Stralci del comunicato per la convocazione dello sciopero nazionale del 12 agosto 2003 Bogotà – Colombia promosso da organizzazioni sindacali, contadine e sociali.

Tutti allo Sciopero Civico Nazionale

Mai prima d’ora i lavoratori i produttori, le organizzazioni sociali e tutto l’insieme della popolazione ha dovuto scontrarsi con un’offensiva così brutale e ampia, intensa e dura contro i suoi interessi, i suoi diritti e le sue organizzazioni. Nel campagne, nell’industria e nel commercio; nella salute come nell’educazione, nelle comunicazioni, nei trasporti e nelle tariffe pubbliche, tuti noi stiamo subendo l’impatto spietato di leggi, decreti e regolamenti vari che hanno come comune denominatore quello di incrementare il saccheggio della popolazione, depredare le risorse nazionali, continuando ad abbassare la produzione e farla definitivamente finita o indibolire ulteriormente i sindacati, i partiti e varie associazioni che si pongono a difesa della gente. Questo è il risultato di una dozzina o più anni di applicazione del perverso modello neoliberale imposto a beneficio alle multinazionali e del capitale finanziario oltre che per garantire il pagamento del pesante debito pubblico.

Nell’ultimo anno, quando ampi settori della nazioni si facevano illusioni con l’avvento della nuova Amministrazione, il governo di Uribe Velez ha proseguito "senza Dio nè legge" contro la nazione e la popolazione………

Si aumentano le tariffe e le imposte, si incrementa l’IVA e si permette la dismissione (si privatizza n.d.t.) dei servizi pubblici, si riducono i salari e le pensioni. Si dice di voler controllare i prezzi attraverso importazioni massive di alimenti in difesa dei consumantori, però non si controllano nè i prezzi nè la qualità dei prodotti necessari all’agricoltura. Viene eliminato il contributo per il carburante e aumentano i pedaggi, però i lavoratori dei trasporti sono lasciati al proprio destino e li costringono a cambiare percorso poichè i "Transmillenio" (nuova forma di trasporto metropolitano di superfice n.d.t.) che vengono costruiti con soldi pubblici, servono a far ingrossare le tasche di cosche private. I grandi magazzini stranieri si appropriano del mercato nazioinale e i sindaci buffoni danno loro tutto lo spazio pubblico che vogliono, togliendolo ai venditori ambulanti e fissi. Ci si accanisce con di deboli e ci si inchina di fronte ai ricchi. Il capitale finanziario e le transnazionali non hanno limiti nella loro voracità e gli alti funzionari non lesinano strette di mano nel loro affanno di favorirle spogliando la popolazione.

E la Sicurezza Democratica (così si chiama il programma di Uribe che pretende apportare sicurezza ai colombiani n.d.t.), altro pilastro nella politica ufficiale, non ha portato al Paese la tranquillità e la fine della violenza generalizzata di cui la nazione ha bisogno per unirsi e avanzare nel cambiamento politico e nelle trasformazioni economico-sociali che la gravità del momento esigono. Al contrario, sono state ridotte le libertà ed i diritti dei cittadini nel vano proposito di ammutolire, restringere o farla finita con la resistenza di milioni di colombiani i quali non si rassegnano alla miseria, all’arretratezza, alla disintegrazione della nazione e neppure al bagno di sangue nè alla occupazione militare straniera.

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Per rispondere a questo cumulo di affronti, noi lavoratori, produttori e la popolazione colombiana tutta manifesteremo per far sentire la nostra voce di protesta il 12 agosto, con lo Sciopero Civico Nazionale (Paro Civico Nacional) e la Manifestazione degli agricoltori a Bogotà.

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Decine di anni di obbrobrio dimostrano che i neoliberali di Washington e i loro agenti non hanno risposte da dare alle angustie di milioni di esseri umani che recalmano pane, lavoro e libertà. Approfittiamo delle loro difficoltà e facciamo si che nuovi venti inizino a soffiare. Ricordiamoci che dietro ad ogni conquista popolare, dietro ogni riaffermazione della sovranità nazionale, dietro ogni diritto dei lavoratori, di ogni avanzamento sociale c’è una lunga scia di lotte, di sudore e di sacrifici che rendono possibili tali avanzamenti. Difendiamo quelli che ancora restano e prepariamoci per riconquistare quelli perduti.