere produttivo e le attivitá che vengono svolte sono quelle relative all’apprendimento ad impiantare un vivaio per riprodurre alcune sementi di ortaggi e come seminare senza utilizzare fertilizzanti chimici.
machete

IMMAGINI DELLA GIORNATA A ROBLEDO
13 SETTEMBRE 2008
di Óscar Paciencia[foto]
Fernando di ACA spiega l’accompagnamento a queste famiglie sfollate
audio [ES parte 1 – 1.90 mb – 4′:10″]
audio [ES parte 2 – 1.80 mb – 4′:04″]


Nell’ occidente di Medellin
LA COMUNA 13. QUARTIERE LA INDIPENDENCIA

la comuna 134 ottobre 2008
a cura di Óscar Paciencia
Una giornata con la Red Juvenil e la Banda Cirimia di Medellin per i vicoli del quartiere la Indipendencia della storica Comuna 13, per promuovere un un foro sociale. Nella relazione tenuta nel febbraio scorso da ELKIN RAMIREZ JARAMILLO della
Corporación Jurídica Libertad durante le giornate per la Vita e la Libertá Jesús María Valle Jaramillo, si legge “La Comuna 13 si ubica all’ovest della città di Medellin ed è composta da 24 quartieri nei quali vive si popolazione che nella sua maggioranza appartiene agli strati 1 e 2 (i piú bassi ndt.). L’origine di questo settore di popolazione risale agli anni ‘70 con la creazione di quartieri prodotti da insediamenti fuori norma e da invasioni composte nella loro maggioranza da persone provenienti dalla campagna. Alcune delle famiglie che vi abitano arrivarono alla zona dopo essere state vittime dello sfollamento forzato. Il settore sociale nel quale si inserisce questa popolazione la obbliga fin dal principio a generare proposte organizzative dirette ad ottenere, da parte dello stato, il riconoscimento della loro condizione di attori sociali e politici, e per questo non è strano trovare che nei primi anni di questa decade la zona contasse con l’esistenza di circa 50 organizzazioni sociali e comunitarie formalmente costituite ed incaricate di rivendicare le necessità più sentitedalla comunitá. Condizione organizzativa che col passare del tempo generò un importante accumulato politico che permise a queste organizzazini di partecipare alla progettazione di piani e politiche mediante le quali si cercava far funzionare l’amministrazione municipale meglio, facendole giocare in maniera più efficace la sua carta di garante per alcuni diritti.”

Relazione di Elkin Ramirez Jaramillo [versione IT] [versione ES]
 
La Comuna 13IMMAGINI DELLA COMUNA 13
4 ottobre 2008
di Óscar Paciencia
[foto]

Nell’Oriente di Antioquia

oriente antioquieño

La alta cifra di esecuzioni extragiudiziali in questa regione antioquegna ha determinato che molte famiglie abbiano dovuto spostarsi verso altri municipi della regione o verso Medellin aumentando le condizioni di soldatomiseria della popolazione contadina. Durante il periodo compreso tra 2000 e 2004 questa regione ha vissuto una delle maggiori crisi umanitarie a causa dello sfollamento forzato a cui venne sottoposta. Più di 33.000 persone furono obbligate a lasciare le loro terre ed appezzamenti dovuto, principalmente, all’azione dei gruppi paramilitari che facevano presenza nella regione e che avevano la popolazione civile come obiettivo militare considerandola come collaboratrice della guerriglia. Quella stessa posizione fu assunta dall’Esercito colombiano nella sua lotta contro l’insorgenza. "La guerra contrainsurgente fu il fine, ma anche il pretesto per mezzo del quale migliaia di contadini furono spogliati delle loro terre e dei loro beni, sprofondati nella miseria e condannati a transitare nel luogo del non ritorno". Secondo dati della Procura di Medellin, 33.685 persone furono vittime di sfollamento nell’oriente antioqueño in questi quattro anni. In accordo con la Consulenza per i Diritti umani e lo Sfollamento Forzato (Codhes), la cifra arriva a 53.188 di desplazados durante lo stesso periodo."

a cura di CODEHSEL – 2007]                                          [versione IT]  [versione ES]

san franciscoSAN FRANCISCO
Situato nella regione dei boschi dell’Oriente Antioqueño, roccafortre dell’ Esercito di LIberazione Nazionale fino al 2002 circa, questo municipio ha vissuto e vive tuttora una forte crisi umanitaria dovuta principalmente allo sfollamento interno che produce migliaia di profughi. Nell’anno 2003 questo municipio contava una popolazione di 10328 abitanti, ridotta a 5772 nel 2005, dovuto allo sfollamento massiccio determinato, tra l’altro,dall’operazione Marcial condotta nel 2003 dalla Quarta Brigada del Battalgione Juan del Corral con sede in Rionegro. L’obiettivo della operazione era cacciare da questi territori le forze insorte delle FARC e dell’ ELN. In seguito e a causa della disputa territoriale tra gli attori armati del conflitto la crisi umanitaria si acuisce ancor di piú, dato che oggi oltre il 70% delle frazioni di questo municipio sono abbandonate. Dal momento che molte vie di accesso alle frazioni sono tutt’ora minate, si sono avuti morti, mutilazioni e timore a ritornare alle proprie case da parte della popolazione civile. Inoltre recentemente si sono avute notizie di nuova presenza paramilitare nello stesso capoluogo del municipio.
In questo territorio é presente ed attiva la
Associazione Contadina di Antioquia (ACA), che dal 2006 cerca di promuovere il ritorno dei desplazados attraverso un progetto integrato relativo alla produzione, ai diritti umani, al supporto giuridico e al rafforzamento organizzativo della comunitá.

