Saravena, 3 settembre

Note degli ultimi giorni.

 

Come se non bastasse, dopo aver ricevuto una lettera dalla Polizia Nazionale del dipartimento di Arauca, datata 22 agosto (cioe’ il giorno seguente all’operativo Exodo che ha incarcerato piu’ di 30 persone e fatto scappare altrettante), in cui il Maggiore JAIMJE ALBERTO BARRERA HOYOS scriveva alla Fondazione per i Diritti Umani “Joel Sierra”: “……mi permetto di informarvi che questo Comando e’ a vostra completa disposizione per quello che riguarda la sicurezza dei membri della vostra organizzazione……e informare che proseguiremo nei pattugliamenti e controlli costanti sempre dopo la vostra autorizzazione” , il centro per i Diritti Umani di Saravena ne riceve un’altra da parte dell’Esercito Nazionale, Diciottesima Brigada “Generale Gabriel Pizarro”, in data 25 agosto e a firma del Tenente Colonnello SANTIAGO HERRERA FAJARDO, comandante della brigada. Nella missiva alquanto stupefacente si chiede al “Joel Sierra” di passare tutte le informazini che essi hanno circa la presenza di paramilitari in citta’: “… che siano inviate a questo Comando, nel minore tempo possibile, tutte le información che esistono nei vostri archivi o di cui siate a conoscenza, in relazione alla possibile presenza in citta’ delle cosiddette Autodifesa Unita di Colombia……..” .

Molto strano se si considerano due fatti.

Il primo. Dopo pochi giorni dall’ultima lettera sui muri di Saravena, compaiono le prime scritte paramilitari a firma A.U.C. (Autodifesa unite di Colombia). Piu’ precisamente sui muri del centro “Joel Sierra”, dell’ECAAS (impresa dell’acquedotto moltoattiva nella protesta sociale), della Coopertiva di trasporti di taxista e dell’Hotel. Tutti edifici vicini tra loro e frequentati dagli internazionalisti oltre che dalle organizzazioni sociali. Si puo’ leggere: “AUC. Stiamo arrivando. Morte ai miliziani e ai loro collaboratori”.

Il secondo fatto consiste nel fatto che le organizzazioni sociali considerano resposabili della presenza dei paramilitari e della loro cobertura proprio la Diciottesima Brigada e il Comando della Polizia Nazionale, di cui chiedono l’incriminazione dei loro comandante. Si legge nella denuncia pubblica del 1 settembre a firma di varie organizzazioni sociali (CUT, Associazione di contadini, Associazione Indígena, Associazione giovanile e asociación civiche di comunita’): “Non contenti della detenzione massiva, della persecuzione e dell’esilio della maggiorparte dei dirigenti, i quali non possono piu’ neppure recarsi nei propri uffici, la Polizia e L’Esercito si sono dedicati a dipingere i muri delle case con scritte allusive ai paramilitari. Tra queste la sede della Associazione dipartimentale dei Contadini e le case di alcuni dirigenti incarcerati o assassinati”.

Cioe’ secondo i firmatari di questa denuncia pubblica, gli autori di queste scritte sono gli stessi che si pongono a disposizione ed invitano ad informare…..

La denuncia prosegue: “Con queste azioni ciniche e sfacciate risulta chiaro il vincolo , l’appoggio e la promozione dell’esercito e della polizia alla guerra sporca paramilitare che ha prodotto centinaia di vittme nel municipio di Tame (Arauca) e che ora si sta cercando di riprodurre nel municipio di Saravena.

Esigiamo che vengano investigati il comandante della Digiottesima Brigada Generale CAROL LEMUS PEDRAZA, il comandante della Polizia e il comandante del D.A.S. per la loro partecipazione directa nella costruzione dei gruppi paramilitari nel dipartimento di Arauca e per lasciar loro compiere azioni criminali. Inoltre chiediamo che vengano inquisiti i delinquenti che la Diciottesima Brigada utilizzaper segnalare i dirigenti delle Organizzazioni Sociali”. Tra loro ricordiamo:”TOBIAS GOMEZ, EDGAR CORZO, ELKIN PALOMINO, JORGE ROJAS, JORGE MARTINEZ, TEMISTOCRE ROJAS, BLEIDIT ROJAS, YENIFER MARTINEZ, CARMEN DAMARIS CARMEÑO, ABELARDO SALAS. Queste persone girano in uniforme e armate come se fossero membri attivi dell’Esercito Nazionale”.

