Il rilascio della Betancourt è stato annunciato con grande evidenza da giornali e televisioni. Solo in Italia. Eppure la fonte era per lo meno dubbia e nessuno ha confermato la notizia

"INGRID LIBERA", COME LA BUFALA HA BUCATO I MEDIA ITALIANI

ingrid betancourtda Il Manifesto
mercoledì 8 agosto 2007

di Guido Piccoli

Penosa figura della stampa italiana. Per comprenderla bene, occorre distanziarsi dal nostro Belpaese e vedere come hanno riportato la notizia della presunta liberazione in Venezuela della leader ecologista franco-colombiana, Ingrid Betancourt, i giornali e i siti Internet del resto del mondo, a cominciare da quelli dei paesi più coinvolti e interessati. Se in molti, come il venezuelano «El Nacional», l’hanno ignorata, altri, come il colombiano «El Tiempo» o il francese «Le Monde», l’hanno subito definita priva di fondamento. «Le Monde» ha detto tutto nel titolo. «Una giornalista venezuelana afferma che Ingrid Betancourt è libera»: conciso e inoppugnabile.
«Libération» ha fatto di più: per spiegare la decisione di non scrivere quasi niente sulla «notizia-non notizia» (come fatto anche dal «Manifesto») ha raccontato la sua genesi. Un racconto che riportiamo in sintesi a fianco, istruttivo e impietoso.
Va detto che, oltre ai quotidiani su carta e in rete, da noi le hanno dato grande risalto anche le televisioni. In primis, il Tg3, che l’ha disinvoltamente proposta in apertura perfino nella sua edizione principale delle 19, quando i contorni della bufala erano ormai evidenti.

 il Manifesto – martedì 7 agosto 2007
LIBERATA BETANCOURT" Ma nessuno conferma
Ingrid Betancourt, l’ostaggio più celebre delle FARC "è stata liberata". La notizia – che non ha ricevuto conferme ufficiali – è balzata su tutti i siti ed organi di informazione italiani. A riferirlo una fonte non proprio accreditata, la giornalista venezuelana Patricia Poleo, feroce anti-chavista rifugiata a Miami, che citava "solide fonti militari venezuelane". Dopo un primo momento di speranza, anche il comitato italiano per la liberazione della Betancourt ha cominciato ad esprimere dubbi sulla autenticità della notizia.
Figlia della senatrice Yolanda Pulecio, e senatrice a sua volta, Ingrid Betancourt, è da quasi cinque anni e mezzo (precisamente dal 23 febbraio 2002) l’ostaggio più celebre in mano alle Forze armate rivoluzionarie delle Colombia (FARC). nata il giorno di Natale del 1961, ha studiato a Parigi dove il papà, Gabriel Betancourt, era ambasciatore presso l’Unesco.
Che avrebbe fatto strada lo predisse il poeta cileno Pablo Neruda in persona che un giorno, dopo aver letto una sua poesia, sentenziò: "Questa bambina andrà lontano". Sposata in prime nozze con Fabrice Delloye, diplomatico e padre dei suoi due figli, Melanie e Lorenzo, ha divorziato per tornare ad unirsi in matrimonio con un manager di origine francese, juan Carlos Lecompte. Il suo sequestro, e quello della vice-candidata presidenziale e amica Clara Rojas, è avvenuto durante un rischioso viaggio fra le città di Florencia e San Vicente del Caguan, capoluogo della ‘sona di distensione’ nel sul della Colombia controllata all’epoca dalle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC), appena cinque giorni dopo la rottura del negoziato di pace con l’allora presidente Andres Pastrana.