San Isidro
IMMAGINI di San Isidro e La Esperanza

dal 16 al 18 settembre 2008
di Óscar Paciencia

[foto]

video prodotti da Area di Comunicazione / ACA
sul tema ‘Desplazados nel proprio territorio

san luis SAN LUIS
Questo municipio, assieme a Cocorná e Granada riporta nel periodo 2002-2006 il 77% delle esecuzioni extragiudiziali totali denunciate dalla popolazione.
Nel rapporto presentato a marzo 2007 (pag. 31) si legge : "Il Coordinamento Colombia-Europa-Estados Unidos, nel periodo compreso tra agosto 2002 – junio 2006 ha ricevuto la denucnia di 74 casi e 110 vittime di esecuzioni extragiudiziali nell’Oriente Antioqueño commesse da membri della Quarta Brigata dell’Esercito Nazionale, sviluppando le operazioni militari Marcial Norte (2003),  Espartaco (2004), Ejemplar (2005) e Falange I (2006). Queste operazioni si svilupparono all’interno dell acornice della politica di “sicurezza democratica” del presidente Álvaro Uribe Vélez. QUeste denunce coprivano la maggiorparte dei municipi dell’Oriente Antioquegno, ma si presentano con maggior frequenza nei municipi di Cocorná, Granada y San Luis."
La Corporación Juridica Libertad é presente in questo territorio per il supporto legale e l’accompagnamento per il ritorno della popolazione sfopllata
.

Buenos Aires
IMMAGINI di Buenos Aires e Villanueva

dal 19 al 22 settembre 2008
di Óscar Paciencia

[foto]

Un caso di esecuzione extragiudiziale  

[IT]  

[ES]

Municipio di Granada – Oriente Antioquegno

ASSASSINATO ENRIQUE GIRALDO DI ASOPROA
GranadaDENUNCIA PUBBLICA

19 settembre 2008
La Corporación Jurídica Libertad, organizzazione non governativa di diritti umani, denuncia davanti alla comunità nazionale ed internazionale, l’omicidio commesso contro il signor ENRIQUE GIRALDO, dirigente contadino e comunale del Municipio di Granada, Antioquia.
Essendo approssimativamente le sei e mezza del pomeriggio del passato 17 settembre tre persone che si mobilitavano in due motociclette nella frazione Los Medios del Municipio di Granada, Antioquia hanno attaccato e causato la morte con arma da fuoco del signore Enrique GIRALDO in presenza di uno dei suoi figli minore di età.
Il signor Enrique GIRALDO era un riconosciuto dirigente comunale socio all’Associazione di Piccoli e Medi Produttori dell’Oriente Antioqueño ASOPROA, il quale, per la sua condizione di leader, fu oggetto di persecuzione da parte dei membri dell’Esercito Nazionale, i quali quattro anni addietro l’intimarono di trasferirsi forzatamente dalla frazione di San Francisco di Granada, accusandolo di essere ausiliario della guerriglia.

Chocó. Incontro Interetnico

tavolo incontro
manifesto incontro interetnico
DICHIARAZIONE FINALE

Pié de Pató – Alto Baudó – Chocó
26, 27, 28 settembre 2008
Un anno fa la nostra storia si spaccò in due, dopo molti secoli il nostro spirito ribelle diventa visibile per reclamare ed esigere diritti, quando assieme a duemila abitanti afrodiscendenti ed indigeni dell’Alto Baudó per 13 giorni ci siamo mobilitati e ci siamo concentrati nel capoluogo municipale di Pié de Pató per dire al mondo che esistiamo in mezzo alla miseria, all’abbandono e l’esclusione alle quali ci ha sottomessi un sistema che ora non ci schiavizza con le catene, ma ci nasconde, nega la nostra storia, nega la nostra forma di essere e ci uccide con la fame.
Da lí é nato il sogno, incontrarci di nuovo, guardarci dentro, guardare i nostri colori, guardare le nostre creazioni artistiche; l’essere ed il sentire Baudosegno; nella musica, nella danza, la parola; essere riuniti, uomini e donne per dire che qui esistiamo che qui siamo e che qui resistiamo; amando il nostro fiume, proteggendo il nostro territorio ed unendoci per riscattare la nostra identità, organizzandoci costruendo il nostro essere collettivo.
corrispondenza REDHER 26/27 settembre [versione IT]   [version ES]
convocazione incontro [versione IT]   [version ES]

foto incontro alto baudo
IMMAGINI  DALL’INCONTRO
dal 26 al 28 settembre 2008
di Ariadni/REDHER e Óscar Paciencia

diana rojas
POESIA ‘ALTO BAUDÓ’
di Diana Rojas

[testo IT]

