Bollettino n.17

 

ROMPENDO IL SILENZIO

UNA OPINIONE ALTERNATIVA

 

Dipartimento di Arauca, 21 agosto 2003

 

L’ELIMINAZIONE DELLE VARIE ESPRESSIONI SOCIALI NEL DIPARTIMENTO DI ARAUCA

E’ IL VERO OBIETTIVO DELLA POLÍTICA DI “SICUREZZA DEMOCARATICA” DEL PRESIDENTE URIBE

 

L’eliminazione física dei settori sociali e dei suoi dirigenti attraverso crimini selettivi, massacri e spostamenti forzati prodotti dalla sporca guerra aperta dei paramilitari e delle forze armate, e’ un’operazione ugualmente perversa e temeraria simile al disprezzo della dignita’ delle persone e la persecuzione contro le organizzazioni sociali e la sua dirigenza, agita attraverso infami montaggi prefabbricati nella sede della 18ª brigata, utilizando, per questo scopo, alcuni delinquenti, questi si veri terroristi, i quali, in cambio di succulente “ricopense”, testimoniano il falso per incolpare tutti coloro i quali alzano la voce, protestano, difendono i diritti umani o semplicemente fanno parte di un sindacato come quello per l’educazione o la sanita’.

 

Sono molte le ragioni per le quali il generale Carlos Lemus Pedraza, attuale comandante dela polizia, il DAS e la unita’ di appoggio alla Fiscalia, per incattivirsi contro i settori sociali. Una di queste e’ il desperato tentativo di fornire risultati concreti al presidente Uribe, di fronte alla ridicola posizione nella quale si trovano, dato che le centrali elettriche e gli oleodotti continuano a saltare in aria, mentre le autobmbe cntinuano ad esplodere  nelle lcitta’ nonostante l’imponente militarizzazione. Per questo siscagliano con tutta la furia della loro incapacita’ contro le organizzazioni sociali.

Unatra ragione e’ quella di ammutlire la denuncia pubblica e giuridica che stanno portando avanti le organizzazioni sociali e le ONG  che difendono i diritti umani e che riguarda gli tai criminali commessi dalla forza pubblica che per loccasione si converte in paramilitare, cosi’ come gli assassinii di indigeni in Betoyes, il massacro della”cabuya” e gli omicidi selettivi di dirigenti sociali, politici e di difensori dei diritti umani compiuti per mano di sicari, protetti dai cordón di sicurezza della plizia, a Tame, Saravena e nella capitale Arauca. Finamente i militari cercano di pareggiare i conti con lo sforzo che le organizzazioni sociali e le ONG internazionali stanno facendo affinche’ il massacro di Santo Domingo non resti impunito. (n.d.t. Il 13 dicembre 1998 il villaggio di Santo Domingo fun bombardato indiscriminatamente dalla forza aerea colombana con aerie forniti dagli Stati Uniti. Rimasero uccisi 16 persone di cui sette bambini. Piu’ di venti furono i feriti gravi).

 

Rivendichiamo davanti alla comunita’ nazionale e internazionale il lavoro sociale e umanitario dei nostri 73 dirigenti e membri dei settori sociali attuamente imprigionati con la falsa accusa di ribelione e terrorismo.

Affermiamo, allo stesso tempo, di essere vittime della repressione, dell’ingiustizia, della persecuzione e della corruzione di una fallimentare política di “sicurezza democratica” con la quale si inganna il Paese, mentre lo si sta regalando volontariamente agli interessi imperialisti degli Stati Uniti.

 

ROMENDO IL SILENZIO, PER IL DIRITTO DEL POPOLO,

ESPRIMIAMO LE NOSTRE IDEE, NON RESTIAMO ZITTI

 

 

ORGANIZZAZIONI SOCIALI DEL DIPARTIMENTO DI ARAUCA