erradicando la cocaSará che associare la Colombia alla coca appartiene allo sport nazionale italiano (e non solo), ma spesso scherzi e battute su questo tema infastidiscono, quando ai coltivatori di questo prodotto chiamato ‘illecito’ (mentre illecita é la sua trasformazione in cocaina) non vengono date altre possibilitá di sussistenza, quando, per questo, vengono sottoposti a ‘fumigazioni‘ chimiche che uccidono tutte le altre loro coltivazioni lecite, quando per colpa di questa pianta diventano ostaggio delle manovre insensate di alcuni gruppi guerriglieri allo sbando o dell’esercito che strumentalizza le coltivazioni per farla finita con la resistenza sociale, civile e politica di questi contadini araucani.
E infastidisce ancora di piú ascoltare queste battute quando, nonostante l’abbandono dello Stato , in mezzo alla guerra, sottoposti a ricatto, incarcerati, sfollati, e spesso uccisi, loro stessi, i contadini diei municipi di Saravena, Tame, Arauquita, Fortul decidono di sradicare manualmente le piantagioni di coca, andando incontro al rischio di perdita di reddito, alla prospettiva di tempi lunghi per ottrenere nuovi e diversi raccolti.


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Sradicare adesso!
Quando
le avionette passano sulle piantagioni
di caffé, banane, yucca, mais, fagioli
e scaricano il glisolfato,
fumigando
come dicono qui nei villaggi,
quello che rimane sono
piantagioni morte.
Quando va bene
i contadini non si ammalano,
ma essendo costretti ad andare al campo
per cercare di recuperare parte delle piante,
le dermatiti da glisolfato
sono frequenti.
Alcuni raccontano che le fumigaizoni
non colpiscono le piantagioni di coca
per il fatto che la mappatura geografica
che possiede il governo é troppo vecchia
e che ad essere colpite
sono solo le coltivazini lecite.

La resistenza sociale civile e politica
dei contadini di queste terre araucane
non si esaurisce nell’organizzazione
di manifestazioni pubbliche
ed eventi culturali,
ma dá il meglio di sé
nelle scelta che
centinaia di famiglie hanno fatto:
sradicare manualmente
ognuna delle piante coca
della loro piantagione.
In moltissimi villaggi di Fortul,
Tame, Arauquita ed anche Saravena
dopo aver preso questa decisione,
da circa dieci mesi
proseguono sradicando,
mentre il governo prosegue
ad intossicarli col glisolfato,
incurante delle loro scelte,
ed anche infastidito nel veder perdere
la strumentale motivazione
attraverso la quale giustificava
l’alta militarizzazione
e la repressione di questi
irriducibili contadini
.

Óscar Paciencia – Immagini della vita nelle comunitá
8-14 luglio 2008