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ventura diaz
Intervista al professor Ventura Díaz Ceballos
Quibdó, Chocó
30 settembre 2008
Incontro Interetnico

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Territorio e politica

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Leader e resistenza

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Errori e utopie

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Lungo i fiumi dell’ Alto Baudò

choco paradisoSui fiumi Munguidó e Baudó (Alto Baudó)
dal 16/31 agosto 2008
di Óscar Paciencia

Puó darsi. Potrebbe essere stato un paradiso con folta vegetazione, sorgenti d’acqua pura, panorami incontaminati, raggiungibili solo attraverso fiumi colorati di verde smeraldo, dove la gente viveva di pesca, coltivazione di platano, riso, frutta. Dove la convivenza tra afrocolombiani ed indigeni generava relazioni originali, permettendo alle tradizioni degli attuali discendenti degli schiavi importati dall’africa di rigenerarsi e mantenersi vive; così come alle varie etnie indigene, che da secoli popolano questi luoghi, di compenetrarsi alla natuara, in un tutt’uno vitale ed aperto al mondo esterno.
Tutto questo uno se lo puó immaginare (se ascolta i racconti dei vecchi di questi luoghi) oppure sognare (se si addormenta  sull’amaca, nel fresco della sera). Sicuramente però, da sveglio e cosciente, tutto questo appare oscurato, ricoperto di nebulosa fuliggine, dove le cose, le persone, i luoghi si intravedono appena, ricordo di un passato semiannegato e distrutto dal presente.
Senza acqua potabile, energia, fognature, case degne di questo nome; senza scuole, maestri e strumenti didattici; senza servizi sanitari, né piccoli né grandi; senza attivitá produttive che permettano poco piú che la sussistenza delle famiglie. Peró con un progressivo deterioramento delle acque fluviali; con tanta presenza della politicheria locale e nazionale in tempi elettorali; con grande invadenza delle multinazionali, per accaparrarsi l’acqua, le miniere e impiantare coltivazioni aliene a questi territori. Con tanta presenza di guerra, sfollammenti massicci, morti e feriti.
E in tutto questo, il colore della pelle, degli occhi, dei capelli, la forza delle braccia e la determinazione di donne e uomini sopravvivono (ma come fanno?), continuando nella ricerca dell’armonia, della giustizia sociale, della pace con dignitá ad urlare la loro esistenza.
Ascoltare e guardare per credere.


RogeliaINTERVISTA A ROGELIA MOSQUERA

Quibdó, 30 agosto 2008
Leader del movimento interetnico dell’Alto Baudó, ex docente di Chachajo, promotrice dell’occupazione pacifica del Municipio di Piè de Pató nel 2007, Rogelia rappresenta oggi il desiderio di liberazione e la lotta contro l’abbandono delle popolazioni di questi fiumi; sintetizza e con grande capacitá organizzativa ed una meravigliosa umiltá partecipa della resistenza civile.

audio audio Rogelia parte 1 [Español – 13′:27” – mgb 6.1]
audio audio Rogelia parte 2 [Español – 13′:32” – mgb 6.2]
audio audio Rogelia parte 3 [Español – 06′:59” – mgb 3.2]
audio audio Rogelia parte 4 [Español – 06′:21” – mgb 2.9]
audio audio Rogelia parte 5 [Español – 05′:27” – mgb 2.5]

Munguido
VIVERE LUNGO IL MUNGUIDÒ
Quibdó, 31 agosto 2008

Un membro di ASIPAB (Associazione Interetnica pe lo sviluppo dell’Alto Baudó), di ritorno da un viaggio lunfo il fiume Mungudò, appartenente alla capitale del dipartimento, Quibdò, descrive siteticamente quali sono i principali temi che affliggono le popolazioni di questo fiume


audio Intervista [Español – 10′:20” – mgb 4.7]


quibdo Quibdó è la capitale del Dipartimento del Chocó, cittá fluviale e sede, tra l’altro, di una diocesi molto combattiva per la salvaguardia dei diritti umani degli indigeni e degli afrocolombiani.

Los Andes Lungo il Fiume Munguidó vivono comunitá di afrodiscendenti nella piú completa miseria ed abbandono. L’acqua potabile, l’energia, la produzione agricola per il sostentamento delle famiglie sono spesso inesistenti.

Baudo Le cose non vanno meglio per le comunitá nere e indigene (Embera) che vivono lungo le rive del fiume Baudó nel municipio dell’Alto Baudó. E per questo nel novembre del 2007 hanno occupato per 13 giorni il Municipio di Piè de Pató.

Santander La comunitá Embera di El Morro, lungo una deviazione del Baudó cerca di conservare le proprie tradizioni in un abiente sociale spesso ostile, dove sono le donne a sopportarne il maggior peso. Ma lo fanno con una estrema dignitá.