 

In maniera similare, vengono diffusi dalla Fondazione per i Diritti Umani “Joel Sierra” due documenti di allerta sulla situazione nel dipartimanto di Arauca e in modo particolare nei confronti dell’impresa ECAAS (aquedotto e fognature).

Nel primo, datato 30 agosto, il cui titolo e’ molto explicativo: S.O.S.: allerta sulla grave situazione in Arauca si legge tra l’altro: …il giorno venerdi’ 30 agosto sono comparsi alcuni ‘graffiti’ a firma di supposti paramilitari, su alcuni edifici del centro della citta’ di Saravena, tra gli altri anche l’edificio di ADUC dove hanno la loro sede le Organizzazioni Socilai di Arauca e la Fondazione ‘Joel Sierra’, anunciando MORTE AI MILIZIANI E AI COLLABORATORI firmato dalle AUC…. Tutti questi edifici si trovano a una decina scarsa di metri dalle garritte della Polizia Nazionale.

Questo fatto sucede dopo che il 29 agosto nelle prime ore del pomeriggio, si sviluppa un grande spiegamento di polizia precisamente davanti agli edifici in cui, il giorno seguente, sono comparse le scritte…”

La denuncia prosegue citando la cobertura che i paramilitari ricevono da parte delle forze dell’ordine “..incarcerando la maggiorparte della dirigenza mediante informazioni false, fornite da testimoni protetti dalle forze militari e sappiamo che queste persone vengono fatte arrivare da fuori con questo fine e , in maniera molto irregolare, si ha permesso loro l’uso di uniformi e di armi ad uso exclusivo delle forze militari. Nello stesso mofo i hanno informazioni circa la protezione che un gruppo di persone, aparentemente civili,  hanno ricevuto, le quali sono state collocate in un luogo urbano, all’interno del cordone di sicurezza della Polizia Nazionale della citta’ di Saravena; in accordo alle denunce presentate davanti agli organismi di controllo municipale, queste persone, nascoste e protette, sono le responsabili degli ultimi assassini di popolazione civile. Pensiamo che siamo di fronte all’attuazionedelle minacce effettuate dalle forze paramilitari in questa regione del Paese.”

 

Ed in effetti, caminando per la citta’ e’ spesso visibile come personaggi civili, all’interno del cordone di sicurezza che circonda le strade del centro, chiaccherano con i poliziotti, per poi, quando visti, allontanarsi repentinamente.

In diverse occasaioni, siamo stati seguiti da alcuni di questi personaggi. L’allusione delle scritte murali prodotte dai paramilitari, nei confronti dei “Collaboratori” sono abbastanza esplicite nel definire quali soggetti sono al centro dell’attenzione di questi soggetti.

 

Saravena (ma anche tutto il dipartimento di Arauca) continua ad essere ad alto rischio non solo di perdita di vite umane innocenti, ma anche di essere completamente destrutturata la resistenza civile delle Organizzazioni Sociali che non vogliono accettare i dettami neoliberisti di questo governo. Il controllo delle zone petrolifere del Dipartimento continua ad essere l’obiettivo principale del governo Uribe per conto terzi: Oxxy, British Petroleum, Total….

 

La radio continua a trasmettere quello che piu’ che un radiogiornale sembra un bollettino di guerra: Ad Arauquita hanno fatto saltare tutti i telefoni pubblici. Nella zona di Tame due contadini sono stati sequestrati e poi uccisi dalle FARC. Sono saltati i tralicci di una centrale elettrica….. e da una osservazione diretta in loco (denunciata da indigeni Guahjivos nella zona di Flores Amarillo – Tame), i paramilitari hanno ripreso possesso del paesino di Betoye, da dove un po di tempo fa erano partiti gli attacchi per desplazare le popolazioni indigene della zona.

 

La fondazione “Joel Sierra” termina cosi’ la sua denuncia: “SIAMO CONVINTI CHE LA NOSTRA AZIONE SOCIALE E’ LEGITTIMA. PER QUESTO CONTINUEREMO A DENUNCIARE LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI.

 

NON CI FARANNO TACERE NEPPURE MEDIANTE LA GUERRA ZPORCA.

I NOSTRI DETENUTI SONO LOTTATORI POPOLARI CHE NECESSITANO DELLA VOSTRA SOLIDARIETA’ E ACCOMPAGNAMENTO.

 

PER LA DIFESA DELLA VITA, DEI DIRITTI UMANI E LA PERMANENZA NEL TERRITORIO.”